Dalla zeolite un aiuto per gli effetti collaterali della chemioterapia


La zeolite può essere una valida alleata per eliminare gli effetti collaterali dopo la fine dei trattamenti di chemio e radioterapia

I pazienti oncologici sono esposti a un rischio maggiore di infezione da SARS-CoV-2 e di COVID-19 grave: la risposta al vaccino è influenzata dalla terapia

La zeolite è un minerale di origine vulcanica, poiché i giacimenti si formano proprio grazie ai depositi di lava sedimentata. È possibile trovarla anche in rocce sedimentarie di origine marina, per cui è presente anche in tutti gli oceani. Il nome “zeolite” deriva dal greco e significa “pietra che bolle”: sono rocce in grado di rilasciare acqua quando vengono riscaldate. Le rocce composte da questo minerale rientrano nella famiglia delle zeolititi.

Conosciuta soprattutto per i suoi effetti detox che permettono di ridurre significativamente la presenza di metalli pesanti, radicali liberi e tutta una serie di tossine (per questo viene anche chiamata “la spugna intelligente” o anche “spazzino dell’organismo”) la zeolite è in grado di portare numerosi benefici.

Recenti studi sull’utilizzazione della zeolite clinoptilolite attivata in abbinamento alle terapie standard hanno evidenziato:

– La sua azione positiva sul sistema circolatorio, sulla pressione arteriosa, sul recupero dopo l’infarto.
– Effetti benefici sul sistema digestivo, in particolare sull’iperacidità gastrica e sulle ulcere duodenali.
– Diversi studi scientifici hanno studiato anche gli effetti benefici sui reumatismi, sulla cura delle infezioni renali e sul trattamento di patologie dermatologiche attraverso l’applicazione diretta della polvere su numerose affezioni della pelle.
– La capacità adiuvante della zeolite durante e dopo trattamenti con medicinali – chemioterapia e radioterapia – che consiste nel rimuovere dall’organismo i residui chimici dannosi rimasti al termine della terapia.

Le caratteristiche peculiari della zeolite clinoptilolite attivata (ZECLA) sono costituite dalla capacità di legare, a livello intestinale, radicali liberi, metalli pesanti, ione ammonio e tossine, allontanandole dall’organismo, attività descritte nella definizione stilata dal Nomenclatore Europeo dei dispositivi medici.

Una combinazione con entità variabili dei quattro tipi di sostanze tossiche prima riportate è stata rilevata nei tumori nei quali esse possono svolgere la funzione di responsabili diretti nella loro insorgenza odi adiuvanti nella loro induzione, come dimostrato da numerose ricerche. Confortato da tali dati il Prof Pavelic (1) ha svolto ricerche in vitro per verificare la possibilità che l’eliminazione di questi induttori potesse influenzare la velocità di sviluppo dei tumori ed ha evidenziato un’azione inibitrice della ZECLA nei confronti della crescita delle cellule tumorali variabile in funzione del dosaggio utilizzato e della tipologia di neoplasia.

Ulteriori studi in vivo effettuati trattando con ZECLA topi e cani affetti da una varietà di tumori ha portato ad un miglioramento dello stato di salute, prolungamento del tempo di sopravvivenza e ad una diminuzione delle dimensioni del tumore. Inoltre l’applicazione locale di ZECLA su tumori della pelle ha diminuito la formazione del tumore stesso e la sua crescita. Infine studi tossicologici effettuati su topi e ratti hanno dimostrato che il trattamento non ha effetti negativi (2).

La ZECLA è anche in grado in indurre una stimolazione della risposta immunitaria legata ad una diminuzione della perossidazione lipidica derivante dalla formazione di radicali liberi in eccesso. Alcuni studi hanno evidenziato in culture cellulari in soluzione nutriente senza silicio l’arresto dopo breve tempo delle principali funzioni di sintesi, ad esempio la sintesi proteica e la sintesi clorofilliana, con compromissione della parete cellulare che diventa instabile (3).

Questa perdita metabolica presente anche nel substrato della matrice extracellulare nei malati cronici e tumorali è stata confermata, tra l’altro, da deficit di adenosina trifosfatasi, dall’inibizione della pompa Na+/K+, dalla riduzione dell’ossiemoglobina nel sangue, dal maggiore consumo di ossigeno, dall’eccesso di radicali 02 liberi ed infine da problemi di natura elettrofisiologica. In caso di neoplasia infatti si riscontra un potenziale negativo eccedente in quanto il tessuto tumorale agisce come una batteria che si sta fortemente scaricando.

Gli effetti collaterali generati dalla radioterapia sono legati all’elevata energia che viene assorbita dalle cellule circostanti la massa tumorale con formazione di radicali liberi che comportano un incremento dello stress ossidativo e dalla reazione infiammatoria locale, anche a livello del derma, che modifica la fisiologia cellulare.

La capacità adiuvante della ZECLA nella terapia antitumorale, chemio e radio, può essere quindi attribuita alla sua partecipazione alla sintesi proteica, alla capacità di contribuire alla costruzione del tessuto connettivo, all’azione adsorbente, al controllo del metabolismo del calcio nelle cellule da parte del silicio presente nella sua struttura ed infine all’azione antiossidante.

Numerose applicazioni cliniche hanno pienamente confermato tali attività ed il risultato finale è caratterizzato da migliori condizioni di vita dei pazienti trattati, con tempi di recupero funzionale molto brevi dopo le applicazioni di chemio o radio-terapia. Tali risultati sono confortati dai dati cImici che dimostrano un incremento dell’emoglobina fino alla sua normalizzazione ed il netto miglioramento nel tempo della formula leucocitaria in genere sconvolta dalla terapia (3).

L’organismo è quindi in grado di reagire meglio nei confronti del tumore rendendo più efficaci le terapie.

BIBLIOGRAFIA
1) M. Colic Al, K. Pavelic, Journal of Molecular Medicine 78, 333—336, (2000)
2) K. Pavelic et al. Molecular Medicine 78: 708-720 (2001)
3) K. Hecht, E. Hecht-Savoley, Natur-Mineralien, Regulation und Gesundheit. Schibri-Verlag, Berlin! Milow (2005)