L’esordio di Doron Velt con “Il commissario e l’amor sacro” è un viaggio che si muove tra la concretezza dell’indagine poliziesca e la dimensione più astratta della spiritualità e del soprannaturale
Doron Velt promette di catturare i suoi lettori a partire dall’immagine di copertina che reca il volto in primo piano di una donna enigmatica dallo sguardo perturbante e magnetico.
“Il commissario e l’Amor sacro” narra le inchieste del commissario Bruno Delano, uomo risoluto e dedito al proprio lavoro, mentre si avvia verso la pensione, ma anche verso una riflessione profonda sul suo legame con Eugenia Horvat, una donna dotata di straordinarie capacità chiaroveggenti, e sul suo rapporto con la giustizia e il proprio incarico. È un’opera fulminante per la sua brevità e, ciononostante, per la potenza della storia narrata tra queste pagine, per il modo in cui i personaggi si imprimono memorabili nella mente dei lettori e delle lettrici. Ma non solo: il romanzo, infatti, arricchito da citazioni della tradizione mistica ebraica, ci invita a riflettere su temi eterni: il rapporto tra il Bene e il Male, l’amore come forza creatrice e distruttrice, il destino e la predestinazione. Il linguaggio di Velt è colto, ma mai eccessivamente erudito, rendendo l’opera accessibile anche ai neofiti del genere. Il romanzo risulterà particolarmente apprezzato da chi, oltre al piacere della lettura, cerca una via di conoscenza spirituale.
Sinossi ufficiale di “Il commissario e l’Amor sacro”
Tanti casi difficili risolti, una discrezione che talvolta sfiora la segretezza. Investigatore tanto abile quanto riservato, il commissario Bruno Delano è una piccola leggenda negli ambienti della polizia. Terribili sono i fatti di sangue di cui ha saputo trovare i responsabili, silenzioso e attento il suo modo di ricercare la verità. Ma accanto a una sensibilità acuta e a una disincantata conoscenza delle debolezze degli uomini, il commissario ha un altro segreto. Si tratta di una storia che ha radici nel passato, cominciata con una lettera incredibile a cui lui ha avuto il coraggio di prestare fede, e cresciuta fino a esplodere in un amore spasmodico e delicatissimo, che sfida tutte le definizioni convenzionali. Si chiama Eugenia il segreto del commissario, una donna temprata nelle cicatrici di una vicenda dolorosa, che ha il misterioso potere di vedere, ovvero di valicare il confine tra il mondo reale e i mondi sottili, ottenendo visioni rivelatrici dal forte contenuto simbolico. Attraverso stati extracorporei di chiaroveggenza, ella sa trovare gli elementi decisivi per indagini altrimenti impossibili. Dietro le violenze, le crudeltà e le deviazioni umane, si intravede un piano molto più profondo, una vertigine in cui Male e Bene si confrontano negli spiriti e sulla Terra. Voci diverse si intrecciano in una narrazione preziosa ed elegante per ricomporre una vicenda corposa di fascino e di emozioni da thriller. Un romanzo originale e avvolgente, che unisce il lirismo di un sentimento assoluto alla spietata concretezza del poliziesco.
Uno dei momenti più intensi dell’esordio di Doron Velt riguarda l’indagine sull’omicidio di Matilde Ceni che apre il romanzo. Il commissario Delano scopre che la donna, morta apparentemente per cause naturali, nascondeva un segreto terrificante: anni prima aveva ucciso il suo stesso figlio e ne aveva nascosto il corpo in un baule nel sottotetto. Il primo caso narrato si intreccia con il tema della colpa e della redenzione, che attraversa tutto il romanzo. La verità emerge non solo attraverso l’indagine razionale, ma anche attraverso una dimensione spirituale che Delano è costretto ad accettare.
Ma com’è morta la prima vittima, Matilde Ceni, e perché sul suo corpo c’è una perforazione sinistra? È morta per un semplice infarto oppure dietro le preoccupanti sensazioni che muovono Delano si nascondono in realtà verità innegabili? Certo è che, in questo senso, l’aiuto di Eugenia Horvat non potrà che risultare centrale – sia per la reputazione del riservato Delano, sia per lo scioglimento del mistero attorno al cadavere di Matilde Ceni.
Tra i numerosi personaggi che compongono il mosaico strutturale del romanzo, Eugenia Horvat è senza dubbio uno dei protagonisti più complessi e affascinanti. Velt la introduce come una donna segnata da un passato di sofferenza, ma anche dotata di un dono straordinario: la capacità di vedere simboli sacri apparire sul suo corpo e di accedere a verità nascoste attraverso visioni. Questo suo potere, però, è anche una fonte di dolore per sé stessa. Anche il protagonista per eccellenza, Bruno Delano, è tratteggiato nei minimi dettagli: razionale e al contempo profondamente meditativo, Delano è un uomo riservato e taciturno, che ha messo tutta la propria vita nel lavoro, un uomo di giustizia, attento alle minoranze e sempre dalla parte dei deboli.
La capacità di Doron Velt di intrecciare casi investigativi con momenti di introspezione e misticismo è ciò che rende l’opera qualcosa di più di un semplice romanzo giallo. Ogni caso investigativo è acuito dalla capacità dell’autore di creare suspense e diventa un tassello che rivela un lato oscuro della società in cui vivono i due personaggi, un mondo dove il male non è sempre immediatamente riconoscibile, ma striscia sotto la superficie. Per questo, si potrebbe dire che “Il commissario e l’Amor sacro” si pone come strumento per leggere i nostri giorni. Velt tesse la sua narrazione con uno stile elegante e scorrevole, alternando momenti di alta tensione a pause contemplativo, donando ai lettori una storia ricca di simbolismi, con frequenti richiami alla cabala e ad altre tradizioni esoteriche, che conferiscono al testo una profondità nascosta. Tanto quanto i dialoghi che sostengono la struttura narrativa, le visioni di Eugenia sono descritte in modo vivido e quasi visivo, immergendo il lettore in una realtà parallela, dove ogni dettaglio acquista un significato profondo e simbolico – elementi che contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva, in cui la trama si arricchisce di significati mistici e spirituali.
Ambientato in una Milano dai contorni sbiaditi, mentre indaga sui crimini, Delano riflette anche sulla sua vita e sul suo ruolo di commissario. L’avvicinarsi della pensione lo porta a fare un bilancio della sua carriera, costellata di orrori e di delitti, ma anche di momenti di umanità e di comprensione. La sua relazione con Eugenia diventa così un punto focale del suo percorso, non solo come investigatore, ma anche come uomo. In un passaggio particolarmente toccante, Delano si rende conto di amare Eugenia in modo puro e disinteressato, riconoscendo che il loro legame va oltre il desiderio e il tempo: un amore puro e sacro, qualcosa di non classificabile e catalogabile.
Il commissario e l’Amor sacro è un romanzo che mescola abilmente il giallo e il mistico, offrendo al lettore una narrazione complessa e stratificata. Doron Velt ci invita a riflettere sui limiti della razionalità e sulla potenza del soprannaturale, in un’opera che non è solo un thriller, ma anche una profonda meditazione sull’amore e sul mistero dell’esistenza.