Esofagite eosinofila nei bambini: dupilumab primo farmaco mirato in UE


Esofagite eosinofila nei bambini: arriva l’approvazione europea per dupilumab, primo farmaco mirato per il trattamento

esofagite eosinofila

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha approvato dupilumab come trattamento dell’esofagite eosinofila (EoE) nei bambini a partire da un anno di età. In particolare, l’approvazione riguarda i bambini di età compresa tra 1 e 11 anni di almeno 15 kg di peso e che non sono adeguatamente controllati, non sono candidati o risultano intolleranti alla terapia medica convenzionale.

Questa decisione va ad estendere l’iniziale approvazione nell’Unione Europea (UE) dell’indicazione di dupilumab per l’EoE in pazienti adulti e adolescenti e rende dupilumab il primo e unico farmaco in assoluto ad essere indicato per il trattamento di questi piccoli pazienti. Dupilumab è approvato per questa fascia di età anche negli Stati Uniti ed in Canada.

L’EoE è una malattia infiammatoria cronica e progressiva, associata all’infiammazione di tipo 2, che danneggia l’esofago e ne impedisce il corretto funzionamento. La diagnosi è spesso difficoltosa, in quanto confusa con altre condizioni digestive più comuni con sintomi simili, causando ritardi nella diagnosi. L’EoE può influire gravemente sulla capacità di un bambino di mangiare e può anche causare vomito, dolore addominale, difficoltà nella deglutizione, diminuzione dell’appetito e problemi di crescita. La gestione continua dell’EoE può rendersi necessaria per ridurre il rischio di complicazioni e la progressione della malattia.

Roberta Giodice, Presidentessa di ESEO Italia “I bambini affetti da esofagite eosinofila che hanno esperienza della malattia nei primi anni di vita sono messi a dura prova nella loro capacità di alimentarsi. I genitori di questi bambini si sono spesso affidati a diete restrittive che però non trattano in modo adeguato la malattia e possono ostacolarne la crescita in un momento critico dello sviluppo e che potrebbe avere un impatto su di loro negli anni a venire. Siamo felici che la ricerca prosegua e che offra nuove opzioni terapeutiche per migliorare la qualità delle loro cure”.

Houman Ashrafian, Executive Vice President, Responsabile della Ricerca e Sviluppo presso Sanofi “Fino al 50% dei bambini affetti da esofagite eosinofila nell’Unione Europea rimane incontrollato nonostante le opzioni terapeutiche standard esistenti e, di conseguenza, molti di questi piccoli pazienti faticano a raggiungere un peso adeguato alla loro fase di crescita a causa di sintomi gravi come la difficoltà a deglutire e il vomito. Questo traguardo mette a disposizione un nuovo importante trattamento per i pazienti in età pediatrica che, sino ad oggi, non disponevano di opzioni specificamente approvate per la loro malattia. Grazie a questo nuovo approccio che affronta in modo mirato la prima causa dell’esofagite eosinofila, dupilumab ha il potenziale per offrire a questi bambini una migliore prospettiva di miglioramento per la loro crescita”.

L’approvazione si basa sullo studio di fase 3 EoE KIDS, diviso in due parti (Parte A e Parte B), condotto su bambini di età compresa tra 1 ed 11 anni, che ha dimostrato che la risposta a dupilumab nei bambini affetti da EoE è simile a quella ottenuta nelle popolazioni approvate di adulti ed adolescenti. Nella Parte A, dopo 16 settimane, i bambini che sono stati trattati con un dosaggio maggiore di dupilumab in relazione al loro peso corporeo hanno registrato i seguenti risultati rispetto a quelli trattati con placebo:

  • La maggior parte ha raggiunto la remissione istologica della malattia, l’endpoint primario. Questi risultati sono stati mantenuti fino a un anno nella Parte B dello studio.
  • È stata registrata una riduzione più di quattro volte maggiore del picco della conta degli eosinofili intraepiteliali esofagei rispetto al basale
  • È stata registrata una riduzione dei risultati endoscopici anomali e della gravità ed estensione della malattia (misurata a livello microscopico).
  • È stato registrato un miglioramento della frequenza e della gravità dei sintomi della EoE e una riduzione (numerica) dei giorni con almeno un sintomo, sulla base dell’outcome riferito dal caregiver.

I risultati di sicurezza dello studio pediatrico sono stati generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto per dupilumab nelle sue indicazioni approvate negli adolescenti e adulti affetti da EoE. Gli effetti collaterali più comuni in tutte le indicazioni includono reazioni al sito di iniezione, congiuntivite, congiuntivite allergica, artralgia, herpes orale ed eosinofilia. Nello studio sull’EoE è stata segnalata un’ulteriore reazione avversa di ecchimosi nel sito di iniezione. Nei pazienti di età compresa tra 1 ed 11 anni, gli effetti collaterali più comunemente osservati con dupilumab in entrambi i regimi di dosaggio basati sul peso rispetto al placebo durante la Parte A, sono stati COVID-19, nausea, dolore al sito di iniezione e cefalea.

Il profilo di sicurezza a lungo termine di dupilumab, valutato nella Parte B, è risultato simile a quello osservato nella Parte A.
George D. Yancopoulos, Board co-Chair, Presidente e Direttore Scientifico di Regeneron “L’esofagite eosinofila rappresenta una sfida unica per i bambini piccoli, che lottano con la capacità di alimentarsi in un periodo della vita in cui una corretta alimentazione è essenziale per la loro crescita e sviluppo. Questa approvazione conferma l’efficacia ed il profilo di sicurezza di dupilumab, già consolidati nei pazienti con EoE più grandi, anche nella popolazione giovane e vulnerabile ed ha il potenziale di trasformare lo standard di cura per i bambini affetti da EoE, che in precedenza non avevano terapie specificamente dedicate ed approvate per loro”.

Lo studio pediatrico di dupilumab per il trattamento dell’esofagite eosinofila
Lo studio pediatrico di Fase 3 in tre parti, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in pazienti di età da 1 fino ad 11 anni con EoE.

La Parte A ha coinvolto 71 pazienti e ha studiato dupilumab con un regime di dosaggio basato sul peso, rispetto al placebo, per 16 settimane. La Parte B ha osservato i pazienti idonei della Parte A, in trattamento attivo prolungato, che avevano continuato ad assumere o erano passati a dupilumab per 36 settimane.
I pazienti inclusi in questo studio erano stati precedentemente trattati e non avevano risposto alle terapie farmacologiche convenzionali, compresi gli inibitori della pompa protonica e/o i corticosteroidi topici per deglutizione.

A 16 settimane, l’endpoint primario corrispondeva alla remissione istologica, mentre gli endpoint secondari comprendevano la valutazione delle misure endoscopiche e istopatologiche della gravità della malattia, nonché i segni e i sintomi clinici dell’EoE riferiti dal caregiver. A 108 settimane, il periodo di estensione in aperto per valutare i risultati a lungo termine (Parte C), è stato recentemente completato. I risultati dello studio sono stati pubblicati nel New England Journal of Medicine.