Malattia renale cronica meno grave con meno proteine e più attività fisica


Terapia dietetico-nutrizionale a contenuto proteico controllato e attività fisica adattata: una valida terapia adiuvante per la malattia renale cronica

carcinoma uroteliale dialisi

Nell’ambito del congresso della Società Italiana di Nefrologia (SIN), si è svolto il simposio “Terapia dietetico-nutrizionale a contenuto proteico controllato e attività fisica adattata: una valida terapia adiuvante per la malattia renale cronica”, organizzato con il supporto non condizionato di Dr. Schär – Flavis. L’evento ha approfondito l’importanza delle diete a contenuto proteico controllato e dell’attività fisica adattata come strumenti efficaci nel trattamento della malattia renale cronica (MRC).

Uno dei temi centrali è stata la sarcopenia uremica, una condizione caratterizzata dalla perdita di massa e forza muscolare che colpisce circa la metà dei pazienti affetti da MRC, compromettendo gravemente la loro qualità della vita. È stato evidenziato il ruolo cruciale della diagnosi precoce mediante strumenti come il dinamometro per misurare la forza muscolare e l’ecografia del quadricipite femorale per la valutazione della massa muscolare.

“La sarcopenia” ha spiegato la Prof.ssa Annalisa Noce, Professore Associato di Nefrologia all’Università di Roma Tor Vergata, “nella popolazione generale è legata all’invecchiamento e affligge tra il 5 e il 13% degli anziani sopra i 60-70 anni. Tuttavia, nei pazienti con MRC, questa percentuale sale al 49%, colpendo quasi un paziente su due. Tra i fattori correlati alla MRC che possono scatenare la sarcopenia uremica troviamo l’acidosi metabolica, la carenza di vitamina D, lo stato infiammatorio cronico, l’insulino-resistenza, la sedentarietà e l’insufficiente apporto di proteine e calorie rispetto ai fabbisogni individuali.”

L’importanza di un approccio dietetico personalizzato, con un contenuto proteico controllato, è stata ampiamente sottolineata come mezzo per preservare la massa muscolare senza impattare negativamente sulla funzione renale. Sono stati discussi i benefici delle diete ipoproteiche e fortemente ipoproteiche supplementate, che garantiscono il fabbisogno proteico necessario per contrastare la sarcopenia uremica, adattando l’intervento nutrizionale alle specifiche condizioni di ogni paziente.

Durante l’incontro, sono stati presentati I dati preliminari di uno studio supportato da Dr. Schär, incentrato sui benefici derivanti da differenti piani nutrizionali (quali la dieta PLADO e la dieta ipoproteica “tradizionale”) e l’attività fisica adattata in pazienti affetti da MRC. Tutti i piani nutrizionali prevedevano l’assunzione di prodotti aproteici che risultavano fondamentali per stilare tali regimi dietetico-nutrizionali. Infatti, essi forniscono energia “pulita”, in quanto sono privi di azoto e sali minerali il cui accumulo potrebbe ulteriormente aggravare la condizione clinica del paziente nefropatico.

I risultati preliminari dello studio clinico, ha spiegato la Dott.ssa Giulia Marrone, Biologa Nutrizionista e Assegnista di Ricerca presso l’Università di Roma Tor Vergata, “hanno messo, nuovamente, in luce l’importanza della terapia dietetico-nutrizionale nei pazienti con MRC. Dai primi risultati è emerso che l’approccio dietetico-nutrizionale a contenuto proteico controllato sembrerebbe confermarsi ancora una volta un valido strumento terapeutico per la gestione clinica del paziente nefropatico. Infatti, i risultati preliminari hanno messo in evidenza un miglioramento statisticamente significativo dei parametri legati alla funzione renale tra cui l’azotemia, la bicarbonatemia venosa ma anche un miglioramento della composizione corporea. Inoltre, le difese antiossidanti, così come lo stress ossidativo hanno mostrato un netto miglioramento a seguito dei nostri interventi dietetico-nutrizionali e della somministrazione dell’attività fisica adattata a dimostrazione che dieta e stile di vita possono giocare un ruolo determinante nella progressione e nelle comorbidità della MRC. Infine, la percezione della qualità di vita ha mostrato nelle sfere «cambiamento dello stato di salute», «funzione fisica» e «percezione della fatica» un netto miglioramento a seguito del nostro approccio combinato.”

Anche i benefici dell’attività fisica adattata sono stati oggetto di approfondimento. Questa può avere effetti positivi in numerose patologie, tra queste anche la MRC, migliorando parametri funzionali come la velocità di deambulazione e la forza muscolare, valutata tramite l’hand grip test, fattori chiave nella prognosi della sarcopenia uremica.

“Per essere efficace, il protocollo di allenamento deve essere adattato allo stato di salute del paziente” ha spiegato il Prof. Attilio Parisi, Magnifico Rettore dell’Università di Roma Foro Italico. “Le evidenze scientifiche indicano che, nei pazienti con MRC, l’allenamento contro resistenza, volto ad aumentare la forza e l’ipertrofia muscolare, può essere estremamente utile e protettivo. I nostri studi hanno dimostrato che questo tipo di allenamento può avere un effetto anabolico superiore se associato a terapie-dietetico nutrizionali personalizzate, migliorando anche la sensibilità all’insulina e la potenza muscolare.”

Il Prof. Parisi ha inoltre sottolineato la necessità di prestare attenzione all’intensità degli esercizi, sia aerobici che di forza, poiché i pazienti dializzati sono spesso fragili e affetti da comorbidità quali osteoporosi, anemia e scompenso cardiaco.

Il simposio ha rappresentato un importante momento di confronto su come la combinazione tra la nutrizione e l’attività fisica adattata possa diventare una terapia adiuvante efficace nella gestione della MRC.