Haiti, la strage dei voodoo: oltre cento religiosi uccisi da una gang con i machete a Cité Soleil, alle porte di Port-au-Prince
Oltre cento fedeli di religione voodoo sono stati uccisi machete e coltelli ad Haiti da una banda criminale che li accusava di “stregoneria”. Lo ha denunciato l’associazione National Human Rights Defense Network. La strage è avvenuta a Cité Soleil, alle porte di Port-au-Prince.
La Reuters scrive che “il capo della gang Wharf Jeremie, Monel “Mikano” Felix, ha preso di mira degli anziani che sospettava fossero responsabili della malattia del figlio. Tutte le vittime avevano più di 60 anni. Il boss ha ordinato il massacro dopo che suo figlio si è ammalato e un sacerdote voodoo ha accusato gli anziani della zona di aver maledetto il bambino”.
Cité Soleil è una baraccopoli densamente popolata nei pressi del porto della capitale Port-au-Prince, è una delle zone più povere e violente di Haiti. Il rigido controllo delle gang, compresa la restrizione all’uso dei telefoni cellulari, ha limitato la possibilità dei residenti di condividere informazioni sul massacro, continua la Reuters.
Nell’ottobre scorso, le Nazioni Unite hanno stimato che la banda di Felix contasse circa 300 persone e che operasse anche nei pressi di Fort Dimanche e La Saline, che nel novembre 2018 fu teatro del massacro di almeno 71 civili e di centinaia di case date alle fiamme. A ottobre, altre 115 persone sono state massacrate a Pont-Sonde, una cittadina nella regione di Artibonite, il granaio di Haiti, in quella che la gang Gran Grif ha definito una ritorsione nei confronti dei residenti che collaboravano con un gruppo di autodifesa per ostacolare le operazioni di pagamento del pedaggio stradale.