Bove può tornare a giocare? La risposta del cardiologo Massimo Grimaldi


Domande e risposte a Massimo Grimaldi, Presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, sul futuro del calciatore della Fiorentina, Edoardo Bove

bove fiorentina

Massimo Grimaldi, presidente designato dell‘Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore Cardiologia dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), spiega alla Dire cosa sono le aritmie e cosa può essere successo al calciatore Edoardo Bove, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Careggi di Firenze dopo aver accusato un malore in campo, ieri, durante la partita Fiorentina-Inter.

LEGGI ANCHE VIDEO | Malore in campo per Edoardo Bove: ecco il momento in cui si è accasciato a terra. Le sue condizioni

LEGGI ANCHE Chi è Edoardo Bove: gli esordi nella Roma, la Luiss e le tre lingue

COSA È UN’ARITMIA?

“L’aritmia- spiega Grimaldi- è un disturbo che coinvolge il sistema elettrico del cuore causando battiti cardiaci troppo veloci, troppo lenti o irregolari. A seconda della sede cardiaca coinvolta e del tipo di anomalia elettrica si distinguono diversi tipi di aritmia. Tra queste le più diffuse sono sicuramente le extrasistoli e la fibrillazione atriale, che rappresenta una delle maggiori cause di ricovero ospedaliero e colpisce circa un milione di italiani. Quest’aritmia non è immediatamente pericolosa per la vita, ma aumenta notevolmente il rischio di scompenso cardiaco e di ischemie cerebrali se non opportunamente e precocemente trattata. E’ un’aritmia spesso asintomatica che provoca un ritmo del cuore irregolare, spesso accelerato, che può causare agitazione, stanchezza o affanno ma anche passare inosservato. Questa aritmia può, tuttavia, favorire l’insorgenza di ischemia cerebrale poiché favorisce la formazione di coaguli nell’atrio sinistro”.

COSA È SUCCESSO A EDOARDO BOVE?

“Sicuramente ce lo diranno i colleghi dell’ospedale Careggi che individueranno con precisione le cause di questo arresto cardiaco- continua il medico- Si è parlato di torsione di punta che è un evento fugace, nel senso che quando insorge è un’aritmia talmente veloce che o esita in un arresto cardiaco oppure esita in una risoluzione spontanea, in genere dopo pochi secondi dalla sua insorgenza”.

QUALI SONO LE CAUSE? BOVE È ARRIVATO IN OSPEDALE CON LIVELLI DI POTASSIO BASSI

“Le cause- spiega Grimaldi- possono essere diverse, anche dovute ad alterazioni elettrolitiche. Questa aritmia può infatti essere causata da un basso livello di alcuni elettroliti, in particolare calcio, potassio e magnesio, ma soprattutto potassio. Tale rischio aumenta se c’è una predisposizione genetica che si chiama QT lungo, ma immagino che lui non l’avesse perché quando ha fatto la visita di idoneità sportiva l’elettrocardiogramma l’avrebbe evidenziata”.

QUALE SARÀ IL DECORSO?

“Il trattamento più appropriato sarà valutato in base alle cause che hanno provocato questa aritmia. Se le indagini rileveranno una causa completamente rimovibile, per esempio se si arriva alla conclusione che l’arresto cardiaco sia stato dovuto solo a livelli di potassio molto bassi e quindi questa è una causa removibile, il calciatore potrebbe tornare alla sua attività. Al contrario, se si individuano delle alterazioni strutturali del miocardio, delle cause genetiche o altre problematiche, il calciatore non potrebbe continuare la sua pratica sportiva”.

QUANDO DOBBIAMO PREOCCUPARCI PER UN’ARITMIA?

“Molte aritmie non sono pericolose, ma se si avverte un improvviso e brusco cambiamento del battito, un ritmo cardiaco anomalo, soprattutto se associato a senso di malessere o addirittura svenimento, il consiglio è una visita da uno specialista per controllare la salute del proprio cuore ed impostare eventualmente il trattamento necessario. Le aritmie cardiache sono un insieme di disturbi del ritmo molto variegato pertanto i trattamenti sono altrettanto vari e dipendono dal tipo di aritmia presente”.

PERCHÉ È IMPORTANTE UNA DIAGNOSI PRECOCE?

“Una diagnosi precoce è importantissima e in alcuni casi può salvare una vita o prevenire un ictus– conclude Grimaldi- Questi pazienti faranno i dovuti controlli e, laddove richiesto, assumeranno una terapia anticoagulante orale o si sottoporranno all’intervento più indicato”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).