Allarme obesità negli Stati Uniti: in 30 anni casi più che raddoppiati


La prevalenza dell’obesità negli Stati Uniti è più che raddoppiata dal 1990 al 2021 e il numero di nordamericani obesi potrebbe raggiungere i 260 milioni entro il 2050

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La prevalenza dell’obesità negli Stati Uniti è più che raddoppiata dal 1990 al 2021 e il numero di nordamericani obesi potrebbe raggiungere i 260 milioni entro il 2050 se le attuali tendenze non cambiano, ha rilevato da uno studio pubblicato su Lancet.

«La nostra analisi mette a nudo i fallimenti nel contrastare la crescente epidemia di sovrappeso e obesità negli Stati Uniti. Le conseguenze catastrofiche tra i bambini sono già evidenti nell’aumento della prevalenza di ipertensione infantile e diabete di tipo 2» ha affermato in un comunicato stampa la co-autrice Emmanuela Gakidou, professoressa di scienze delle metriche sanitarie e direttrice senior dello sviluppo organizzativo e della formazione presso l’Institute for Health Metrics and Evaluation, University of Washington.

L’analisi attuale è stata condotta sulla base di dati antropometrici auto-riportati e misurati da 134 fonti. Negli adulti il sovrappeso è stato definito come un indice di massa corporea (BMI) compreso tra 25 e 30 kg/m2 e l’obesità come un BMI di almeno 30 kg/m2. Nei soggetti con meno di 18 anni di età, le definizioni si basavano sui criteri dell’International Obesity Task Force.

I ricercatori hanno stimato che nel 2021, negli Stati Uniti c’erano 15,1 milioni di bambini (età compresa tra 5 e 14 anni), 21,4 milioni di adolescenti (età compresa tra 15 e 24 anni) e 172 milioni di adulti (età pari di almeno 25 anni) con obesità.

Aumento dell’eccesso di peso dipendente da diversi fattori
«Il forte aumento di sovrappeso e obesità tra i giovani negli Stati Uniti tra il 1990 e il 2021 può essere attribuito a diversi fattori complessi e interconnessi» ha osservato il co-autore Xiaochen Dai, ricercatore capo presso l’Institute for Health Metrics and Evaluation.

Questi includono:

  • Cambiamenti dietetici: il maggior consumo di cibi lavorati ad alto contenuto calorico, guidato da un marketing aggressivo e dalla convenienza, ha aumentato significativamente l’assunzione di calorie tra i giovani.
  • Riduzione dell’attività fisica: stili di vita sedentari, con più tempo trascorso davanti allo schermo e meno attività fisica nelle scuole, hanno ridotto il dispendio energetico.
  • Fattori ambientali e strutturali: molti quartieri non hanno accesso a spazi ricreativi sicuri, e la dipendenza dall’uso dell’auto scoraggia l’attività fisica, contribuendo a un comportamento più sedentario.
  • Lacune socioeconomiche e politiche: le disparità socioeconomiche limitano l’accesso a opzioni di cibo sano e di esercizio fisico, soprattutto nelle comunità a basso reddito, mentre la politica non ha contrastato efficacemente queste tendenze.
  • Influenza intergenerazionale: molti giovani crescono in ambienti in cui l’alimentazione poco salutare le abitudini sedentarie sono ormai la norma, spesso tramandate dalle generazioni precedenti.
  • Crescente accettazione sociale dell’obesità: la normalizzazione dell’obesità può talvolta comportare un ridotto senso di urgenza nell’affrontarla.

Dal 1990 al 2021, la variazione percentuale della prevalenza dell’obesità standardizzata per età è aumentata del 158,4% negli adolescenti maschi e del 185,9% nelle adolescenti femmine, mentre è stata del 123,6% negli uomini adulti e del 99,9% nelle donne adulte. «Se le tendenze e i modelli non cambiano, entro il 2050 ci saranno 43,1 milioni di bambini e adolescenti e 213 milioni di adulti nordamericani con sovrappeso e obesità, e nella maggior parte degli stati un terzo dei bambini e degli adolescenti e due terzi degli adulti saranno obesi» hanno scritto gli autori.

«Se non si fa abbastanza per contrastare questa tendenza, le conseguenze potrebbero essere gravi per gli individui, i sistemi sanitari pubblici e la società nel suo complesso» ha fatto presente Dai, includendo un aumento del carico di malattie croniche, più problemi di salute precoci, conseguenze sulla salute mentale, un notevole carico economico sui sistemi sanitari, implicazioni sanitarie a lungo termine per le generazioni future e una maggiore pressione sulle infrastrutture sanitarie.

La sola prevenzione non è più sufficiente
«Negli Stati Uniti la crisi del sovrappeso e dell’obesità ha ormai superato ogni livello noto di progressione epidemica» ha scritto in un editoriale correlato Sylvain Sebert, professore di epidemiologia del corso di vita presso l’Università di Oulu in Finlandia. «C’è grande speranza per i nuovi approcci terapeutici, come gli analoghi del GLP-1, per trattamenti più efficaci e ben tollerati, ma non dovrebbero essere un motivo per abbandonare gli sforzi di prevenzione. Come per le malattie infettive, l’obesità è prevenibile nella maggior parte dei casi, i suoi primi segnali sono riconoscibili e i determinanti genomici, ambientali e commerciali sono stati ben stabiliti. Ci auguriamo che questo nuovo ed eccellente report trovi posto nell’agenda politica globale per aiutare negli sforzi di prevenzione per tutte le cause identificate e tutte le potenziali conseguenze della crisi dell’obesità».

Referenze

GBD 2021 US Obesity Forecasting Collaborators. National-level and state-level prevalence of overweight and obesity among children, adolescents, and adults in the USA, 1990-2021, and forecasts up to 2050. Lancet. 2024 Nov 12:S0140-6736(24)01548-4.
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Sebert S. The obesity crisis in the USA: why are there no signs of plateauing yet? Lancet. 2024 Nov 12:S0140-6736(24)02467-X.
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