Siria, l’ultimo giorno di Assad presidente: “Mai pensato alla resa”. Su Telegram ricostruisce il percorso tra il 7 e l’8 dicembre da Damasco alla base russa
Da Damasco, ormai “infiltrata” dalle forze “terroristiche”, alla base russa di Khmeimim, e solo dopo la resa dell’esercito siriano il trasferimento a Mosca: questo il percorso di Bashar Al-Assad tra il 7 e l’8 dicembre, ricostruito dallo stesso presidente. Si è trattato degli ultimi giorni da capo dello Stato in coincidenza con l’ingresso nella capitale dei ribelli di Hayat Tahrir Al-Sham e di altre milizie alleate.
Khmeimim si trova nella regione di Latakia, la zona mediterranea della Siria della quale è originaria la famiglia Al-Assad.
“Quando le forze terroristiche hanno infiltrato Damasco, mi sono trasferito a Latakia in coordinamento con i nostri alleati russi per supervisionare le operazioni di combattimento”, ha riferito Assad sul canale Telegram che utilizzava da presidente. “All’arrivo nella base aerea di Khmeimim quella mattina, è apparso chiaro che le nostre forze si erano completamente ritirate da tutte le linee di battaglia e che le ultime posizioni dell’esercito erano cadute”. Al-Assad ha aggiunto: “In nessun momento ho preso in considerazione l’idea di dimettermi o cercare rifugio, né una proposta del genere mi è stata avanzata da alcuna persona o parte; l’unica azione possibile era continuare a combattere contro l’assalto terroristico”.
Gli Al-Assad, Bashar e prima di lui il padre Hafiz, al potere dal 1971 al 2000, appartengono alla minoranza sciita degli alawiti e sono originari della cittadina di Qardaha. All’ormai ex presidente la Russia ha concesso asilo sulla base di “ragioni umanitarie”.