Nelle librerie e online “La vera storia della DDR”, il volume di Claudio Guidi sulla divisione e la successiva riunificazione della Germania
Un libro scomodo, fuori dal coro, dove l’autore, senza negare l’evidenza di un regime privo di democrazia, mostra l’altra faccia tenuta sempre nascosta di un Paese per tanti aspetti rimarchevole. Dal libro emerge la realtà di una società priva della libertà di stampa e di parola, ma dove le realizzazioni sociali facevano invidia a quelle dei Paesi democratici più avanzati, dalla parità di stipendio tra uomini e donne, all’istruzione obbligatoria fino a 18 anni già nel 1949, agli asili nido gratuiti per ogni bambino, fino ad un sistema scolastico di livello elevatissimo, copiato nel 1983 dalla Finlandia, i cui studenti vincono da allora tutti i test europei. Per non parlare dell’aborto libero e gratuito, delle vacanze pagate dal sindacato, del divorzio entro due mesi senza spese, né avvocato, né alimenti, e della giornata di otto ore dei contadini con ferie di due settimane, senza dimenticare la pensione agli ebrei perseguitati dai nazisti pari a uno stipendio medio.
L’altra rivelazione sensazionale è che a far cadere il Muro e a “svendere” la DDR è stato Gorbaciov su istigazione del suo ministro degli Esteri, Eduard Shevardnadze, autentico deus ex machina di tutta l’operazione. Un altro documentatissimo capitolo riguarda la Kolonisierung della DDR, ovvero la presa di controllo da parte dell’Ovest di tutte le strutture economiche e culturali della defunta Germania Est, con lo smantellamento del suo intero tessuto industriale e la totale emarginazione dell’élite culturale, scientifica, universitaria ed economica. Una desertificazione umana che ha prodotto le estremizzazioni politiche attuali, una forma di Rache des Ostens, la vendetta dell’Est.