Airbnb introduce il CIN per gli affitti brevi in Italia dal 1° gennaio 2025


Airbnb introduce il CIN per gli affitti brevi in Italia: stretta sulla trasparenza delle locazioni a partire dal 1° gennaio 2025

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A partire dal 1° gennaio 2025, tutti gli annunci di locazione breve su Airbnb in Italia dovranno riportare obbligatoriamente il Codice Identificativo Nazionale (CIN), in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Anticipi (d.l. 145/2023). La piattaforma rimuoverà automaticamente ogni inserzione priva di questo codice, rendendo così il sistema degli affitti brevi più trasparente e conforme alla normativa italiana.

Il CIN è uno strumento di identificazione introdotto per agevolare il controllo e la gestione delle locazioni turistiche, contribuendo a una maggiore trasparenza nel mercato. Gli host che offrono alloggi in locazione breve, sia come persone fisiche sia come imprese, dovranno registrarsi presso la Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) gestita dal Ministero del Turismo per ottenere il CIN, da inserire obbligatoriamente negli annunci online o cartacei.

Obblighi per gli host italiani
Per rispettare le norme, gli host italiani devono seguire precisi adempimenti a seconda della durata delle locazioni. Le locazioni brevi, con durata fino a 30 giorni, non necessitano di registrazione contrattuale, a condizione che l’immobile sia destinato a uso residenziale e possa includere pertinenze come box o cantine. Per queste locazioni, è permessa la fornitura di servizi di base come biancheria e utenze, ma non sono consentiti servizi aggiuntivi quali pasti o noleggi.

In caso di locazioni oltre i 30 giorni, è invece obbligatorio registrare il contratto presso l’Agenzia delle Entrate, utilizzando i servizi telematici, gli uffici territoriali o intermediari abilitati. Le tipologie contrattuali disponibili includono la locazione transitoria, di massimo 18 mesi per esigenze temporanee, e la locazione per studenti universitari, con durata compresa tra 6 mesi e 3 anni.

Registrazione degli ospiti e flussi turistici
Gli host di locazioni brevi sono tenuti a registrare i dati degli ospiti entro 24 ore dall’arrivo tramite il portale Alloggiati Web della Polizia di Stato. Per l’accesso al portale, è necessaria l’autorizzazione della Questura di competenza. Ogni regione italiana, inoltre, ha specifici obblighi per la comunicazione dei flussi turistici a fini statistici, per cui gli host devono consultare i portali istituzionali locali e rispettare le procedure previste.

Obblighi fiscali: cedolare secca del 21% per gli affitti brevi
Dal 1° gennaio 2024, le piattaforme come Airbnb avranno il compito di trattenere una ritenuta del 21% a titolo di cedolare secca sui redditi da locazioni brevi per gli host privi di partita IVA. Airbnb gestirà l’intera operazione, versando le somme direttamente all’Agenzia delle Entrate e rilasciando agli host una certificazione annuale dei redditi. Sono esenti dalla ritenuta fiscale gli operatori di strutture extra-alberghiere, come bed and breakfast e guesthouse, che devono gestire i propri adempimenti autonomamente.

Trasparenza e conformità normativa
Questa iniziativa, con l’eliminazione di tutti gli annunci senza CIN su Airbnb, mira a migliorare la trasparenza del settore degli affitti brevi in Italia, contrastando possibili irregolarità e facilitando la regolamentazione del mercato. Per aiutare gli host nella fase di adeguamento, Airbnb offrirà assistenza pratica su come ottenere e integrare il CIN negli annunci, garantendo così una transizione semplice e ordinata entro la scadenza del 1° gennaio 2025.

Il nuovo sistema non solo rende più trasparente la gestione degli affitti, ma conferma anche l’impegno di Airbnb nel rispetto della normativa italiana, promuovendo un ambiente più sicuro e regolamentato per gli ospiti e i proprietari degli alloggi in tutta Italia.