Leucemia acuta: Fda autorizza revumenib


Leucemia acuta: la Food and drug administration (Fda) ha dato il suo via libera all’immissione in commercio dell’inibitore della menina revumenib

Leucemia mieloide acuta: uno studio pubblicato su Nature tratta un nuovo approccio per la cura di questo tumore del sangue che mira agli enzimi

La Food and drug administration (Fda) ha dato il suo via libera all’immissione in commercio dell’inibitore della menina revumenib per il trattamento di pazienti adulti e pediatrici di età pari o superiore a un anno affetti da leucemia acuta recidivante o refrattaria, portatori di traslocazioni del gene KMT2A.

Lo studio AUGMENT-101
L’approvazione è stata supportata dai dati dello studio di fase 2 AUGMENT-101 (NCT04065399), che ha incluso 104 pazienti adulti e pediatrici di almeno 30 giorni di età affetti da leucemia acuta recidivante/refrattaria portatori di una traslocazione di KMT2A.

I partecipanti sono stati trattati con revumenib per via orale due volte al giorno fino alla progressione della malattia, al manifestarsi di una tossicità inaccettabile, al mancato raggiungimento dello stato libero da leucemia morfologica entro quattro cicli di trattamento o al trapianto di cellule staminali emopoietiche.

I pazienti portatori di una duplicazione tandem parziale del cromosoma 11q23 sono stati esclusi dal trial.

Gli endpoint primari erano il tasso di remissione completa (CR) e CR con recupero ematologico parziale (CRh), la durata della CR/CRh e il tasso di conversione da dipendenza dalle trasfusioni a indipendenza trasfusionale.

Tasso di remissione completa del 21,2%
Il tasso di CR e CRh è risultato del 21,2%. La durata mediana della CR/CRh è risultata di 6,4 mesi e il tempo mediano di raggiungimento della CR/CRh nei 22 pazienti che l’hanno ottenuta è stato di 1,9 mesi.

Inoltre, tra gli 83 pazienti che erano dipendenti dalle trasfusioni di globuli rossi e/o piastrine al basale, il 14% (12 pazienti) è diventato indipendente dalle trasfusioni durante qualsiasi periodo di 56 giorni dopo il baseline. Dei 21 pazienti che al basale erano indipendenti dalle trasfusioni, il 48% (10 pazienti) è rimasto tale durante qualsiasi periodo di 56 giorni post-baseline.

Il profilo di sicurezza
Per quanto riguarda la sicurezza, le reazioni avverse più comuni (manifestatesi in più del 20% dei pazienti) associate al trattamento sono state emorragia, nausea, aumento della fosfatemia, dolore muscoloscheletrico, infezione, aumento dell’aspartato aminotransferasi, neutropenia febbrile, aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento dell’ormone paratiroideo intatto, infezioni batteriche, diarrea, sindrome da differenziazione, prolungamento dell’intervallo QT all’elettrocardiogramma, diminuzione del fosfato, aumento dei trigliceridi, diminuzione del potassio, diminuzione dell’appetito, stitichezza, edema, infezione virale, affaticamento e aumento della fosfatasi alcalina.

Pazienti selezionati in base alla presenza di traslocazioni di KMT2A
Revumenib, che sarà commercializzato con il marchio Revuforj, è fornito sotto forma di compresse nei dosaggi da 25 mg, 110 mg e 160 mg. Per accedere al trattamento con questo inibitore i pazienti dovranno essere selezionati in base alla presenza di una traslocazione di KMT2A.

Il dosaggio raccomandato si basa sul peso del paziente e sull’uso concomitante di forti inibitori del CYP3A4. Il trattamento deve essere somministrato due volte al giorno a digiuno o con un pasto a basso contenuto di grassi. Inoltre, potrebbe essere necessaria una modifica del dosaggio in caso di comparsa di alcune reazioni avverse.

Secondo quanto riferito in un comunicato da Syndax, la società che sviluppa il farmaco, le compresse da 110 mg e 160 mg saranno disponibili negli Usa a partire da questo mese, mentre quelle da 25 mg saranno disponibili alla fine del primo trimestre o all’inizio del secondo trimestre del 2025. Per i pazienti di peso inferiore a 40 kg sarà disponibile, inoltre, una formulazione in soluzione orale tramite un programma di accesso allargato, ha fatto sapere la biotech.