Brodalumab efficace per la psoriasi indipendentemente dal peso del paziente


Psoriasi: brodalumab ha dimostrato un’elevata efficacia nel ridurre la gravità della patologia cutanea a prescindere dall’indice di massa corporea dei pazienti

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Le evidenze supportano una relazione integrata e reciproca tra psoriasi e obesità, mediata dall’interleuchina (IL)-17. Brodalumab, un anticorpo monoclonale umano che blocca il recettore della citochina inibendo le attività biologiche delle isoforme IL-17, ha dimostrato un’elevata efficacia nel ridurre la gravità della patologia cutanea a prescindere dall’indice di massa corporea dei pazienti, secondo quanto riportato in una relazione presentata al congresso della European Academy of Dermatology & Venereology (EADV) 2024.

Tra il 1990 e il 2019 l’incidenza della psoriasi a livello globale è aumentata di oltre il 26% e, in modo simile, la prevalenza mondiale dell’obesità è quasi triplicata tra il 1975 e il 2016, prevalentemente in America e in Europa. L’obesità è stata riconosciuta come un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie infiammatorie e autoimmuni, e una maggiore gravità della psoriasi è associata a una maggiore prevalenza di obesità.

L’aumento del rischio di obesità, definita come un BMI superiore a 30 kg/m2, cresce in funzione della gravità della patologia cutanea:

  • Psoriasi lieve (supeficie cutanea coinvolta, BSA, ≤2%): probabilità del 14% superiori di sviluppare obesità
  • Psoriasi moderata (BSA 3–10%) probabilità del 34% superiori di sviluppare obesità
  • Psoriasi grave (BSA >10%) probabilità del 66% superiori di sviluppare obesità

L’obesità è un fattore di rischio per l’insorgenza della psoriasi, come dimostrato da numerosi studi osservazionali. Potrebbe essere un fattore sottostante comune che spiega le associazioni positive tra psoriasi e comorbilità come malattie cardiovascolari, diabete e sindrome metabolica, o, in alternativa, potrebbe essere causalmente correlata all’insorgenza della psoriasi.

Un ampio studio prospettico norvegese (HUNT) con un follow-up fino a 13 anni ha rilevato un’associazione positiva tra sovrappeso e obesità e il rischio di psoriasi. Le persone classificate come obese all’inizio avevano un rischio di psoriasi quasi 2 volte più alto rispetto a quelle normopeso. Anche ulteriori misure di adiposità e distribuzione del grasso, come la circonferenza della vita e il rapporto vita-fianchi, sono risultate positivamente associate al rischio di psoriasi. Inoltre, un aumento di peso di almeno 10 kg nei 10 anni precedenti era associato a un rischio sostanzialmente più elevato di psoriasi rispetto al mantenimento di un peso stabile, in particolare tra i soggetti normopeso all’inizio dello studio.

Il potenziale ruolo dell’interleuchina-17 
L’interleuchina-17A potrebbe rappresentare una base fisiopatologica comune sia dell’obesità che della psoriasi, dal momento che vi sono dei percorsi paralleli tra le due patologie. L’espressione della IL-17A risulta infatti aumentata nel grasso, nel siero e nelle placche della psoriasi. Inoltre può stimolare le cellule dendritiche a secernere citochine pro-infiammatorie, che successivamente stimolano la differenziazione delle cellule T naïve in cellule Th17, che secernono IL-17A. La IL-17A induce l’infiammazione cronica osservata nell’obesità, così come l’infiammazione cronica, l’iperplasia epidermica e le placche cutanee osservate nella psoriasi.

Obesità e psoriasi sono collegate da un meccanismo fisiopatologico comune, che è spiegato dall’infiammazione cronica di basso grado. L’obesità non è solo associata a una maggiore incidenza e gravità della psoriasi, ma influenza anche la risposta al trattamento. Dagli studi emerge che l’obesità, attraverso percorsi pro-infiammatori, è un fattore predisponente allo sviluppo della psoriasi e che aggrava la psoriasi esistente.

Come scegliere la terapia più adatta per il paziente giusto?
Nella scelta dei biologici per il trattamento per la psoriasi vi sono diversi fattori da considerare:

  • Comorbilità che possono controindicare o richiedere cautela nell’uso di un particolare farmaco
  • Presenza di malattie concomitanti che possono trarre beneficio dallo stesso trattamento
  • Anamnesi della malattia, trattamenti precedenti, rapida recidiva dopo l’interruzione del trattamento, attività della malattia intermittente o continua
  • Gravità, attività e stabilità della malattia
  • Richiesta di un trattamento flessibile, che può essere facilmente interrotto e ripreso
  • Necessità di risposta rapida

Inoltre l’efficacia delle terapie biologiche può essere influenzata dal BMI. In uno studio multicentrico retrospettivo condotto su 504 pazienti che hanno iniziato una terapia biologica tra gennaio 2006 e dicembre 2009, dopo 12 e 24 settimane la percentuale di pazienti che hanno ottenuto un miglioramento del 90% vs basale nello Psoriasis Area and Severity Index (PASI) è stata più alta nei partecipanti con un BMI <30 rispetto a quelli con un BMI ≥30 (54,90% vs 43,45%, p=0,014, alla settimana 12 e 66,84% vs 56,55%, p=0,021, alla settimana 24).

I pazienti obesi (BMI ≥30) avevano inoltre una maggiore probabilità di interrompere la terapia a causa della mancanza o della perdita di efficacia (p=0,0192) rispetto ai non obesi. Un’analisi ha anche evidenziato che il BMI ha influenzato negativamente la drug survival e la risposta clinica dei farmaci biologici nei soggetti psoriasici, ha osservato nella sua relazione il dr. Matteo Megna, del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Napoli Federico II.

Brodalumab efficace nella psoriasi indipendentemente dal BMI
Lo studio di real-world LIBERO, prospettico, multicentrico, non interventistico, ha coinvolto 638 adulti con psoriasi a placche trattati con brodalumab 210 mg, un anticorpo monoclonale che si lega con alta affinità al recettore della IL-17A e blocca le attività biologiche delle citochine pro-infiammatorie IL-17A, IL-17F, l’eterodimero IL-17A/F e la IL-25, determinando l’inibizione dell’infiammazione e dei sintomi clinici associati alla psoriasi.

Con brodalumab è stato osservato un rapido e sostenuto miglioramento delle risposte PASI 90/100 alla settimana 52, con il 74,0% dei pazienti che ha raggiunto l’endpoint primario di un punteggio PASI ≤3 alla settimana 12 (p<0,0001) e l’85,5% dei partecipanti che ha raggiunto l’endpoint primario di un punteggio PGA (Physician Global Assessment) di 0/1 (cute libera o quasi libera da lesioni) alla settimana 52 (p<0,0001).

In una analisi dei sottogruppi il farmaco ha evidenziato tassi di risposta comparabili nei pazienti con peso inferiore o superiore ai 100 kg nell’arco di 52 settimane. I tassi di risposta medi PASI 90/100 hanno mostrato un miglioramento rapido e sostenuto nel corso dello studio, con risposte medie PASI leggermente inferiori nel gruppo >100 kg fino alla settimana 24.

In una analisi post-hoc degli studi AMAGINE-2 e AMAGINE-3 i pazienti sono stati divisi in base allo stato del BMI e brodalumab ha mostrato efficacia e sicurezza comparabili nei partecipanti con BMI inferiore o superiore a 30 kg/m2.

AMAGINE-2 e 3 erano trial di fase III, prospettici, multicentrici, controllati con placebo e comparatore attivo, nei quali i pazienti con psoriasi da moderata a grave sono stati randomizzati a ricevere brodalumab, ustekinumab o placebo per una fase di induzione di 12 settimane. Alla settimana 12 i soggetti trattati con brodalumab e ustekinumab durante la fase di induzione hanno mantenuto la terapia assegnata, mentre quelli che hanno ricevuto placebo sono passati a brodalumab.

In totale 281 pazienti su 687 (40,9%) erano obesi. La clearance cutanea è risultata comparabile nei sottogruppi di BMI nei soggetti trattati con brodalumab, con tassi di risposta PASI 100 nei soggetti non obesi e obesi alla settimana 12 rispettivamente del 54,1% e del 49,5% e alla settimana 52 rispettivamente del 72,6% e del 64,8%.

Conclusioni:

  • Le evidenze supportano una relazione integrata e reciproca tra psoriasi e obesità, mediata dalla IL-17, che perpetua un ciclo di feedback positivo che esacerba lo stato infiammatorio in entrambe le condizioni.
  • I risultati della sottoanalisi dello studio LIBERO indicano che il brodalumab può rappresentare un’opzione di trattamento adatta per i pazienti con psoriasi, indipendentemente dal peso corporeo.

Referenze

Megna M. A double burden: How can we optimize the treatment of patients with plaque psoriasis living with overweight/obesity? Presented at the 33rd Annual Congress of the European Academy of Dermatology & Venereology (EADV); Amsterdam, Netherlands; September 25–28, 2024.