Il Parco Nazionale La Macarena per “Paradisi da salvare” e a seguire il documentario “I talenti di Bergamo” stasera su Rai 5
Il Parco Nazionale La Macarena, situato nel cuore della Colombia, ospita uno dei fiumi più belli al mondo: il Caño Cristales. A causa della guerra civile, questo fiume, chiamato anche “arcobaleno” per via dei suoi colori, è rimasto isolato dal mondo per quasi 60 anni. Tuttavia, ospita una fauna e una flora davvero uniche. I suoi colori rosso, rosa e verde si devono a una pianta acquatica che si trova solo qui e che cresce direttamente sulla roccia. È grazie a questo vegetale se il fiume è popolato di pesci, tartarughe, serpenti, iguane e persino caimani nani.
Lo racconta la seconda puntata della serie “Paradisi da salvare”, in onda domenica 22 dicembre alle 21.15 su Rai 5. Sono 41 le specie di mammiferi che abitano le sue rive: dalle scimmie scoiattolo ai felini, fino ai tapiri e molte varietà di uccelli. Tutte le specie dipendono dal Caño Cristales, oggi minacciato dalla diminuzione delle precipitazioni e dal disboscamento selvaggio.
Una compagnia petrolifera ha tentato addirittura di trivellare la zona per sfruttare gli idrocarburi, ma la popolazione locale si è opposta con veemenza. Grazie agli scienziati colombiani, le comunità locali hanno compreso la ricchezza di questo ecosistema, preferendo investire sull’ecoturismo piuttosto che sul petrolio. Il Parco della Macarena, tra l’Amazzonia e le Ande, è un corridoio vitale per decine di specie animali. Lo sviluppo sostenibile scelto dai suoi abitanti rappresenta un modello per la Colombia e molti altri paesi del mondo.
A seguire, chi
guarda Bergamo per la prima volta nota subito la sua architettura unica. La città è divisa in due parti, Alta e Bassa, separate dalle imponenti mura venete, costruite nel 1500 e perfettamente conservate. Per salire nel nucleo più antico, si prende una funicolare che ha 150 anni e offre panorami unici sulla città e la pianura sottostante. Ci si mantiene in forma a camminare su e giù per le sue strade e le ripide scalinate che collegano la Città Bassa e quella Alta. Girovagando senza una meta precisa, ci si lascia suggestionare dal luogo e dalle persone che si incontrano. Come succede a Monica Ghezzi autrice del doc “I talenti di Bergamo”, in onda domenica 22 dicembre alle 22.00 su Rai 5. Capita, poi, di rimanere affascinati dai toponimi di alcune strade o di vicoli che si imboccano casualmente. Come Via Porta Dipinta, Piazza del Fieno o Piazza Mercato delle Scarpe, una delle più antiche piazze di Bergamo Alta. Qui il tempo si è fermato e la struttura urbanistica è rimasta quella delle sue origini. Lo spiega Nino Gandini, bergamasco d’adozione, mentre sullo schermo del suo televisore scorrono le immagini in bianco e nero di un filmato Super8 realizzato negli anni ’20 da suo padre, durante una gita famigliare fuori porta, in Val Seriana.
Nino, classe 1933, ma solo sulla carta, non è il tipico bergamasco chiuso e un po’ “ruvido” come a volte si pensa. Ha una moglie svedese e figli e nipoti sparsi tra i vari continenti. È lui a spalancare la porta di una Bergamo meno raccontata, lontana dal cliché della città industriosa e iper-produttiva come spesso viene descritta. Una Bergamo più sensibile, pervasa da una spiccata anima creativa espressa dai molti artisti che proprio qui hanno trovato terreno fertile per coltivare e crescere il proprio genio. Da Gaetano Donizetti a Caravaggio, nato a Milano ma cresciuto nel bergamasco.
Una città di talenti che, tra gli altri, ha visto la nascita delle creazioni dello scultore Giacomo Manzù e di suo figlio Pio, designer e ingegnoso inventore della Fiat 127.
A Bergamo è nato anche Ermanno Olmi, uno dei grandi maestri del cinema italiano, che nella bassa bergamasca realizzò uno dei suoi capolavori: “L’albero degli zoccoli”. A Treviglio, nei pressi di una delle cascine dove Olmi girò alcune scene, oggi c’è un murale ispirato all’opera del regista. Davanti all’immagine del bambino con lo zoccoletto rotto, l’incontro con l’autrice del disegno, la visual artist Ale Senso.
Nel magnifico chiostro del Monastero del Carmine, nella città alta, poi, lo scrittore Claudio Calzana, racconta divertenti aneddoti sull’anima cittadina e, insieme, montanara di Bergamo e dei suoi abitanti.
Nella città bassa, invece, c’è Giulia Cremaschi Trovesi, una pianista straordinaria che ha la capacità di insegnare la musica ai bambini sordi.
Di musica si occupa anche Maria Grazia Panigada, una delle anime del Teatro Donizetti che il momento più emozionante della sua vita: l’applauso del pubblico quando il teatro è tornato a riempirsi di spettatori dopo la pandemia del 2020.
Purtroppo, Bergamo è stata drammaticamente il simbolo di quel periodo e grazie alla sua capacità di resilienza è stata nominata, insieme a Brescia, Capitale della cultura 2023.