Risolto il caso della febbre emorragica dal Congo


Risolto il mistero della febbre emorragica in Congo. Sul caso di un 55enne residente a Trevignano rientrato in condizioni critiche, il ministero dice: “Uomo deceduto mai stato in ospedale”

La Repubblica democratica del Congo ha dichiarato la conclusione della dodicesima epidemia di Ebola. Il vaccino ha limitato i contagi

Una forma “grave” di malaria: il ministero della Salute della Repubblica democratica del Congo ha classificato così la malattia finora non diagnosticata che ha causato a novembre almeno 143 morti nel distretto sanitario di Panzi, nella regione sud-occidentale di Kwango.

In una dichiarazione, il dicastero ha riferito che “il mistero è finalmente risolto” e ha aggiunto: “Si tratta di un caso di malaria grave, che si è manifestata sotto forma di malattia respiratoria, aggravata dalla malnutrizione”.

L’ALLARME IN VENETO

Nella serata del 16 dicembre, era stato comunicato dal servizio sanitario un decesso di una persona di 55 anni di Trevignano, rientrata di recente da un viaggio in Congo.

“Un caso sospetto di febbre con emorragia”, aveva informato la Regione Veneto.

E dunque la Direzione Prevenzione della Regione aveva fatto scattare gli accertamenti diagnostici per fare luce sull’eziologia della malattia, in collaborazione con l’Istituto comprensivo “Lazzaro Spallanzani” di Roma.

In attesa degli accertamenti diagnostici sono state comunque attivate tempestivamente le misure di sanità pubblica previste per questi casi, in accordo con il ministero della Salute, l’Istituto Spallanzani e l’Istituto superiore di sanità.

È stato attivato il protocollo previsto, disponendo anche l’isolamento fiduciario domiciliare per l’unico contatto noto e avviando la relativa sorveglianza sanitaria.

Malattia ‘misteriosa’ su cui adesso ha fatto chiarezza il Paese africano.

LA NOTA DEL MINISTERO

“In riferimento al caso della persona di Treviso deceduta di ritorno da un viaggio in Congo nella capitale Kinshasa e a nord lungo il fiume Congo, si rappresenta che dalle prime informazioni raccolte dalla Aulss2 Veneto, il paziente non avrebbe avuto alcun contatto con personale sanitario né si sarebbe mai recato in ospedale dall’insorgenza dei sintomi fino al loro peggioramento. Non risulta che abbia seguito alcuna terapia farmacologica. Sono in corso gli accertamenti da parte dell’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e dell’Istituto Superiore di Sanità”.

È quanto si legge in una nota congiunta del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, in merito alla malattia non diagnosticata in Congo.

“La Regione Veneto, come da protocollo – conclude il testo- ha già attivato in forma precauzionale le necessarie misure di sorveglianza sanitaria. Si ricorda che i precedenti casi di pazienti provenienti dal Congo (regione di Kinshasa), uno ricoverato all’ospedale di Lucca e l’altro presso l’azienda ospedaliera di Cosenza, sono guariti e sono stati dimessi”.