Stare al freddo: l’esposizione controllata alle basse temperature non danneggia la salute, ma attiva potenti meccanismi di protezione nel nostro corpo
“Non stare al freddo che ti ammali!”. Questa radicata convinzione tramandata da generazioni nasconde una sorprendente verità scientifica: l’esposizione controllata alle basse temperature non danneggia la salute, ma attiva potenti meccanismi di protezione nel nostro corpo. La chiave è la proteina SIRT6, un “guardiano molecolare” che, stimolato dal freddo, ripara il DNA e combatte le mutazioni cellulari. I ricercatori della Brigham and Women’s Hospital in uno studio pubblicato su Cell Metabolism1 hanno dimostrato che l’esposizione al freddo aumenta significativamente l’attività della proteina SIRT6, rafforzando le difese naturali contro infiammazione, il sistema immunitario e patologie cardiovascolari.
GS LOFT (gsloft.it/) club esclusivo dedicato al benessere del corpo e della mente e pioniere italiano della longevità e biohacking, ha recentemente proposto alla propria community un’esperienza guidata di esposizione al freddo, un ice bath in Val di Sabbia, per vivere la sessione in sicurezza e godere appieno dei benefici trasformativi che questa pratica può offrire.
Ma quali sono gli effetti benefici dell’esposizione al freddo?
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Rinforza il sistema immunitario: uno studio sugli effetti delle docce fredde sulla salute e la produttività a lavoro2 ha evidenziato come i dipendenti che si sottopongono a docce fredde regolarmente si ammalano con minore frequenza. Questo perché la sollecitazione del freddo stimola la circolazione sanguigna che fornisce agli organi importanti sostanze nutritive; inoltre il corpo inizia a rilasciare a più riprese i globuli bianchi, i quali hanno il compito di contrastare virus e batteri.
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Allena la risposta allo stress: nel momento in cui il corpo viene in contatto con l’acqua fredda si ritrova in uno stato di allerta poiché si innescano processi che provocano l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione e della frequenza respiratoria, come in una normale condizione di stress quotidiano. Sottoporsi in modo autoindotto al freddo permette al sistema nervoso di adattarsi e controllare meglio le situazioni di stress.
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Migliora il sonno: fare una doccia fredda 20 minuti prima di coricarsi aiuta ad abbassare leggermente la temperatura corporea per via della termoregolazione, che consente quindi di addormentarsi in breve tempo e dormire più profondamente.
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Ha un effetto antidepressivo: uno studio condotto dal Dottor Nikolai Shevchuk3 ha messo in pratica la tecnica delle docce fredde in relazione al trattamento della depressione e ha rilevato che l’esposizione progressiva al freddo attiva il sistema nervoso simpatico e aumenta il livello di endorfine e adrenalina. Inoltre, data l’alta densità di recettori nella pelle, la doccia fredda invia una quantità eccessiva di impulsi elettrici dalle terminazioni nervose periferiche al cervello, che potrebbe avere un effetto antidepressivo nel corso del tempo.
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Favorisce la lucidità mentale: trascorrere pochi secondi sotto il getto dell’acqua fredda, specialmente la mattina, richiede di sicuro un certo sforzo, ma chi lo ha provato assicura di sentirsi poi più sveglio che mai. Questo perché la respirazione profonda che si innesca al contatto con l’acqua a basse temperature, aumenta in modo incisivo l’apporto di ossigeno e il flusso sanguigno, favorendo una maggiore concentrazione e più energia.
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Migliora la salute di pelle e capelli: a differenza delle docce calde che spesso seccano la pelle, la doccia fredda chiude i pori e riduce temporaneamente l’ingresso dell’inquinamento, donandole un ottimo aspetto. Lo stesso accade con i capelli che, a contatto con il freddo, diventano più forti e lucenti per via del sangue che fluisce rapidamente ai follicoli e chiude le cuticole.
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Previene l’invecchiamento: lo sbalzo di temperatura, detto anche choc da freddo, libera una grande quantità di elettroni che vanno a distruggere i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento. Per questo motivo le docce fredde vengono incluse tra le pratiche che contribuiscono alla longevità.
Come esporsi al freddo in modo controllato?
Le docce fredde sono una pratica accessibile a chiunque e rappresentano uno dei primi step per imparare ad esporsi al freddo in modo controllato. Nella routine quotidiana è possibile iniziare con 30 secondi di esposizione e aumentare gradualmente i secondi nelle settimane successive, fino ad arrivare ad 1 minuto e mezzo. È stato osservato come dopo un paio di mesi il battito cardiaco a riposo si abbassi, migliorando la salute cardiovascolare.
Le pratiche guidate di ice bath, invece, sono la soluzione per chi desidera spingersi oltre, in un’immersione in acqua gelida, tra i 10 fino a 3°C per circa 3 – 5 minuti, progettata per mettere alla prova i propri limiti e attivare una serie di risposte fisiologiche che trasformano la mente e il corpo. Il freddo intenso dell’ice bath stimola la produzione di ormoni come la norepinefrina, che non solo migliora l’umore, ma svolge anche un’importante azione antinfiammatoria. L’immersione profonda è inoltre una pratica che aumenta la longevità cellulare, poiché riduce i danni da stress ossidativo, migliora la risposta immunitaria, la resilienza allo stress e la propria autostima. Ideale è essere guidati da un Coach specializzato in respirazione, come in GS LOFT, per vivere la pratica in sicurezza e al massimo.
Per chi desidera avvicinarsi al freddo in modo graduale, la crioterapia rappresenta una valida alternativa. L’uso del freddo tramite l’aria offre una stimolazione meno intensa rispetto al contatto diretto dell’acqua, ma ha comunque effetti importanti sul corpo, come il miglioramento della circolazione e un impatto positivo sul recupero muscolare. Questo trattamento rapido e comodo è ideale per chi ne vuole sperimentare i benefici senza una più impegnativa esposizione al freddo estremo.
“Uno degli aspetti chiave delle pratiche di esposizione alla variazione delle temperature è il concetto di uscire dalla zona termoneutra, cioè spingere il corpo a tollerare temperature estreme, lontane dalla normale “zona di comfort” termico. Questo passaggio, che porta benefici tangibili a livello immunitario e antinfiammatorio, rappresenta un aspetto centrale del biohacking: stimolando il corpo con nuovi stress, insegniamo al sistema a rispondere meglio a stress futuri. Esattamente come accade per un allenamento ad alta intensità o per un digiuno prolungato, anche questo è biohacking. L’arte di ottimizzare il corpo e la mente con pratiche naturali, come il semplice utilizzo dell’acqua fredda, va però inserita in un contesto di personalizzazione perché le esigenze di ogni singola persona sono differenti. Non è solo una questione di benessere fisico, ma anche di forza mentale. Adottare tecniche di esposizione al freddo nella propria routine quotidiana permette infatti di rafforzare la resilienza personale, di affrontare la giornata con maggiore energia e di migliorare significativamente la qualità della vita.” afferma Giacomo Spazzini, fondatore di GS LOFT.