La clindamicina, un antibiotico usato da molto tempo nel trattamento dell’acne, rimane un farmaco clinicamente importante e sicuro, in particolare se combinato con altri attivi
La clindamicina, un antibiotico usato da molto tempo nel trattamento dell’acne vulgaris, rimane un farmaco clinicamente importante e sicuro, in particolare se combinato con altri attivi. Sono le conclusioni di una revisione della letteratura pubblicata sul Journal of Drugs in Dermatology.
La clindamicina è un antibiotico derivato dalla lincosamide ampiamente utilizzato sia a livello sistemico che topico per circa 5 decenni. Il suo profilo antimicrobico copre diversi batteri gram-positivi e batteri anaerobi, con molteplici applicazioni cliniche supportate dalla letteratura e con un uso diffuso nel mondo reale. In forma topica è stata utilizzata principalmente per il trattamento dell’acne vulgaris, con formulazioni sia in monoterapia che in combinazione.
«La clindamicina è un farmaco che esiste da molti anni» ha detto il primo autore James Del Rosso, direttore della ricerca presso JDR Dermatology Research. «Non è una nuova entità chimica ed è stata utilizzata come antibiotico sistemico approvato per il trattamento di un’ampia varietà di infezioni batteriche sensibili in diverse discipline della medicina, non necessariamente correlate alla dermatologia. Tuttavia, nel tempo, si è dimostrata efficace a livello topico per il trattamento dell’acne, per cui alla fine è stata approvata dalla FDA».
La revisione descrive in dettaglio i benefici e i rischi della clindamicina, disponibile sia in formulazioni topiche che orali per il trattamento dell’acne, anche se la forma orale non è approvata dalla FDA in tal senso. Tra i dermatologi è l’agente topico più utilizzato, spesso come terapia combinata per ottimizzare l’efficacia e ridurre il possibile sviluppo di resistenza agli antibiotici.
La resistenza agli antibiotici non sembra essere un problema
In forma topica la clindamicina è sia antibatterica, inibendo la proliferazione di Cutibacterium acnes, che antinfiammatoria. Il riconoscimento più recente dei suoi benefici è avvenuto nell’ottobre 2023, quando la FDA ha approvato il primo gel a tripla combinazione, composto da clindamicina fosfato 1,2%, adapalene 0,15% e perossido di benzoile 3,1%, per il trattamento dell’acne.
Tuttavia, molti medici temono i potenziali svantaggi associati al suo impiego, specialmente quando viene utilizzata come monoterapia. Secondo Del Rosso, la clindamicina come monoterapia può causare resistenza agli antibiotici e non dovrebbe essere utilizzata da sola. Ma quando combinata con altri ingredienti, principalmente il perossido di benzoile, che è incluso nella formula a tripla combinazione, la resistenza agli antibiotici viene significativamente ridotta.
Clindamicina ancora utile per l’acne?
Studi hanno dimostrato che la tripla combinazione a dose fissa con clindamicina ha un profilo di sicurezza e tollerabilità molto favorevole, senza segnali di sicurezza sistemici.
Si potrebbe obiettare che, in combinazione con altri ingredienti, la clindamicina non contribuisca ai risultati positivi osservati nel trattamento topico combinato dell’acne, tuttavia Del Rosso ha spiegato che non è così, sulla base di un’ampia mole di dati raccolti nel corso di diversi anni. «I dati che hanno valutato l’uso della clindamicina in diversi studi clinici nel corso di molti anni suggeriscono che questo farmaco stia ancora dando un contributo» ha affermato. «Quindi, sulla base delle evidenze, non ho dubbi sulla sua attività».
Secondo la revisione, gli studi che hanno confrontato la formula a tripla combinazione con duplici combinazioni con e senza clindamicina hanno dimostrato che la prima era superiore in termini di efficacia, indicando che tutti e tre i componenti sono importanti per il trattamento dell’acne.
Come comportarsi con un paziente esitante?
Anche se i rischi per la sicurezza della clindamicina sono minimi e che la minaccia della resistenza agli antibiotici è stata mitigata dalle formule combinate, i pazienti potrebbero comunque essere cauti nell’utilizzarla, sulla base di pochi report negativi pubblicati, soprattutto diversi anni fa.
«È importante che i pazienti siano adeguatamente istruiti» ha sottolineato del Rosso. «I foglietti illustrativi elencano avvertenze con cui dobbiamo confrontarci quotidianamente, quindi bisogna contemplare la probabilità accada qualcosa rispetto al potenziale di miglioramento dell’acne».
Referenze
Del Rosso JQ et al. Topical Clindamycin in the Management of Acne Vulgaris: Current Perspectives and Recent Therapeutic Advances. J Drugs Dermatol. 2024 Jun 1;23(6):438-445.