In libreria “New York. Born back into the past”, con in testi di Giovanna Calvenzi e Geminello Alvi, in un’edizione rivista e dalla nuova veste grafica
Nato dalla preziosa collezione di Stefano e Silvia Lucchini, un racconto fotografico porta alla luce la città di New York in tutte le sue sfaccettature, rispecchiandone la caratteristica miscela di modernità, storicità ed energia creativa: “New York. Born back into the past”, con in testi di Giovanna Calvenzi e Geminello Alvi, in un’edizione rivista e dalla nuova veste grafica edita da 24 ORE Cultura. Rispetto all’edizione precedente, il volume è stato sottoposto ad un completo restyling, studiato per avvicinarsi ancor di più al disegno originale pensato dai Lucchini e approfondire criticamente il linguaggio degli scatti fotografici, ponendoli in relazione con la storia della fotografia americana.
“New York è una città da guardare non solo con gli occhi ma con il cuore. L’idea di questo libro è nata quando alcuni anni fa abbiamo acquistato un curioso album di foto. Il fascino intriso su quei rullini, scatti fugaci di quella New York che non dorme mai, dall’estremo sud di Manhattan sin su al nord, oltre l’eterno Central Park.” Così Stefano e Silvia Lucchini introducono questo ampio volume, frutto e raccolta del lavoro di un fotografo anonimo. Non è infatti stato possibile a risalire al nome dell’uomo o della donna che in anni ormai lontani – lo dimostrano l’abbondanza di passanti in abiti militari e di marina, il taglio elegante dei cappotti e le auto d’epoca – deve aver camminato per le infinite vie di New York, fotografandone una versione ben distante da quella alla quale siamo abituati oggi, avendo cura di annotare foto per foto i nomi di palazzi ormai trasformati o di strade secondarie ormai parte del dedalo cittadino.
Grazie ai testi curati da Giovanna Calvenzi e Geminello Alvi e alla nuova veste grafica, le centinaia di fotografie raccolte trovano posto in questo volume attraverso approfondimenti e retrospettive che le accostano alla tradizione fotografica newyorkese di quegli anni. Questo abbinamento non solo trasmette al lettore il senso storico più ampio delle immagini osservate, ma ne esalta l’originalità riuscendo ad immedesimarsi nello sguardo di questo fotografo sconosciuto.