Metotressato può prevenire artrite reumatoide in soggetti a rischio


Secondo un nuovo studio, il metotressato potrebbe prevenire lo sviluppo dell’artrite reumatoide in individui ad alto rischio di malattia

Artrite reumatoide: nuovo studio suggerisce che i livelli di calprotectina sierica potrebbero rappresentare un biomarcatore di infiammazione

Un ciclo di 1 anno di metotrexato potrebbe rivelarsi utile nel prevenire lo sviluppo dell’artrite reumatoide (AR) in pazienti con sieronegatività ACPA con artralgia clinicamente sospetta e ad alto rischio di artrite reumatoide. Queste le conclusioni di un’analisi dello studio TREAT EARLIER, pubblicata a settembre su The Lancet Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
La prevenzione dell’AR è diventata un obiettivo definitivo, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Tuttavia, non si sa ancora se sia possibile prevenire l’AR ACPA-
L’obiettivo dei ricercatori è stato quello, pertanto,  di valutare l’efficacia di un ciclo di 1 anno di metotrexato sullo sviluppo dell’AR in persone ACPA-negative con artralgia clinicamente sospetta e con un rischio elevato predetto di AR.

E’ stata condotta, pertanto, un’analisi di follow-up, utilizzando i dati a 4 anni dello studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo TREAT EARLIER.

Un totale di 236 partecipanti ACPA-positivi e ACPA-negativi provenienti da 13 cliniche reumatologiche ambulatoriali dislocate nell’area sud-occidentale dei Paesi Bassi erano stati arruolati nello studio originario. Tutti i partecipanti presentavano artralgie clinicamente sospette e infiammazione articolare subclinica confermata dalla risonanza magnetica. Il rischio previsto di un paziente di sviluppare l’AR era stato calcolato in base alla sieropositività agli ACPA e al fattore reumatoide, al numero di articolazioni con infiammazione subclinica e alla presenza di tenosinovite metacarpo-falangea-estensoria.

I partecipanti erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1, a trattamento con una singola iniezione intramuscolare di metilprednisolone 120 mg seguita da un anno di metotrexato o da un placebo equivalente. Il follow-up è stato condotto per un totale di 4 anni.

Risultati principali
Nel complesso, 182 partecipanti allo studio erano ACPA-negativi e 54 ACPA-positivi; il 65% dei partecipanti erano di sesso femminile. Nessuno dei partecipanti ACPA-negativi è stato considerato ad alto rischio di sviluppare l’AR, mentre 24 (44%) individui ACPA-positivi sono stati considerati ad alto rischio.

Dopo 4 anni, 52 partecipanti (22%) hanno sviluppato l’AR, senza differenze significative nella prevenzione complessiva della malattia tra i gruppi metotrexato (21%) e placebo (23%) ( hazard ratio [HR]: 0,88; IC95%: 0,51-1,51; P = 0,64).

Tuttavia, quando i partecipanti sono stati stratificati in base alla sierologia degli ACPA e ai livelli di rischio, sono emersi risultati significativi.  Nello specifico, Tra i partecipanti ACPA-negativi con un rischio previsto più elevato, il metotrexato ha ridotto significativamente il rischio di sviluppare l’AR; il 9% dei partecipanti del gruppo di trattamento ha sviluppato l’AR rispetto al 29% del gruppo placebo (HR:0,27; IC95%: 0,07-0,99; P =0,034).

Al contrario, i partecipanti ACPA-negativi con un rischio previsto inferiore non hanno riscontrato alcun effetto significativo del metotrexato, con l’8% e il 10% dei soggetti del gruppo di trattamento rispetto al placebo, rispettivamente, che hanno sviluppato l’AR (HR: 0,79; IC95%: 0,22-2,80; P =0,71). Tra i partecipanti positivi all’ACPA con un rischio previsto più elevato, il 56% ha sviluppato AR nell’arco di 4 anni e il trattamento con metotrexato non ha avuto un impatto significativo sui loro outcome (HR: 0,93; IC95%: 0,45-1,93; P =0,84).

Una analisi ulteriore ha rivelato che i partecipanti negativi all’ACPA con un rischio previsto più elevato hanno registrato una riduzione più significativa dell’infiammazione articolare rilevata dalla risonanza magnetica (riduzione media: -2,8; IC95%: da -4,0 a -1,5) rispetto al gruppo a basso rischio (riduzione media: -0,7; IC95%:da -1,3 a -0,2).

Anche i miglioramenti funzionali sono stati più pronunciati nel gruppo a rischio più elevato, con miglioramenti significativi nei punteggi di funzionalità fisica (differenza media: -0,14; IC95%: da -0,27 a -0,01) e nella forza di presa (miglioramento di 3,00 kg; IC95%: 0,85-5,15). Il gruppo a basso rischio ha registrato miglioramenti minimi o nulli.

Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici intrinseci dello studio, quali la mancanza di potenza statistica per alcune analisi di sottogruppo e la mancanza di dati sulla progressione dell’infiammazione subclinica.

Ciò detto, nel complesso “…le ricerche future dovrebbero valutare il rapporto costo-efficacia del trattamento con metotrexato durante la fase di artralgia clinicamente sospetta. Poiché il metotrexato è relativamente poco costoso, potrebbe essere interessante valutare i benefici per la salute in proporzione ai costi per la società”, hanno concluso i ricercatori”:

Bibliografia
Dumoulin QA, Krijbolder DI, Visser K, Lard LR, van der Helm-van Mil AHM. Development of rheumatoid arthritis after methotrexate in anticitrullinated protein antibody-negative people with clinically suspect arthralgia at risk of rheumatoid arthritis: 4-year data from the TREAT EARLIER trial. Lancet Rheumatol. Published online September 17, 2024. doi:10.1016/S2665-9913(24)00196-6
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