Per la prima volta in italiano, il volume che Meriel Buchanan, la figlia dell’ambasciatore inglese, scrisse subito dopo lo scoppio della rivoluzione russa
Nella serie di volumi che documentano le opere di scrittrici che sono state testimoni innovatrici del proprio tempo, per la prima volta in italiano, il volume che la figlia dell’ambasciatore inglese scrisse subito dopo lo scoppio della rivoluzione russa. Meriel Buchanan viveva con il padre ambasciatore a San Pietroburgo e, da quel punto di vista privilegiato, documentò tutta la catena di eventi che portarono alla caduta dello zar e alla rivoluzione. Hugh Walpole scrive: «Credo di non esagerare quando dico che questo libro della signorina Buchanan è il primo tentativo di uno scrittore di dare al mondo un’idea dell’atmosfera della Russia durante lo shock e il terrore di quegli eventi sconvolgenti. Per atmosfera intendo l’evocazione di piccole e grandi cose che formano un mosaico, colorato, intricato, unico, che può nascondersi dietro e sotto gli evidenti sviluppi esterni.»
«Sabato mattina ci si aggrappava ancora disperatamente alla speranza che qualche miracolo potesse scongiurare all’ultimo momento la catastrofe. Ma quel pomeriggio l’ambasciatore tedesco, arrivato al Ministero degli Esteri, consegnò la Dichiarazione di Guerra a Monsieur Sazonov e poi si allontanò verso la finestra, scosso da una tempesta di lacrime. La sera stessa Monsieur Sazonov, l’Ambasciatore francese, il Ministro greco con la moglie e un paio di altri uomini cenarono con noi. La consueta conversazione era del tutto fuori questione; c’era un solo argomento, che nessuno sembrava ancora in grado di affrontare: sembrava così impossibile credere che fosse davvero un fatto avvenuto. Mio padre dovette uscire nel bel mezzo della cena per recarsi a Carskoe per un’udienza speciale con l’Imperatore. Durante la serata Monsieur Sazonov ricevette quattro chiamate; il telefono squillava incessantemente, la piazza esterna era una fitta folla di gente che cantava l’inno nazionale. Fino a tarda notte la folla assediò le porte dell’Ambasciata facendo il tifo per la flotta britannica e ponendo sempre la stessa domanda: L’Inghilterra aiuterà, si unirà a loro? Mio padre, rientrato dopo mezzanotte, riuscì a malapena ad arrivare alla porta. La macchina era circondata da una folla esultante di soldati, ufficiali, operai e donne ben vestite; mani impazienti tendevano verso di lui, le domande piovevano da ogni parte. Il giorno successivo tutti gli ufficiali di guarnigione si riunirono nel Palazzo d’Inverno e, dopo una funzione solenne nella Cappella Reale, l’Imperatore uscì sul balcone e annunciò all’enorme folla riunita sulla piazza la Dichiarazione di Guerra. Per tutti i due giorni successivi, la folla si accalcò all’Ambasciata portando bandiere francesi, russe e inglesi, aspettando pazientemente la comparsa di mio padre. Il telefono squillava di continuo e voci ansiose chiedevano se non avessimo ancora notizie certe. Una volta si diffuse la notizia che l’Inghilterra aveva dichiarato guerra, e quasi subito un’enorme folla si radunò davanti alla porta e a stento ascoltò il messaggio di mio padre, secondo il quale non avevamo ancora una conferma ufficiale della notizia. Era scritto in città, dicevano, doveva essere vero. E si diceva che tutta la Flotta britannica avesse ricevuto l’ordine di salpare. Erano sicuri che l’Inghilterra non li avrebbe abbandonati.»
Meriel Buchanan (1886 – 1959) è stata una memorialista britannica. Figlia unica dell’ultimo ambasciatore britannico nell’Impero russo, scrisse numerosi articoli e libri sulle sue esperienze durante quel periodo, in particolare. La Buchanan era l’unica figlia di Sir George Buchanan (1854-1924) e sua moglie Lady Georgina Meriel Bathurst (1863-1922). Poiché suo padre era un diplomatico di carriera, la prima parte della vita di Meriel trascorse nei numerosi Paesi in cui suo padre era stato assegnato: Assia, Baden, Bulgaria, Germania, Italia, Paesi Bassi e Lussemburgo. Nel 1910 la famiglia Buchanan si trasferì a San Pietroburgo, quando Sir George Buchanan fu nominato ambasciatore britannico in Russia. All’inizio dei suoi vent’anni, al suo arrivo in Russia nel 1910, aveva una posizione di rilievo come figlia dell’ambasciatore britannico alla corte dello zar Nicola II. Ciò le permise di incontrare molte figure importanti alla corte imperiale. Pubblicò due romanzi basati sulle sue esperienze di vita nell’Europa orientale: “Strega bianca” (1913) e “Tania. Una storia russa” (1914). Durante la prima guerra mondiale, Meriel e la sua famiglia rimasero in Russia. Sua madre si occupò dell’organizzazione di un ospedale dove Meriel lavorava come infermiera. Suo padre rimase ambasciatore britannico anche dopo la caduta dei Romanov. La famiglia lasciò la Russia nel gennaio 1918. Scrisse poi numerosi libri sulla famiglia Romanov, la nobiltà russa e le sue esperienze di vita durante gli ultimi anni del regno dello zar Nicola II, a partire da Pietrogrado, la città del guai, 1914-1918, pubblicato nel 1918. Nel 1958, l’anno prima della sua morte, pubblicò un resoconto della carriera diplomatica di suo padre intitolato “Figlia dell’ambasciatore”.