In manovra niente aumento di stipendio per ministri e sottosegretari non parlamentari


Un emendamento riformulato dei relatori alla manovra prevede per i ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma il “rimborso delle spese di trasferta”

governo meloni ministri

Niente equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari ai colleghi eletti. Lo prevede un emendamento riformulato dei relatori alla manovra, che prevede per i ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma il “rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. A questo fine è istituito presso la Presidenza del consiglio dei ministri un Fondo con una dotazione di 500.000 euro annui dal 2025.

Duri i commenti dell’opposizione. “L’aumento dello stipendio resta tutto, altro che ritiro, sotto forma di rimborso delle spese di trasferta. Il Governo Meloni, quello della coperta corta, trova 500mila euro l’anno, inseriti da qui all’eternità nel bilancio dello Stato, per aumentare potenzialmente di 2.500 euro al mese l’attuale trattamento economico di ministri e sottosegretari non eletti. Per i pensionati minimi, invece, non si va oltre gli 1,8 euro in più al mese. Sono senza vergogna, anche se provano a vergognarsi facendo passare un aumento per un rimborso spese. Operazione oscena, che marchia a fuoco questa Legge di bilancio lontana anni luce dalle esigenze del Paese”. Lo comunica in una nota Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S della Camera.