Scompenso cardiaco e spironolattone: rischio di iperpotassiemia si può ridurre


Il trattamento con il legante del potassio sodio zirconio ciclosilicato (SZC) ha dimostrato di stabilizzare i livelli di potassio nei pazienti con scompenso cardiaco

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Il trattamento con il legante del potassio sodio zirconio ciclosilicato (SZC) ha dimostrato di stabilizzare i livelli di potassio nei pazienti con scompenso cardiaco con frazione d’eiezione ridotta (HFrEF) durante l’ottimizzazione della terapia con spironolattone. Questi risultati emergono da uno studio prospettico, randomizzato e a doppio cieco, presentato all’American Heart Association e pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology.

Il ciclosilicato di sodio e zirconio agisce legandosi al potassio in eccesso presente nell’intestino e impedendone l’assorbimento nell’organismo. In questo modo, contribuisce a ridurre i livelli di potassio nel sangue e a ristabilire l’equilibrio elettrolitico.

Risultati principali dello studio
Tra i 203 pazienti inclusi nello studio, il 71% di quelli trattati con SZC ha raggiunto l’obiettivo primario, definito come normokaliemia mantenuta (livelli di potassio tra 3,5 e 5,0 mEq/L) mentre ricevevano almeno 25 mg di spironolattone al giorno, senza necessità di terapia di salvataggio per iperkaliemia. Questo risultato è stato significativamente superiore rispetto al 36% dei pazienti nel gruppo placebo (OR 4,45; IC 95% 2,89-6,86; P<0,001).
Anche i risultati secondari hanno evidenziato la superiorità di SZC rispetto al placebo:
• Normokaliemia stabile senza terapia di salvataggio: 58% contro 23% (OR 4,58; IC 95% 2,78-7,55).
• Tolleranza alla dose target di spironolattone (≥25 mg/die): 81% contro 50% (OR 4,33; IC 95% 2,50-7,52).
• Tempo all’iperkaliemia: HR 0,51 (IC 95% 0,37-0,71).
• Tempo alla riduzione/interruzione di spironolattone per iperkaliemia: HR 0,37 (IC 95% 0,17-0,73).

Eventi avversi
I tassi di eventi avversi complessivi (64% SZC vs 63% placebo) e di eventi avversi gravi (23% SZC vs 22% placebo) sono stati simili nei due gruppi. Tuttavia, un composito di morte cardiovascolare o peggioramento dello scompenso cardiaco si è verificato nell’11% dei pazienti trattati con SZC, rispetto al 3% di quelli del gruppo placebo (P nominale=0,034).
Il contesto clinico: sfide nella terapia con spironolattone
Gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi (MRA), come lo spironolattone, rappresentano un pilastro della terapia per lo scompenso cardiaco con frazione d’eiezione ridotta. Tuttavia, l’uso ottimale di questi farmaci è spesso limitato dal rischio di iperkaliemia, che può portare a riduzioni della dose o addirittura all’interruzione del trattamento.
Secondo Hima Vidula, MD, della University of Pennsylvania, il SZC potrebbe essere un’aggiunta preziosa per superare queste barriere terapeutiche. “Questo studio dimostra che esiste un gruppo di pazienti che può beneficiare del trattamento con SZC; il prossimo passo sarà identificare con precisione chi trarrà il maggior vantaggio,” ha dichiarato Vidula.

Dettagli dello studio
Lo studio ha coinvolto pazienti con HFrEF (classe NYHA II-IV e frazione d’eiezione ventricolare sinistra ≤40%) già in trattamento ottimale secondo le linee guida, eccetto per gli MRA. I partecipanti erano stati selezionati per iperkaliemia prevalente o incidente indotta da spironolattone.

Nella popolazione trattata con SZC:
• Età mediana: 73 anni.
• Sesso maschile: 75%.
• eGFR mediano: 48 mL/min/1,73 m².
• Precedenti ricoveri per scompenso cardiaco: 47%.

Nel gruppo placebo:
• Età mediana: 69 anni.
• Sesso maschile: 74%.
• eGFR mediano: 60 mL/min/1,73 m².
• Precedenti ricoveri per scompenso cardiaco: 51%.

I pazienti hanno completato un periodo di titolazione di spironolattone, con l’obiettivo di raggiungere una dose target di 50 mg/die. Coloro che presentavano normokaliemia stabile durante il trattamento con SZC e almeno 25 mg/die di spironolattone sono stati randomizzati a SZC o placebo per un follow-up di 6 mesi.
Durante questo periodo, 88 pazienti nel gruppo SZC e 83 nel gruppo placebo hanno completato il trattamento.

Implicazioni cliniche e prospettive future

Secondo i ricercatori, il rischio reale e percepito di iperkaliemia rappresenta il principale ostacolo all’uso ottimale degli MRA, con conseguenze negative sugli esiti dello scompenso cardiaco. Il trattamento con SZC ha dimostrato di mitigare questo rischio, permettendo un’ottimizzazione della terapia con spironolattone. Tuttavia necessari ulteriori studi per identificare i pazienti più adatti al trattamento con SZC e per comprendere meglio i possibili effetti avversi.

Inoltre, Kosiborod ha osservato che i pazienti con livelli elevati di peptide natriuretico pro-B di tipo N-terminale sembrano essere quelli più a rischio di eventi legati allo scompenso cardiaco e, al contempo, i candidati che potrebbero trarre i maggiori benefici da farmaci come lo spironolattone.