Manovra: scontro sulla parificazione dello stipendio di ministri e sottosegretari


Fa discutere una proposta in Manovra che punta a a parificare lo stipendio di ministri e sottosegretari, sia che siano stati eletti in Parlamento, sia che non lo siano

meloni

“Ai Ministri e ai Sottosegretari di Stato che non siano parlamentari è corrisposto il trattamento economico complessivo spettante ai membri del Parlamento”: è quanto prevede uno degli emendamenti depositati in commissione Bilancio alla Camera dai relatori su cui è già bagarre.

La proposta infatti punta a a parificare lo stipendio di ministri e sottosegretari, sia che siano stati eletti in Parlamento, sia che non lo siano. Con il risultato di alzare la retribuzione di chi attualmente prende meno. Una proposta “democratica” insomma, per non fare discriminazioni retributive insomma. Il punto però è che, se approvato, l’emendamento porterebbe un aumento dei costi pari a 1,3 milioni di euro a partire dal 2025. Quanto basta per mettere legna sul fuoco della bagarre politica, infatti dalle fila dei partiti di opposizione si grida già allo scandalo.

“Mentre gli italiani faticano ad arrivare alla fine del mese, il Governo propone di aumentare lo stipendio ai ministri. È una vergogna“: lo scrive su X Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato.

“È un emendamento vergogna quello depositato dai relatori in commissione Bilancio alla Camera. In un momento storico in cui ci sono decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione, 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, 5,7 milioni di individui in povertà assoluta e metà delle famiglie che non arriva a fine mese, il Governo trova tempo e soprattutto risorse per i propri privilegi. Daremo battaglia in commissione contro questa porcata, l’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini italiani”. Lo afferma in una nota la capogruppo del M5S in commissione Bilancio alla Camera Daniela Torto. Stessa musica- sempre dalle fila del Movimento 5 Stelle. è quella di Francesco Silvestri che denuncia: £Governo e maggioranza bocciano i nostri emendamenti per alzare le pensioni minime, introdurre il salario minimo e ripristinare il Reddito di cittadinanza e poi ne presentano uno per aumentare gli stipendi di ministri, viceministri e sottosegretari. Una sola parola: vergogna!”.

LA NORMA ANTI-RENZI: “DIVIETO DI INCARICHI EXTRA UE PER MINISTRI E PARLAMENTARI”

Un altro emendamento depositato dai relatori alla legge di bilancio è già definito “norma anti-Renzi”. Prevede infatti che “i componenti del governo, i parlamentari, i presidenti di Regione e delle Province autonome, salvo preventiva autorizzazione degli organi di appartenenza, non possono svolgere incarichi retribuiti in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell’Unione europea”.

GLI AUMENTI DELLE TARIFFE IN AUTOSTRADA A +1,8%

Altro emendamento destinato a fare discutere è “l’aggiornamento” delle tariffe autostradali che “sono incrementate, per il 2025, dell’1,8%, corrispondente all’indice di inflazione programmato per l’anno 2025 nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029, ad eccezione delle società concessionarie nei cui atti convenzionali non è previsto un incremento delle tariffe”. È quanto prevede un emendamento depositato dai relatori alla manovra.