Negli adolescenti con dermatite atopica da moderata a grave Il trattamento con il JAK inibitore upadacitinib ha mostrato un favorevole profilo rischio-beneficio a lungo termine fino a 76 settimane, con un livello elevato di clearance cutanea nella maggior parte dei pazienti, come dimostrato da un’analisi di tre studi randomizzati di fase III pubblicata sulla rivista JAMA Dermatology.

La prevalenza della dermatite atopica è stimata intorno al 20% nei bambini, con il 10%-20% dei casi che persistono nell’adolescenza, durante la quale i tassi di prevalenza variano dal 5% al ​​20% in funzione della posizione geografica. Negli adolescenti la patologia ha un impatto elevato sulla qualità della vita, condiviso con altri gruppi di età, come un maggior numero di segnalazioni di depressione e ansia.

Considerata l’importanza dello sviluppo psicosociale durante l’adolescenza, la dermatite atopica ha un impatto anche sull’identità, sulla costruzione delle relazioni, sull’autostima e sul rendimento scolastico, a cui si aggiunge un aumento delle segnalazioni di comportamento suicidario nei pazienti più giovani. Dati i suoi impatti negativi sulla qualità della vita degli adolescenti, rimane la necessità di trattamenti disponibili per questa popolazione, hanno premesso gli autori.

La presente analisi ha coinvolto 542 adolescenti (52,4% ragazze) con dermatite atopica da moderata a grave, con dati raccolti da agosto 2018 ad aprile 2022. Nei tre studi i pazienti sono stati randomizzati in rapporto 1:1:1 a ricevere upadacitinib orale una volta al giorno alla dose di 15 o 30 mg oppure placebo, in monoterapia (Measure Up 1 e Measure Up 2) o in associazione a corticosteroidi topici (AD Up) per 16 settimane. Al termine di questo periodo i pazienti trattati con placebo in tutti gli studi sono stati nuovamente randomizzati a ricevere upadacitinib 15 o 30 mg.

Efficacia elevata su segni e sintomi anche nel lungo termine
Alla settimana 76 negli studi Measure Up 1, Measure Up 2 e AD Up, l’84-89% degli adolescenti che assumevano upadacitinib 15 mg ha ottenuto una riduzione di almeno il 75% nel punteggio dell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75), così come l’83-96% di quanti assumevano la dose da 30 mg, hanno riferito i ricercatori guidati da Amy Paller, della Feinberg School of Medicine presso la Northwestern University di Chicago.

Entrambe le dosi di upadacitinib hanno inoltre soddisfatto gli altri due endpoint coprimari dello studio alla settimana 76, ovvero un punteggio di 0 o 1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) con almeno 2 gradi di miglioramento nel validated Investigator Global Assessment for Atopic Dermatitis (vIGA-AD) e un miglioramento minimo di 4 punti rispetto al basale sulla Worst Pruritus Numerical Rating Scale (WP-NRS) per i soggetti che avevano un punteggio basale di almeno 4.

Per i partecipanti precedentemente trattati con placebo (con o senza corticosteroidi topici) durante le settimane da 1 a 16 in tutti e tre gli studi, i tassi di risposta sono aumentati dopo il passaggio a upadacitinib, si sono poi stabilizzati e sono persistiti fino alla settimana 76, raggiungendo livelli simili ai pazienti in trattamento attivo costante fin dall’inizio dello studio.

Nello studio AD Up è emerso un dato inaspettato, in quanto alla settimana 76 un numero inferiore di pazienti ha raggiunto la risposta EASI 75 con la dose da 30 mg rispetto a quella da 15 mg, «un risultato che potrebbe essere dovuto al fatto che l’uso concomitante di corticosteroidi topici non era più necessario a partire dalla visita della settimana 52» hanno suggerito gli autori.

Shoshana Marmon del New York Medical College di Valhalla, ha dichiarato che «quando si inizia la terapia con JAK inibitori o altri farmaci antireumatici modificanti la malattia, soprattutto nei pazienti più giovani, è importante sottolineare l’aderenza al trattamento, il monitoraggio regolare, la prevenzione delle infezioni e la consapevolezza dei potenziali effetti collaterali».

Eventi avversi gestibili, senza nuovi segnali di sicurezza 
Nel complesso, acne e nausea sono stati gli eventi avversi più comuni con upadacitinib. La nausea è stata segnalata dal 2,4% al 4,5% dei pazienti nei tre studi, con tassi aggiustati per l’esposizione di 2,9 ogni 100 anni-paziente con la dose da 15 mg e 1,1 ogni 100 anni-paziente con la dose da 30 mg.

I risultati a lungo termine erano coerenti con il profilo di sicurezza noto di upadacitinib. In Measure Up 1, Measure Up 2 e AD Up, i tassi di infezione erpetica erano 4,0, 1,9 e 1,1 eventi ogni 100 anni-paziente e i tassi di innalzamento della creatina chinasi erano 11,6, 11,0 e 7,1 eventi ogni 100 anni-paziente. Non sono stati osservati nuovi segnali con nessuna delle due dosi.

Tutte le infezioni opportunistiche erano eventi lievi o moderati di eczema erpetico, il cui aumento del rischio tra i pazienti con dermatite atopica è probabilmente dovuto alla compromissione della funzione di barriera epidermica, hanno osservato i ricercatori.

«Upadacitinib è un’aggiunta promettente all’armamentario terapeutico a disposizione dei dermatologi per trattare i pazienti adolescenti» ha sottolineato Sonya Kenkare dell’Illinois Dermatology Institute di Hinsdale. «Come con qualsiasi JAK inibitore i pazienti dovranno essere opportunamente sottoposti a screening per verificarne l’idoneità a ricevere il farmaco e monitorati per gli eventi avversi. Gli effetti collaterali come infezioni e herpes zoster sono gestibili, ma i pazienti devono essere avvertiti riguardo a questi e altri potenziali rischi».

Referenze

Paller AS et al. Upadacitinib in Adolescents With Moderate to Severe Atopic Dermatitis: Analysis of 3 Phase 3 Randomized Clinical Trials Through 76 Weeks. JAMA Dermatol. 2024 Oct 23. 

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