Conferme sull’impiego della triplice terapia budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato (BGF) di un rischio minore di outcome cardiopolmonari nei pazienti
I risultati dello studio osservazionale retrospettivo MITOS EROS+CP, presentati all’ERS, fanno seguito alla presentazione, durante il congresso annuale dell’American Thoracic Society (ATS) a San Diego (USA), dei risultati di un’analisi post-hoc dello studio registrativo ETHOS sull’impiego della triplice terapia budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato (BGF) che ha documentato, anche in questo caso, un rischio minore di outcome cardiopolmonari nei pazienti utilizzatori di questa triplice terapia inalatoria.
Questa analisi è stata recentemente pubblicata sulla rivista American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.
Razionale e disegno dell’analisi dello studio ETHOS
Come è noto, nel trial clinico ETHOS, il tasso di riacutizzazioni moderate/gravi di BPCO è diminuito tra i pazienti sottoposti due volte al giorno a trattamento con la triplice terapia inalatoria BGF rispetto ai pazienti sottoposti a duplice terapia LABA/LAMA a base di glicopirronio più formoterolo fumarato (GFF) o a duplice terapia ICS/LABA con budesonide più formoterolo fumarato (BFF).
In questa analisi post-hoc dello studio ETHOS, i ricercatori hanno valutato diversi outcome, quali: tempo al primo evento avverso CV di particolare interesse (CVAESI), tempo al primo evento avverso cardiovascolare (AE cardiovascolare), tempo alla prima riacutizzazione grave di BPCO, tempo al primo evento avverso cardiaco grave (MACE) e al primo evento cardiopolmonare grave definito come riacutizzazione grave di BPCO, MACE o morte per cause respiratorie non-maligne.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti del gruppo di trattamento BGF 320 µg hanno registrato una riduzione significativa del tasso al primo evento cardiopolmonare.
Nello specifico, la triplice terapia inalatoria BGF ha ridotto del 20% del rischio di eventi cardiopolmonari gravi rispetto alla duplice terapia LAMA/LABA (HR [95% CI]: 0.80 [0.67, 0.95]) nei pazienti con BPCO da moderata a molto grave e una storia precedente di riacutizzazioni. Tra gli altri endpoint esplorati, si è registrata una riduzione del tasso al primo CVAESI del 37% (HR [95% CI]: 0.63 [0.48, 0.82]) e una riduzione del 40% al primo AE cardiovascolare (riduzione del 40% (HR [95% CI]: 0.60[0.48, 0.76]).
I take home message dello studio
Nel commentare i risultati di questo studio, il dott. Radovanovic ha affermato: “Credo che i messaggi provenienti da questo studio siano sostanzialmente i seguenti: 1) è necessario non limitare la valutazione del paziente con BPCO alla sola problematica respiratoria, ma allargare questo processo alle comorbilità, in particolare quelle cardiovascolari; 2) è opportuno essere consapevoli del fatto che il paziente con BPCO è a rischio cardiopolmonare per definizione”.
“Quello che si evince dai risultati di questa analisi – conclude – è che un’ottimizzazione precoce della terapia inalatoria potrebbe salvaguardare il paziente dall’andare incontro ad eventi futuri dal punto di vista cardiopolmonare”.
Bibliografia
Singh D et al. Effect of Triple Therapy on Cardiovascular and Severe Cardiopulmonary Events in COPD: A Post-hoc Analysis of a Randomized, Double-Blind, Phase 3 Clinical Trial (ETHOS). Am J Respir Crit Care Med. 2024 Aug 30. doi: 10.1164/rccm.202312-2311OC. Epub ahead of print. PMID: 39213002.