Archiviazione dell’inchiesta sugli insulti a Cristina Seymandi: “Offesa due volte, legittimati gli haters”. La decisione della Procura di Torino sul caso dell’imprenditrice torinese
La Procura di Torino ha richiesto l’archiviazione dell’inchiesta sugli insulti online rivolti a Cristina Seymandi, l’imprenditrice torinese al centro di una vicenda pubblica esplosa nell’estate del 2023.
Gli attacchi erano partiti dopo la diffusione virale del video in cui il suo ex compagno, Massimo Segre, annunciava pubblicamente, durante una festa con amici e parenti, la fine del loro fidanzamento, accusandola di tradimento.
IL VIDEO
Durante una festa organizzata per annunciare il loro matrimonio, Massimo Segre ha sorpreso gli invitati e la sua compagna, Cristina Seymandi, con un discorso inaspettato. Dopo i consueti ringraziamenti, ha dichiarato:
“Ho sempre pensato che amare una persona significhi desiderare il suo bene, ancora più del proprio. In questo caso, questa sera, desidero regalare a Cristina la libertà di amare. Amare una persona, un noto avvocato a cui tiene più che a me e che penso abbia fatto in modo di diventarle odioso solo per evitare di mancarmi di riguardo”.
Segre ha proseguito rivelando di essere a conoscenza di una precedente relazione di Seymandi con un industriale e ha aggiunto:
“Cari amici, non crediate che mi faccia piacere fare la figura del cornuto davanti a tutti voi, ma Cristina è talmente in gamba nel raccontare le sue verità che non potevo lasciare solo a lei la narrazione del motivo per cui io stasera termino la mia convivenza con lei”.
LA DECISIONE DELLA PROCURA
Secondo il pubblico ministero Roberto Furlan, gli insulti ricevuti dalla Seymandi non sarebbero perseguibili penalmente, poiché, nell’era dei social media, il linguaggio aspro e polemico è ormai un fenomeno comune. Nella sua richiesta di archiviazione, Furlan ha evidenziato come le critiche espresse con toni “robusti, sarcastici, polemici e inurbani” non superino i limiti che giustificherebbero un intervento penale.
LA REPLICA DI CRISTINA SEYMANDI
Cristina Seymandi ha accolto con amarezza la notizia dell’archiviazione, dichiarando:
“Non mi aspettavo queste motivazioni. Subito sono rimasta senza parole, poi ho riflettuto su quanto scritto dal magistrato. In pratica, è un liberi tutti. Ciò che è vietato dire verbalmente nel mondo reale viene sdoganato sul web, che diventa uno schermo di protezione per gli hater.”
Seymandi ha inoltre sottolineato come questa decisione rappresenti una doppia offesa: da un lato l’odio ricevuto, dall’altro l’assenza di una risposta giudiziaria che riconosca il danno subito.
LA REAZIONE LEGALE
L’avvocato di Seymandi, Luigi Giuliano, non intende accettare questa decisione e ha annunciato un’opposizione formale, presentando richiesta di imputazione coatta per gli hater, presentata al giudice per le indagini preliminari. Giuliano ha evidenziato come la scelta della Procura rischi di creare un pericoloso precedente, legittimando l’odio online e lasciando le vittime senza protezione legale.
LA FINE DELLA RELAZIONE
La vicenda ha avuto un enorme impatto mediatico rilevante a partire dall’agosto 2023, quando il video della festa di Massimo Segre è diventato virale, scatenando un’ondata di commenti negativi contro Seymandi sui social media. La coppia ha successivamente raggiunto un accordo economico, che ha portato al ritiro della querela per violazione della privacy, mentre l’inchiesta sugli insulti online è proseguita autonomamente.
I POSSIBILI SVILUPPI
Spetterà ora al giudice per le indagini preliminari decidere se accogliere la richiesta di archiviazione della Procura o procedere con l’imputazione degli autori degli insulti.
Vicenda che solleva interrogativi non solo sulla tutela della dignità personale nell’era digitale, ma richiama anche l’attenzione sulla necessità di un equilibrio tra libertà di espressione e contrasto all’odio online.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).