Asma grave: con tezepelumab remissione più facile


All’ultimo congresso ERS, sono state presentate nuove analisi sull’impiego di tezepelumab nell’asma grave: ecco i risultati

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Nel corso del congresso ERS, sono state presentate nuove analisi sull’impiego di tezepelumab, un nuovo anticorpo monoclonale recentemente approvato per la rimborsabilità da AIFA (l’Agenzia Italiana nel Farmaco) come terapia aggiuntiva di mantenimento nei pazienti di età pari o superiore a 12 anni affetti da asma grave e che non sono adeguatamente controllati nonostante l’utilizzo di corticosteroidi inalatori ad alto dosaggio, in aggiunta ad un altro farmaco per il trattamento di mantenimento.

Da queste analisi è emerso che:
– tezepelumab ha indotto, nella real life, marcate risposte cliniche sia nei pazienti naïve ai biologici che in quelli che provenivano da una precedente terapia con altri farmaci biologici. Inoltre, circa un terzo dei pazienti ha raggiunto la remissione clinica;
– un’analisi post-hoc degli studi PATHWAY e NAVIGATOR ha documentato la mancata esistenza di un’associazione tra la variazione dei livelli dei biomarcatori T2 in corso di trattamento nell’arco di 52 settimane e i tassi di esacerbazione;
– una prima casistica di pazienti con asma non-T2 ha dimostrato che il trattamento con tezepelumab è efficace anche in questa popolazione di pazienti asmatici.

Di seguito una breve disamina delle tre analisi rese note durante i lavori congressuali.

Relazione tra la soppressione dell’infiammazione T2 e la remissione clinica 
Obiettivi dello studio
Con l’avvento dei farmaci biologici nel trattamento dell’asma grave, che rendono possibile la personalizzazione della terapia, si è affermato un nuovo goal terapeutico da raggiungere, mutuato da altre aree terapeutiche, rappresentato dalla remissione clinica. Inoltre, è ormai ampiamente documentata la correlazione tra i livelli di biomarcatori di infiammazione T2, la frequenza di riacutizzazioni di asma  e il deterioramento della funzione polmonare.

La limitata disponibilità di studi clinici di real life sull’impiego di tezepelumab nell’asma grave e l’assenza di dati a supporto dell’ipotesi di un ruolo della riduzione precoce dei biomarcatori T2 dopo l’inizio del trattamento nel predire la risposta clinica, compreso l’obiettivo della remissione clinica, ha sollecitato la messa a punto di questo studio, condotto nella real life, che si è proposto l’obiettivo di valutare il rapporto esistente tra i livelli di biomarcatori e il raggiungimento dell’obiettivo della remissione clinica in pazienti trattati con l’anticorpo monoclonale anti-TSLP.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno valutato la risposta clinica e la variazione dei livelli di biomarcatori in pazienti con asma grave che avevano completato un minimo di 6 mesi di trattamento con tezepelumab presso una struttura specializzata nel Regno Unito.

Il raggiungimento della remissione clinica era definito dal soddisfacimento delle condizioni seguenti: assenza di esacerbazioni, di necessità di ricorrere agli steroidi sistemici (OCS) di mantenimento, punteggio al test ACQ6<1,5 e FEV1 stabile.

Sono stati inclusi nello studio 102 pazienti (53% donne, 64% atopici, 50% con insorgenza dell’asma in età pediatrica), di cui il 67% era passato a trattamento con tezepelumab dopo trattamento con un altro farmaco biologico.
Il FeNO mediana (IQR) al basale era pari a 45ppb (27-85) e la conta di eosinofili ematici (BEC) mediana (IQR) di 230 cellule/mcL (10-580).

Passando ai risultati, è emerso che, a distanza di un anno dall’inizio del trattamento:
– il 56,9% dei pazienti dello studio era libero da esacerbazioni di malattia
– la proporzione di pazienti che ha raggiunto un punteggio ACQ6 <1,5 è migliorata in modo significativo, passando dal 17% al basale al 60%
– la variazione media di FEV1 è risultata pari a +259 ml

Dei 21 pazienti che necessitavano della terapia di mantenimento con OCS al basale, solo 8 sono rimasti in terapia con questi farmaci dopo 6 mesi.

La mediana dei livelli di FeNO (IQR) è scesa da 46 ppb (27-85) a 25 ppb (17-37) (p<0,001) mentre la conta di eosinofili ematici (BEC) si è ridotta da 230 cellule/µl (10-580) a 180 cellule/µl (113-320) ad un anno.
Nel complesso, il 33% dei pazienti reclutati nello studio ha raggiunto la remissione clinica. La remissione clinica è risultata associata con la presenza di poliposi nasale (p=0,01) e un punteggio ACQ6 più basso al basale (p<0,001). Inoltre, dai risultati di un’ analisi multivariata è emerso anche che l’essere non-fumatore aumentava le possibilità di raggiungimento della remissione clinica.

Riassumendo
Nel complesso, lo studio ha dimostrato la capacità di tezepelumab di indurre risposte cliniche importanti in una coorte di pazienti in real life, in termini di sintomi riportati dal paziente, riacutizzazioni, utilizzo di OCS in mantenimento e funzione polmonare. Inoltre, Inoltre, un terzo dei pazienti ha raggiunto la remissione clinica dopo un anno di trattamento con tezepelumab.

Nessuna associazione tra variazione livelli biomarcatori di tipo 2 e i tassi di riacutizzazione in pazienti trattati con l’anti-TSLP
Razionale e obiettivi dell’analisi degli studi PATHWAY e NAVIGATOR
Gli eosinofili ematici e i livelli di FeNO, espressione dell’infiammazione T2, rappresentano dei biomarcatori clinici noti nel predire gli outcome e la risposta alla terapia in pazienti con asma grave.
Non solo: livelli elevati di questi biomarcatori, sono predittivi di un andamento peggiore degli outcome di malattia, nonché di risposta migliore alla terapia con i farmaci biologici.

Fino ad ora, però, non era ancora stata approfondita la relazione tra le variazioni dei livelli di alcuni biomarcatori e la risposta a questi farmaci
Negli studi registrativi che hanno portato all’approvazione di tezepelumab nel trattamento dell’asma grave non controllato, il farmaco si è dimostrato in grado di ridurre le esacerbazioni asmatiche e di migliorare la funzione polmonare, il controllo dell’asma e la qualità della vita.

L’obiettivo di questa analisi post-hoc dei due trial clinici PATHWAY (di fase 2) e NAVIGATOR (di fase 3) è stato quello di valutare la relazione esistente tra la variazione assoluta dei livelli di alcuni biomarcatori e gli outcome di malattia asmatica.

Disegno dello studio e risultati principali
Nello specifico, i ricercatori sono ricorsi ad un’analisi di regressione per stimare le relazioni esistenti tra le variazioni assolute dei biomarcatori (conta degli eosinofili ematici, livelli di FeNO e livelli sierici di IgE) dal basale alla settimana 52 e i tassi annualizzati di esacerbazioni di asma (AAER), i livelli di FEV1 pre-broncodilatatore (BD), il punteggio riportato al questionario ACQ6 sul controllo dell’asma e quello riportato al questionario AQLQ sulla qualità della vita.

Dai risultati dell’analisi è emerso che, nei pazienti trattati con tezepelumab:
– non è stata documentata l’esistenza di una relazione tra le variazioni assolute dei livelli di alcuni biomarcatori e gli AAER fino a 52 settimane
– le riduzioni assolute della conta degli eosinofili ematici (BEC), dei livelli di FeNO e dei livelli sierici totali di IgE sono risultati associati ad un miglioramento del controllo dell’asma (espresso mediante punteggio al test ACQ6) dal basale ad un anno
– le riduzioni assolute relative a BEC, ai livelli di FeNO e ai livelli sierici totali di IgE sono risultate associate ad un miglioramento dei livelli di FEV1 pre-BD dal basale a 52 settimane
– le riduzioni assolute relative a BEC, ai livelli di FeNO e ai livelli sierici totali di IgE sono risultate associate ad un miglioramento della qualità della vita (espresso mediante punteggio al test AQLQ) dal basale a 52 settimane

Implicazioni cliniche dei risultati
Nel complesso, i risultati di questa analisi post-hoc dei dati degli studi PATHWAY e NAVIGATOR sull’impiego di tezepelumab nel trattamento di pazienti con asma grave non controllato, suggeriscono che le variazioni dei livelli dei biomarcatori in corso di trattamento non dovrebbero essere utilizzate come predittori clinici di mancata risposta all’anti-TSLP.

In secondo luogo, le riduzioni assolute di maggiore entità di alcuni biomarcatori a 52 settimane – in particolar modo la conta degli eosinofili ematici e i livelli di FeNO – sono risultate associate a miglioramenti più importanti relativamente alla funzione polmonare, al controllo dei sintomi asmatici e alla qualità della vita. Quanto osservato potrebbe essere spiegato con l’associazione tra livelli più elevati al basale di questi biomarcatori e con un miglioramento delle risposte a questi endpoint.

Efficacia di Tezepelumab in pazienti con asma non-T2: risultati casistica
Razionale e obiettivi
La linfopoietina timica stromale  (TLSP) svolge un ruolo anche nell’asma non di tipo 2 (T2), la qual cosa rende questa citochina epiteliale un interessante target di trattamento. Il blocco della via di segnalazione guidata dal TSLP riduce un ampio spettro di biomarcatori e citochine associati all’infiammazione delle vie aeree.

Tezepelumab è un anticorpo monoclonale diretto contro TSLP, che impedisce l’interazione con il recettore eterodimerico del TSLP; è stato ipotizzato che abbia dei possibili effetti positivi anche sul tasso di esacerbazioni, sulla funzione polmonare e sulla qualità della vita dei pazienti con asma che hanno bassi livelli di biomarcatori T2.

L’obiettivo di questa casistica è stato quello di valutare l’effetto clinico di tezepelumab in pazienti con asma non T2.

I risultati della casistica
La casistica, tutta al femminile, ha considerato pazienti adulte, di età compresa tra 18 e 68 anni, e con un BMI che variava da 19,90 a 39,80 kg/m2.
Durante ogni visita (T0-T6), le pazienti erano state sottoposte ad un esame spirometrico della funzionalità polmonare (FEV1) e a 2 questionari: il Questionario sul controllo dell’Asma (ACQ) e il Questionario sulla Qualità di Vita associata all’Asma (AQLQ).

Dopo il trattamento con tezepelumab, il FEV1 è migliorato per 6 pazienti su 8, mentre i punteggi ACQ e AQLQ sono migliorati, rispettivamente per 5 e 6 delle 8 pazienti della casistica

Implicazioni dei risultati
Questa è la prima casistica real life ad aver dimostrato che i pazienti con asma non-T2 traggono beneficio dal trattamento con tezepelumab per quanto riguarda la funzione polmonare, l’ACQ e l’AQLQ.

Bibliografia
1) Gates J et al. Relationship between FeNO suppression and Clinical Remission with Tezepelumab in Severe Asthma. Poster ID 1195; ERS 2024, Vienna
2) Jackson D et al. Biomarkers and phenotyping: a holistic approach to asthma treatment with
tezepelumab. Poster ID 3559; ERS 2024, Vienna
3) Chin-See-Chong T et al. Late Breaking Abstract – Clinical efficacy of Tezepelumab in pre-selected non-Type 2 asthma patients. Poster ID 4779; ERS 2024, Vienna