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Don Patriciello in Commissione Antimafia: “Io messo in croce dopo lo sgombero a Caivano”

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Don Patriciello, il parroco simbolo della lotta alla camorra del Parco Verde in Commissione Antimafia: “Non è vero che ho voluto tenere la chiesa chiusa”

Hanno persino dato a lui la colpa del maxi-sgombero messo in atto da un vero e proprio esercito di forze dell’ordine giovedì scorso, 28 novembre. Lo hanno criticato per aver lasciato le porte sbarrate della sua chiesa agli abitanti allontanati dalle case, le minacce non lo hanno mai abbandonato insomma, ma don Maurizio Patriciello, parroco simbolo della lotta alla criminalità organizzata del Parco Verde di Caivano non ci sta. In Commissione Antimafia, racconta come anche lui ha vissuto il blitz voluto dalla procura di Napoli. E, rispondendo ai deputati, ne ha dette anche sulle offese ricevute da Vicenzo De Luca- che lo aveva chiamato “il Pippo Baudo con la frangetta” e su Roberto Saviano. Ecco cosa ha detto.

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Gli appartamenti del Parco Verde di Caivano (Napoli) “in questi anni sono stati occupati da 250 famiglie. Il 7 febbraio, come una mannaia, la procura di Napoli Nord comunica che entro il 7 marzo le famiglie devono andare fuori. Io ho detto ‘se vanno sotto i ponti loro ci devo andare pure io’. Il padre eterno ci ha mandato questo prefetto, Michele di Bari, che ha dialogato con questa gente, dicendo loro che nessuno finirà sotto i ponti. Alla fine si è deciso di mettere fuori 36 famiglie che hanno problemi con la legge. È bastato questo per farmi mettere in croce…”. Si è espresso così, nel corso di una audizione in commissione Antimafia, il parroco della Chiesa San Paolo Apostolo di Caivano.

“CHIESA PRESIDIATA DA POLIZIOTTI E CARABINIERI; L’HO CHIUSA A CHI MORIVA DI FREDDO? FALSO”

“State parlando- ha detto il prete ai parlamentari- con una persona che sta veramente in croce. Sono arrivati 1.200 poliziotti e carabinieri, hanno presidiato la chiesa, io ho dovuto sottostare anche ai consigli delle forze dell’ordine che mi dicevano di fare attenzione. Questo mi ha procurato la nomea di aver tenuto la chiesa chiusa alla gente che moriva di freddo. Niente di vero, tanti non ne avevano bisogno“.

“CON FALCE E MARTELLO IL PROBLEMA UMANITARIO È DIVENTATO DI PARTE”

Don Patriciello ha poi aggiunto che “come gli avvoltoi sono arrivati da destra e da sinistra, c’è stata una foto di queste donne con le coperte, con una bandiera rossa e il simbolo della falce e il martello. Hanno fatto un errore gravissimo, un errore strategico immenso, reso un problema umanitario un problema di parte“.

ANCORA MINACCE

In apertura dell’audizione, la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo aveva riferito di “ennesime minacce” rivolte a Patriciello, aggiungendo: “Don Maurizio non è solo, tutta la commissione è al suo fianco. Si muore, in senso lato e non solo fisico, quando si viene lasciati soli ed è per questo che la paura, che condivido, circa la sua sovraesposizione, non ci permetterà di lasciarla solo. Sappia che qui troverà sempre delle orecchie pronte ad ascoltare e delle gambe pronte a venire a Caivano”.
Colosimo ha poi aggiunto: “Purtroppo, al netto delle minacce rese pubbliche, le minacce sono quotidiane. Questo deve farci interrogare sul fatto che chiedere aiuto non può diventare motivo per essere esposti così, né a Caivano, né al Parco Verde, né altrove”.

“NON MI ASPETTAVO GLI ATTACCHI DI DE LUCA, HA DATO AI CAMORRISTI LA POSSIBILITÀ DI METTERMI ALLA BERLINA”

“A livello personale mi hanno colpito tanto, tantissimo”. Lo ha affermato il parroco del Parco Verde, rispondendo ai parlamentari della commissione Antimafia che, nel corso di una audizione, gli chiedevano un commento sulle parole usate nei suoi confronti dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che in una occasione lo aveva definito “Pippo Baudo con la frangetta“.
“Quando ho visto il video – ha raccontato don Patriciello – quasi stentavo a crederci. Con l’onorevole De Luca non dico che eravamo amici, ma ci siamo incontrati tante volte, dialogando, non me l’aspettavo assolutamente. Mettendomi alla berlina – ha detto il parroco rivolgendosi a De Luca – tu stai dando ai camorristi di Parco Verde la possibilità di mettermi alla berlina. Qualcuno cominciò anche a dire che non mi avevano messo le bombe, ma i petardi fuori ai cancelli… Cose assurde”.

A SAVIANO: “IN 20 ANNI NON SEI MAI VENUTO A CAIVANO, NON REMARE CONTRO”

Patriciello ha parlato anche della risposta data a Roberto Saviano quando definì un “fallimento” il modello Caivano: “La mattina del 10 novembre – così il parroco – ho letto che Saviano ha rilasciato un’intervista, o fatto un video, in cui dice che il modello Caivano è fallito perché a Napoli ci sono stati ultimamente tre omicidi. Ero ancora a letto… Mi dico “Questa non è la verità, e se non è la verità qualcuno lo deve dire”. Ecco il fatto onorevole – ha aggiunto rivolgendosi a un parlamentare dell’Antimafia -, lei ha risposto a Saviano? Allora lei ha costretto me a farlo. Ed ecco perché sono sovraesposto”.
Il parroco, rileggendo la sua risposta a Saviano, ha poi aggiunto: “Caro Roberto, sono passati vent’anni da quando, sconosciuto giornalista, venisti al Parco Verde per scrivere dell’omicidio di un ragazzino di 15 anni. Quel racconto finì nel tuo libro Gomorra. Da allora ti ho invitato tante volte a ritornare a Parco Verde, a dare voce alle nostri voci. Non lo hai mai fatto, non sei mai venuto. Il presidente del Consiglio dei ministri lo scorso anno ha raccolto il mio invito, è venuta, ed è ritornata. Quello che è accaduto a Caivano è sotto gli occhi di tutti, di tutte le persone oneste che vogliono vedere. Giorgia Meloni ha risposto al mio appello. Tu, se vuoi bene al tuo popolo, non remare contro. Ti auguro ogni bene e ti invito ancora una volta a ritornare a Parco Verde”.

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