Infanticidi Traversetolo, ecco le motivazioni per cui i giudici del Riesame di Bologna hanno sposato la tesi della Procura di Parma sul carcere necessario per Chiara Petrolini
Chiara Petrolini ha mostrato una “estrema pericolosità sociale” e proprio dentro le mura di casa ha vissuto i nove mesi di gravidanza, partorito e nascosto sotto terra due neonati senza che nessuno si accorgesse di nulla. E potrebbe rifarlo ancora. Ecco perchè, secondo i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna, non è possibile immaginare che la ragazza di Traversetolo, in provincia di Parma, che è accusata di aver ucciso i suoi due figli possa trascorrere la custodia cautelare agli arresti domiciliari. Sono state depositate nei giorni scorsi le motivazioni con cui i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna a metà ottobre hanno accolto il ricorso della Procura di Parma contro la decisione del gip di disporre per la ragazza la sola custodia ai domiciliari e non in carcere. A diffondere le motivazioni del Riesame, esposte in un lungo comunicato stampa firmato dal procuratore capo Alfonso D’Avino, è la Procura di Parma.
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“LUCIDA, FREDDA, SENZA SCRUPOLI, MISTIFICATRICE”
Chiara Petrolini, che viene definita di “estrema pericolosità sociale”, per i giudici ha agito con “estrema lucidità”, “inusitata freddezza esecutiva”, “sconcertante assenza di scrupoli o remore“, “apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza”, “inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime”, “eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione” e “mancanza di partecipazione e di compassione”. Per tutti questi i motivi, in conclusione, i giudici del Riesame si sentono di “escludere che l’estrema pericolosità sociale palesata dalla indagata possa essere contenibile adeguatamente con la misura degli arresti domiciliari”.
IL POSSIBILE ‘CONTROLLO’ DEI GENITORI
Quanto alla possibilità che i genitori esercitino un ‘controllo’ sulla ragazza, il procuratore D’Avino nella nota spiega cosa sostengono i giudici del Riesame: “Innanzitutto l’indagata è persona ormai maggiorenne, e rispetto ad essa i genitori non sono tenuti ad esercitare alcuna forma di controllo, né diretto né indiretto; e, pur se si volesse ammettere che i genitori siano propensi ad accettare di impegnarsi con dedizione a tale controllo, la loro disponibilità potrebbe venir meno (legittimamente) in qualsiasi momento e in ogni caso il controllo giammai potrebbe essere effettuato in maniera continuativa ed assidua, anche perché, essendo liberi di muoversi, i genitori ben potrebbero assentarsi in qualunque momento”.
“IN QUELLA CASA DUE GRAVIDANZE, DUE PARTI, DUE MORTI”
Tra le osservazioni dei giudici del Riesame sul fatto che per Petrolini serve il carcere, c’è questa: “Sostenere la sufficienza della detenzione in casa per un soggetto che utilizza proprio la casa per delinquere appare francamente una contraddizione in termini”. i fatti che si sono svolti fino a ora lo dimostrano: ci sono state, scrive la Procura, “due gravidanze, due parti, due morti, due soppressioni sono tutte avvenute tra le mura domestiche, ove erano presenti i genitori, per cui non può essere né sufficiente né adeguato il controllo parentale che (proprio perché non esercitabile 24 ore su 24) non potrebbe giammai scongiurare che l’indagata possa concepire ancora (ricevendo in casa uomini), portare a termine gravidanze, partorire e sopprimere il figlio, senza peraltro destare alcun sospetto (come fatto nelle due occasioni precedenti)”. Ecco perchè, per i giudici del Riesame (che hanno sposato in pieno la tesi della Procura di Parma) l’unica misura adeguata per essere certi che Chiara Petrolini non delinqua ancora è il carcere. Scrivono infatti: “Non si ravvisa alcun elemento in concreto capace di superare la presunzione di adeguatezza della sola custodia in carcere”.