Cohear: una nuova revisione conferma l’efficacia delle e-cig per smettere di fumare ma sottolinea la necessità di interventi più strutturati
I metodi tradizionali per smettere di fumare, attualmente integrati nelle linee guida di salute pubblica in molti Paesi, non raggiungono tassi di cessazione soddisfacenti a livello di popolazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, il tasso medio di cessazione è del 7,5% a 12 mesi. Una recente analisi sugli interventi per smettere di fumare ha rilevato che il tasso di cessazione a 6 mesi per gli interventi più intensivi, che combinano supporto comportamentale e trattamenti farmacologici, è stato del 15,2%. Tuttavia, senza trattamento farmacologico, il tasso di successo scende all’8,6%. Le sigarette elettroniche offrono una soluzione alternativa per aiutare i fumatori a smettere. Ma i dispositivi elettronici a rilascio di nicotina, se paragonati ad altri trattamenti o approcci per smettere di fumare, sono più o meno efficaci?
Una recente revisione condotta dal team di ricerca di In Silico, un progetto guidato dal CoEHAR dell’Università di Catania, ha rilevato che le sigarette elettroniche sono più efficaci rispetto ad altri trattamenti utilizzati per la cessazione dal fumo.
“I dati della nostra revisione possono favorire l’integrazione delle strategie di riduzione del danno nelle politiche di salute pubblica di molti Paesi“, spiega la Dott.ssa Renée O’Leary, prima autrice della revisione. “Tuttavia, la revisione evidenzia una lacuna critica nelle strategie di cessazione esistenti, con tassi di successo a lungo termine per le sigarette elettroniche ancora modesti, pari al 10%-12%, e con i dati sulle ricadute che non ancora sufficientemente studiati. Sono necessari nuovi trattamenti e approcci innovativi“.
Nonostante i risultati promettenti, lo studio sottolinea anche la necessità di una maggiore rigore scientifico nel settore. “La nostra analisi evidenzia gap significativi in molti studi. Una ricerca trasparente ed equilibrata è essenziale per costruire la fiducia in questi dispositivi e orientare positivamente le politiche di salute pubblica”.
“Questo studio fornisce prove solide a sostegno del potenziale dei dispositivi a rischio modificato come strumento efficace per smettere di fumare, ma richiama anche l’attenzione sulla necessità di linee guida cliniche più performanti e di un’ulteriore analisi dei risultati nel lungo periodo“, ha dichiarato il Prof. Riccardo Polosa, co-autore dello studio e fondatore di CoEHAR.
Mentre il dibattito sulle sigarette elettroniche continua a polarizzare la comunità della salute pubblica, questa revisione ne rafforza il ruolo come componente promettente di strategie strutturate e complesse per il controllo del tabacco.