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I gastroenterologi ospedalieri chiedono un cambio organizzativo

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Per la gestione delle urgenze gastroenterologiche ed endoscopiche: i gastroenterologi ospedalieri chiedono un cambio organizzativo

E’ necessario un cambiamento organizzativo secondo il modello delle reti cliniche assistenziali e la cooperazione tra strutture sanitarie a livello regionale per migliorare la gestione delle emergenze e il livello di cura per i pazienti. E’ quanto evidenziano gli esperti dell’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri (AIGO) riuniti di recente a Napoli per il corso nazionale.

Quest’anno il tema al centro dell’incontro è relativo a “Le urgenze in gastroenterologia ed endoscopia digestiva”. In queste situazioni, il medico è tenuto a prendere delle decisioni in maniera rapida per salvare la vita del paziente. La conoscenza adeguata delle linee guida pubblicate dalle società scientifiche e un aggiornamento continuo in merito alle diagnostiche più avanzate e alle innovazioni principali in ambito terapeutico sono dunque cruciali per il successo dell’intervento medico.

Il presidente nazionale di AIGO, professor Massimo Bellini afferma: “Partiamo dalla pratica clinica quotidiana per affrontare una serie di aspetti fisiopatologici, diagnostici e terapeutici riguardanti le principali urgenze gastroenterologiche ed epatologiche. Dalla gestione delle fasi acute delle malattie infiammatorie intestinali a quella del dolore addominale di origine sconosciuta, fino alla gestione delle problematiche urgenti in epatologia e a quella delle urgenze emorragiche e non emorragiche e delle complicanze in endoscopia digestiva. Il corso nazionale sarà inoltre l’occasione per dialogare con esperti di elevatissimo livello scientifico, ma anche per affrontare questioni organizzative e infrastrutturali che contribuiscono in modo importante all’efficienza della gestione ospedaliera”.

A questo proposito, AIGO si sta impegnando a livello nazionale e territoriale a superare alcuni nodi decisivi con l’obiettivo di garantire interventi efficaci ed efficienti che consentano una risposta omogenea alle esigenze di salute e cura delle persone. Si sta lavorando ad esempio ad un nuovo modello di rete per la gestione delle urgenze di alcune patologie che permetta un sistema di accoglienza e gestione migliore per i pazienti. Il nuovo modello non può prescindere da alcune note criticità che caratterizzano attualmente il Sistema Sanitario Nazionale: l’invecchiamento della popolazione e la conseguente entità di finanziamento che ne risulta aggravata, l’effetto “spiazzamento” per la spesa pensionistica e la difficoltà di reperimento di figure professionali opportunamente formate, in primis il personale infermieristico. In questo contesto, AIGO ritiene fondamentale la sensibilizzazione delle istituzioni ad un reale cambiamento organizzativo e un impegno attivo affinché le soluzioni individuate siano estese a tutte le regioni, utilizzando come riferimento quelle in cui è già stato avviato un modello virtuoso.

Il direttore della Gastroenterologia dell’Asst Sette Laghi e responsabile del comitato qualità di AIGO, dottor Sergio Segato, commenta: “Riteniamo che la rete clinico-assistenziale sia la chiave giusta per assicurare un adeguato livello di cura ai pazienti soprattutto in situazioni di emergenza. Un sistema sanitario basato su reti di ospedali a livello regionale permetterebbe una gestione più razionale delle urgenze, in grado di trattare i pazienti indirizzandoli in modo rapido nelle strutture con specialisti e strumentazioni più idonee a seconda della necessità, a vantaggio della salute dei cittadini. In questo modo si risolverebbero gran parte delle criticità che oggi sono presenti in molte strutture di pronto soccorso in tutta Italia”.

Un recente studio retrospettivo delle sezioni regionali del Lazio di AIGO, Sied (Società italiana endoscopia digestiva) e Sige (Società italiana di gastroenterologia) ha evidenziato che strutture e competenze specialistiche garantiscono risultati migliori con una mortalità a 30 giorni inferiore nel caso di pazienti con sanguinamento digestivo ricoverati in dipartimenti d’emergenza dotati di maggiori risorse.

Le reti cliniche in Italia sono regionali e si sono strutturate da alcuni anni sulla base di indicazioni di carattere nazionale che prevedono nove reti cliniche per patologia: infarto, ictus, traumatologica, neonatologica e punti nascita, oncologica, pediatrica, trapiantologica, terapia del dolore e malattie rare. Diverse regioni hanno dato attuazione alle indicazioni nazionali, seppure in modalità e tempistiche diverse.

La gastroenterologia non è tra le reti obbligatorie, ma in alcune regioni questo modello organizzativo è stato istituito per malattie dell’apparato digerente su iniziativa della società scientifica e dei suoi professionisti. In particolare, reti per la gestione delle emorragie digestive sono state definite in Sicilia, Veneto e Lombardia ma percorrono stadi differenti di sviluppo organizzativo.
Ad esempio, in Lombardia la rete non è ancora operativa nonostante sia stata istituita con atto dirigenziale nel 2012. “Se la formalizzazione del processo è un momento necessario per dare il via al cambiamento organizzativo, lo stesso non è sufficiente a metterlo in atto ed il rischio che le riforme restino sulla carta è elevato”, prosegue il dottor Segato.

Un modello virtuoso per le reti cliniche in gastroenterologia è quello realizzato dalla regione Sicilia con la creazione di un tavolo tecnico permanente, operativo dal 2016.
La collaborazione fattiva tra diverse società scientifiche, tra cui AIGO con il dottor Roberto Vassallo – presidente del comitato scientifico e responsabile dell’unità di Gastroenterologia dell’Ospedale Buccheri di Palermo -, Sied e Sige, ha consentito la costituzione di reti assistenziali gastroenterologiche per le malattie infiammatorie  intestinali croniche, per l’epatite virale C e le malattie epatologiche, e come fiore all’occhiello la Rete tempo-dipendente per le emergenze endoscopiche emorragiche e non (corpi estranei, caustici, colangiti severe).

Questo sistema prevede la cooperazione dei vari centri in possesso dei requisiti minimi richiesti, secondo livelli di competenza e differenti risorse tecnico-professionali suddivisi in centri Spoke e Hub.  L’adozione di percorsi e terapie che riflettono criteri di appropriatezza secondo le attuali linee guida consente di risolvere le criticità del territorio e garantire a tutti i pazienti siciliani il miglior livello possibile di assistenza e di offrire criteri di equità, trasparenza, solidarietà, efficacia, efficienza, adeguatezza.

Anche la Campania sta guardando al modello siciliano per lo sviluppo di una rete regionale tempo dipendente sulle emergenze endoscopiche. Un tavolo tecnico formato da medici specialisti, dai rappresentanti degli ospedali con il maggior numero di accessi in Campania e da uno staff tecnico sta lavorando al progetto, con il supporto della Regione Campania. Nei prossimi mesi si attende la pubblicazione di un piano operativo per la definizione dei percorsi assistenziali delle urgenze e l’organizzazione della rete.

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