Suor Anna Donelli torna in libertà: revocati gli arresti domiciliari alla religiosa accusata di concorso esterno in associazione mafiosa
Il Tribunale del Riesame di Brescia ha disposto la liberazione di suor Anna Donelli, precedentemente agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
LE ACCUSE
Suor Anna Donelli, 57 anni, volontaria da oltre un decennio nelle carceri di Brescia e Milano, era stata arrestata il 5 dicembre 2024 nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Brescia. Secondo l’accusa, la cosca aveva sfruttato il suo ruolo di assistente spirituale per facilitare le comunicazioni tra i membri detenuti del clan ‘ndranghetista Tripodi e l’esterno, agendo come intermediaria per veicolare messaggi e direttive della cosca.
Le intercettazioni hanno avuto un ruolo centrale nell’impianto accusatorio. In alcuni dialoghi, i membri del clan si riferivano a suor Anna come “una dei nostri”, sottintendendo un presunto coinvolgimento nelle dinamiche criminali del gruppo. Ulteriori prove riguarderebbero le testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia.
Suor Anna ha negato ogni addebito, affermando che i suoi contatti erano esclusivamente finalizzati al supporto spirituale delle persone in carcere. Il suo legale Roberto Ranieli ha parlato di “millanterie. Le comunicazioni che vengono contestate erano semplici messaggi di natura umanitaria. Qualsiasi interpretazione diversa è frutto di un equivoco o di malafede”.
L’INTERROGATORIO E LA DIFESA
Già durante l’interrogatorio di garanzia, suor Anna aveva respinto con fermezza le accuse, sostenendo di aver operato esclusivamente per finalità spirituali e di assistenza ai detenuti: “Non ho mai avuto alcun ruolo nelle attività del clan. La mia unica missione è spirituale e rivolta ai detenuti, per il loro conforto e supporto umano“. Nonostante le sue dichiarazioni, il giudice per le indagini preliminari aveva inizialmente confermato gli arresti domiciliari.
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DEL RIESAME
Dopo 25 giorni di detenzione domiciliare, il Tribunale del Riesame di Brescia ha accolto le argomentazioni della difesa, revocando la misura cautelare e disponendo la liberazione della religiosa. La decisione rappresenta un significativo sviluppo nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel territorio bresciano.