Anziana muore dopo 8 giorni sulla barella del pronto soccorso: ispettori in ospedale a Palermo per chiarire le cause del decesso
Maria Ruggia aveva 76 anni, era una paziente “fragile”: nonostante ciò, è stata tenuta più di una settimana su una barella al Pronto soccorso. E quando le è stato assegnato un posto letto in reparto era ormai troppo tardi, è spirata neanche 24 ore dopo all‘ospedale Ingrassia di Palermo. Per fare luce su quanto successo ed è stato denunciato dalla figlia della donna, Romina Gelardi, è stato disposto un sopralluogo urgente che sarà effettuato già nelle prossime ore dagli ispettori incaricati dell’assessorato regionale alla Salute. L’obiettivo dell’attività di verifica, avviata dal dipartimento per le Attività sanitarie, è quello di identificare le condizioni nelle quali si è verificato il decesso, rilevando “eventuali responsabilità”.
ASSESSORE VOLO: “EPISODIO CHE CI ADDOLORA E CI ALLARMA”
“L’assessorato – dice l’assessora Giovanna Volo – a seguito di questa notizia di cui siamo ovviamente molto dispiaciuti, ha subito disposto un’ispezione per comprendere quali siano state le difformità organizzative che hanno determinato per l’anziana donna un protrarsi del ricovero in astanteria e l’impossibilità di un ricovero in degenza ordinaria o in terapia intensiva. L’autopsia chiarirà le cause del decesso. È evidente, però, che fatti ed episodi come questi non solo ci addolorano, ma ci allarmano per tutto quello che riguarda la gestione dell’assistenza sanitaria ospedaliera, specialmente nel periodo delle festività. Cercheremo di capire quali siano state le cause che hanno determinato questo sovraffollamento, per individuare delle possibili soluzioni da applicare intanto con urgenza”.
LA DENUNCIA
A seguito della morte di Maria Ruggia, originaria di Menfi, nell’Agrigentino, e della denuncia della figlia, assistita dall’avvocato Andrea Dell’Aira, la polizia ha sequestrato le cartelle cliniche e disposto l’autopsia. Anche la direzione aziendale dell’Asp di Palermo “ha avviato un’indagine interna al fine di verificare eventuali profili di responsabilità”. Il decesso è avvenuto il 20 dicembre scorso, all’ospedale Ingrassia di Palermo, dove era arrivata dieci giorni prima.
“Hanno lasciato mia madre su una barella del pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia dal 10 dicembre al 18 dicembre- riporta la denuncia- Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo e potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale. Ma ormai era troppo tardi. Il 20 dicembre è morta”. Non solo: “Nel corso del ricovero non sono state considerate le condizioni cliniche di mia madre, cardiopatica, con cardiopatia ischemica, carcinoma mammario e diabete mellito di tipo II. È stata ricoverata con sintomi di protratta inappetenza e nausea persistente”.
“È stata tenuta al pronto soccorso senza somministrarle adeguata terapia antibiotica preventiva- aggiunge la figlia- visto che si trattava di paziente fragile, esponendola a un ambiente sanitario non idoneo”. Secondo la donna, i medici non avrebbero visto “i più che evidenti segni di sepsi, tra cui la protratta assenza di stimolo ad urinare”. “Non ci è stato consentito di assistere nostra madre. Ogni giorno telefonavamo e ci dicevano che attendevano che si liberasse un posto in reparto. Poi quando il posto è stato disponibile, una dottoressa – ha specificato Romina Gelardi – ci ha detto che le sue condizioni erano molto gravi. Ventiquattrore dopo è arrivata la telefonata che era morta”.