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Ventilazione meccanica: dal “polmone d’acciaio” ai dispositivi CPAP e BiPAP

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ventilazione meccanica

In ambito medico, la ventilazione meccanica, altrimenti detta ventilazione artificiale, è una metodica terapeutica utilizzata per il supporto respiratorio in quei soggetti che, a causa di malattie o eventi traumatici, non hanno la capacità di respirare adeguatamente.

La ventilazione meccanica può essere a pressione negativa o a pressione positiva. Esempio classico di apparecchio medicale basato sulla ventilazione meccanica a pressione negativa è il cosiddetto “polmone d’acciaio”, apparecchiatura ormai in disuso che nel secolo scorso fu fondamentale per la sopravvivenza di coloro che in seguito alla poliomielite avevano perso la funzionalità polmonare.

Per quanto rivoluzionario per l’epoca (fu introdotto su larga scala negli anni Venti del secolo scorso) il polmone d’acciaio aveva limiti di non poco conto (grandi dimensioni e complessità d’uso).

I continui progressi tecnologici hanno gradualmente portato alla produzione di apparecchiature per il supporto alla respirazione sempre più sofisticate, a pressione positiva, come la CPAP e la Bilevel (o BiPAP).

CPAP sta per Continuous Positive Airway Pressure, Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree mentre BiPAP sta per Bilevel Positive Airway Pressure, Pressione Positiva Continua Bifasica.

Diversamente dal polmone d’acciaio questi dispositivi sono di dimensioni contenute e non invasivi, tant’è che si parla di NIV (Non-Invasive Ventilation ovvero ventilazione non invasiva).

1.Dispositivi CPAP e BiPAP: cosa sono?

I dispositivi CPAP e BiPAP sono apparecchiature medicali, utilizzate sia in ambito ospedaliero che a domicilio per fornire supporto respiratorio nel caso di condizioni mediche più o meno gravi in cui la respirazione del paziente è inadeguata.

Sono sofisticate apparecchiature di piccole dimensioni costituite da un corpo centrale che contiene un ventilatore; questo è collegato a una maschera nasale tramite un tubo flessibile dal quale passa l’aria erogata dal ventilatore. Di solito possono essere dotate di umidificatore che serve a prevenire un fastidioso effetto collaterale, ovvero la secchezza di naso e gola causata dal continuo flusso d’aria.

Le ridotte dimensioni rendono questi apparecchi molto pratici; per esempio, nel caso di sindrome delle apnee ostruttive del sonno il dispositivo può essere tenuto sul comodino.

Solitamente le terapie CPAP o BiPAP riguardano condizioni mediche a carattere cronico, ma non mancano nemmeno i casi in cui tali apparecchi vengono sfruttati per la gestione di situazioni temporanee.

2.CPAP e BiPAP: quali sono le differenze?

La terapia con dispositivi CPAP è probabilmente la modalità di ventilazione non invasiva più diffusa poiché rappresenta il gold standard per il supporto respiratorio nei soggetti affetti da varie problematiche respiratorie e soprattutto nel caso della sindrome delle apnee notturne del sonno.

Grazie alla pressione positiva esercitata dal dispositivo CPAP, le vie aeree rimangono pervie. In alcune circostanze però la CPAP non è sufficiente oppure non è ben tollerata dal paziente. L’alternativa in questi casi è la BiPAP.

Va precisato che i dispositivi CPAP e Bilevel sono molto simili tra loro e la principale differenza è costituita dal fatto che i CPAP forniscono un livello continuo di pressione dell’aria, mentre i BiPAP ne forniscono due: IPAP (Inspiratory Positive Airway, pressione positiva inspiratoria) e EPAP (Expiratory Positive Airway Pressure, pressione positiva espiratoria).

3.Indicazioni all’utilizzo

I dispositivi CPAP e BiPAP sono usati per la gestione di varie condizioni mediche fra le quali si ricordano le seguenti: sindrome delle apnee ostruttive del sonno, broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza respiratoria causata da obesità, malattie neuromuscolari che minano anche la funzione muscolare (SLA, sclerosi multipla, miastenia gravis, distrofie muscolari ecc.), uso cronico di oppioidi ecc.

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