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Tragedia Rigopiano: ecco cosa ha stabilito la sentenza della Cassazione

soccorsi rigopiano

Tragedia Rigopiano, la Cassazione conferma la condanna per l’ex prefetto Provolo. Processo bis per il sindaco e i dirigenti regionali

Il lavoro incessante dei soccorritori a Rigopiano

Il prefetto Francesco Provolo è stato condannato in via definitiva a un anno e otto mesi per la strage di Rigopiano. Lo hanno deciso i giudici della sesta sezione penale della Cassazione riformando la sentenza di secondo grado. Processo bis per i dirigenti regionali coinvolti e per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, accusato di omicidio colposo aggravato e lesioni colpose aggravate.

La sentenza di oggi chiude una vicenda giudiziaria complessa, legata a quel tragico 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse l’hotel resort Rigopiano a Farindola, in provincia di Pescara, uccidendo 29 persone. Molte di queste erano in vacanza, altri ci lavoravano. I sopravvissuti, tra cui quattro bambini, sono stati 11: due di loro si trovavano all’esterno dell’hotel quando la valanga è arrivata, nove invece furono estratti vivi dalle macerie. Tra loro c’è Samuel, che al momento della tragedia aveva sette anni e quel giorno ha perso entrambi i genitori. La vicenda fece emergere errori e sottovalutazioni, a partire dalla mancata attivazione di una macchina di emergenza visto il forte maltempo di quei giorni. Aveva nevicato moltissimo, ma non venne disposta la chiusura e pulizia delle strade (alcuni ospiti avrebbero voluto partire per andarsene ma non potevano, vista la strada piena di neve) che portavano al resort e soprattutto non si pensò a far evacuare l’hotel. All’esterno della Cassazione, oggi come nelle precedenti udienze, c’erano tanti parenti delle vittime, con cartelli e foto delle 29 persone scomparse: la vicenda, a dispetto dei sette anni passati, è ancora molto sentita e il dolore e la rabbia sono ancora forti.

In appello erano arrivate 8 condanne e 22 assoluzioni, mentre nel primo grado le condanne erano state sei e 25 le assoluzioni. I condannati in primo grado erano il sindaco di Farindola, Lacchetta, a 2 anni e 8 mesi, per i dirigenti della Provincia, Mauro Di Blasio e Paolo D’Incecco, a 3 anni e 4 mesi, per il tecnico Giuseppe Gatto a 5 mesi, per l’ex gestore del resort Bruno Di Tommaso a 5 mesi. In secondo grado, si sono aggiunte le condanne per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, condannato a un anno e otto mesi per omissione di atti d’ufficio e falsità ideologica; l’ex capo di gabinetto della Prefettura, Leonardo Bianco (un anno e 4 mesi per falso) e il tecnico del Comune di Farindola, Enrico Colangeli (due anni e 8 mesi per omicidio colposo e lesioni plurime).

All’udienza di giovedì scorso in Cassazione, i giudici della sesta sezione, dopo avere ascoltato gli interventi di tutti gli avvocati difensori, avevano deciso di rinviare la sentenza a oggi, alla luce della “complessità del processo” e del numero di posizioni da vagliare.

Il procuratore generale Riccardi nella sua requisitoria ha chiesto l’annullamento delle assoluzioni dei dirigenti della Regione Abruzzo e chiesto un nuovo processo per l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, condannato a 1 anno e 8 mesi per rifiuto di atti d’ufficio e falso: secondo l’accusa, per lui vanno valutate anche le accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio, per cui invece era stato assolto in appello.

IL PODCAST E LA DOCUSERIE SU SKY

Alla tragedia di Rigopiano è stato dedicato un podcast, intitolato “E poi il silenzio” e basato sul reportage di Pablo Trincia, e una docuserie prodotta da Sky Italia e Sky TG24, e realizzata da Chora Media. Il racconto della tragedia di Rigopiano, tra errori e approssimazioni del sistema amministrativo e politico viene raccontata attraverso le voci dei sopravvissuti, dei testimoni e dei parenti delle vittime, affiancando all’inchiesta un grande racconto corale.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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