Fortissima esplosione in uno stabilimento Eni a Calenzano: 2 ustionati e altri 5 feriti. Fiamme domate, rischio nube tossica
Un forte boato è stato sentito intorno alle 10.20 fra Prato e Firenze, è la conseguenza di un’esplosione con incendio che si è sviluppato a Calenzano in uno stabilimento dell’Eni.
A quel che si apprende l’incendio sarebbe divampato alle 10.20 di stamani a seguito della fuoriuscita di carburante da un’autocisterna. “Tutto il sistema regionale di emergenza sanitaria è impegnato senza sosta nelle operazioni di soccorso insieme ai vigili del fuoco e forze dell’ordine. Al momento la situazione dei feriti trasportati nei nostri ospedali, in continua evoluzione: 2 codici verdi a Careggi; 1 codice rosso ustionato a Careggi; 1 codice giallo per trauma cranico a Careggi; 1 codice rosso al centro Grandi Ustioni di Pisa; 2 codici gialli all’ospedale di Prato”, riferisce sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Secondo Giani “i vigili del fuoco hanno domato le fiamme in modo da evitare la propagazione ai depositi vicini. In merito all’esplosione dello stabilimento di Calenzano, i tecnici della nostra Agenzia regionale per la protezione ambientale sono sul posto per valutare le potenziali ricadute degli inquinanti, inclusi eventuali effetti sui corsi d’acqua”. “L’incendio è stato contenuto rapidamente- aggiunge- e la colonna di fumo si è alzata notevolmente a causa della differenza di temperatura tra i fumi e l’atmosfera”.
“Eni conferma che questa mattina è divampato un incendio presso il deposito di carburanti a Calenzano (Firenze) e che i vigili del fuoco stanno operando per domare le fiamme che sono confinate alla zona pensiline di carico e non interessano in alcun modo il parco serbatoi. Sono in corso di immediata verifica gli impatti e le cause. Seguiranno aggiornamenti”, è quanto fa sapere, in una nota dell’Eni.
Contraccolpi sul traffico veicolare e sulla circolazione dei treni. Il canale ufficiale della mobilità in Toscana, Muoversi in Toscana, fa sapere che lo svincolo dell’A1 a Calenzano è chiuso in entrambe le direzioni, a causa dell’incendio, inoltre i treni fra Prato Centrale a Firenze Castello potranno subire ritardi, variazioni e cancellazioni. I vigili del fuoco dei comandi di Prato, Pistoia, Lucca e Firenze sono impegnati nelle operazioni di spegnimento all’impianto Eni di Calenzano.
Intanto la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, fa sapere sui social: “Anche a Prato intorno alle 10.20 si è sentito il tremendo boato causato dall’esplosione di uno stabilimento a Calenzano- scrive la prima cittadina- la colonna di fumo è visibile da tutta la Piana. Non riguarda Prato direttamente, ma siamo tutti in allerta e insieme alla Regione stiamo monitorando la situazione e gli eventuali sviluppi. La raccomandazione è quella di evitare spostamenti verso la zona di Calenzano e di tenere per il momento le finestre chiuse per evitare eventuali problemi causati dal fumo”.
“Allertati tutti gli ospedali e pronto soccorso del territorio a seguito dell’esplosione avvenuta nello stabilimento Eni a Calenzano”, ha scritto sui social il presidente della Regione.
L’ALLARME AMBIENTALE
La nube di fumo nero sprigionata in seguito all’incendio verificatosi questa mattina presso il deposito della raffineria Eni a Settimello, nel comune di Calenzano, è “potenzialmente pericolosa per la salute umana e per l’ambiente”. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che ricorda come incendi di questo tipo “possano liberare nell’aria sostanze tossiche con effetti acuti e cronici sull’uomo”.
Tra le principali sostanze che “possono rappresentare un rischio per la salute troviamo il Monossido di Carbonio (CO), gas inodore e tossico che interferisce con il trasporto di ossigeno nel sangue, causando vertigini, nausea e, in alte concentrazioni, danni neurologici o fatali; Diossine e Furani (PCDD/Fs), con effetti cancerogeni, alterazioni del sistema endocrino e immunitario, Policlorobifenili (PCB) e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), composti cancerogeni che si sprigionano durante combustioni incomplete e possono provocare danni cellulari e tumorali, Particolato Fine (PM10 e PM2.5), particelle ultrafini in grado di penetrare nei polmoni e nel circolo sanguigno, aggravando patologie respiratorie e cardiovascolari, con un impatto significativo su anziani, bambini e individui vulnerabili, Composti Organici Volatili (COV), tra cui il Benzene, responsabile di leucemie e disturbi al sistema nervoso”.
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ricorda anche gli impatti ambientali di simili incidenti. “Gli incendi in raffinerie rilasciano sostanze inquinanti che contaminano l’aria, il suolo e le acque- spiega il presidente Alessandro Miani- le nubi nere sono composte da particolato, gas tossici e metalli pesanti, che si disperdono rapidamente e possono ricadere su un’ampia area circostante, con contaminazione del suolo e dei terreni agricoli, compromettendo la sicurezza alimentare, e inquinamento delle acque, con le particelle e le sostanze tossiche che possono raggiungere le falde acquifere e corsi d’acqua, danneggiando l’ecosistema e l’approvvigionamento idrico”.