Metformina può migliorare gli outcome nei pazienti obesi con tumore al polmone


L’antidiabetico metformina può migliorare gli outcome nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in sovrappeso o francamente obesi

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Secondo i risultati di uno studio pubblicato da poco sul Journal of the National Cancer Institute, l’antidiabetico metformina può migliorare gli outcome nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in sovrappeso o francamente obesi. In particolare, l’assunzione della metformina è risultata associata a miglioramenti nella sopravvivenza globale (OS) e nella sopravvivenza libera da recidiva (RFS) per i pazienti in sovrappeso e obesi sottoposti alla lobectomia. Inoltre, è risultata associata a una sopravvivenza libera da progressione (PFS) più lunga nei pazienti in sovrappeso con carcinoma polmonare non a piccole cellule sottoposti all’immunoterapia con inibitori dei checkpoint immunitari.

Gli autori, coordinati da Randall J. Smith, del Roswell Park Comprehensive Cancer Center di Buffalo (New York), hanno scoperto queste associazioni analizzando due coorti di pazienti.

Coorte di pazienti sottoposti a lobotomia
La prima coorte includeva 743 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule sottoposti a lobectomia, di cui 511 con un indice di massa corporea (BMI) pari a 25 o superiore e 232 con un BMI inferiore a 25. In questa coorte, 108 pazienti assumevano metformina.

Nell’ analisi multivariata, l’assunzione di metformina è risultata associata a un’OS più lunga nella coorte complessiva (HR 0,59; IC al 95% 0,38-0,911; P = 0,017) e tra i pazienti con un BMI pari a 25 o superiore (HR 0,58; IC al 95% 0,36-0,95; P = 0,03), ma non tra i pazienti con un BMI inferiore a 25 (HR, 0,84; IC al 95%, 0,30-2,37; P = 0,84). Il consumo di metformina non sembra, invece, avere avuto un impatto significativo sulla RFS nella coorte complessiva (HR 0,56; IC al 95% 0,31-1,01; P = 0,057) o tra i pazienti con un BMI inferiore a 25 (HR 1,10; IC al 95%, 0,32-3,78; P = 0,86), ma è risultato associato a un miglioramento della RFS nei pazienti con un BMI pari a 25 o superiore (HR 0,47; IC al 95%,0,24-0,94; P = 0,035).

Analisi statistiche aggiuntive
Gli autori hanno condotto analisi statistiche aggiuntive per mitigare un bias che potrebbe aver gonfiato artificialmente gli apparenti benefici del trattamento con metformina.

Anche in queste analisi l’uso di metformina è risultato associato a un’OS più lunga sia nella popolazione complessiva (HR 0,61; IC al 95% 0,39-0,95; P = 0,028) sia nei pazienti con un BMI pari a 25 o superiore (HR 0,60; IC al 95% 0,34-0,99; P = 0,04), ma non in quelli con un BMI inferiore a 25 (HR 0,90; IC al 95% 0,32-2,54; P = 0,84).

Inoltre, di nuovo, la metformina è risultata associata a un’RFS più lunga nei pazienti con BMI pari o superiore a 25 (HR 0,51; IC al 95% 0,26-1,02; P = 0,058), ma non in quelli con un BMI inferiore a 25 (HR 1,0; IC al 95% 0,36-4,13; P = 0,76) o nella coorte complessiva (HR 0,60; IC al 95% 0,33-1,10; P = 0,10).

Effetto della metformina sull’efficacia dell’immunoterapia
Nella seconda coorte di pazienti, i ricercatori hanno valutato se la metformina può migliorare l’efficacia degli inibitori dei checkpoint immunitari. Questa coorte comprendeva 468 pazienti, di cui 284 in sovrappeso e 74 che prendevano regolarmente l’antidiabetico.

Nell’analisi multivariata, l’uso di metformina è risultato associato a una PFS superiore tra i pazienti in sovrappeso (HR 0,606; IC al 95% 0,39-0,93; P = 0,024), mentre non è stata riscontrata alcuna associazione per i pazienti non in sovrappeso (HR 1,28; IC al 95% 0,61-1,43; P = 0,44).

Analisi su modelli murini
Oltre a valutare queste coorti di pazienti, i ricercatori hanno valutato l’effetto della metformina sulla progressione del tumore, sull’immunità antitumorale e sulla risposta agli inibitori dei checkpoint immunitari in modelli murini di cancro al polmone obesi e normopeso.

Il team ha così scoperto che la metformina «correggeva la crescita tumorale accelerata… in modo specifico per i linfociti, invertendo al contempo diversi meccanismi di soppressione immunitaria potenziati dall’obesità». Gli esperimenti hanno anche rivelato che la metformina e il blocco di PD-1 inibivano la crescita tumorale in modo più efficace nei topi obesi rispetto a quelli normopeso.

«La metformina può migliorare gli outcome clinici specifici del cancro al polmone nei pazienti obesi e in sovrappeso affetti da tumore del polmonare e può potenziare l’efficacia dell’immunoterapia anche in questa popolazione in crescita», concludono Smith e i colleghi i ricercatori.

Gli autori sottolineano, inoltre, che “questo lavoro identifica l’obesità come un potenziale biomarcatore predittivo delle proprietà antitumorali e di potenziamento dell’immunoterapia della metformina nel carcinoma polmonare, facendo luce sui fenomeni immunologici sottostanti».

Bibliografia
R.J. Smith, et al. Obesity-specific improvement of lung cancer outcomes and immunotherapy efficacy with metformin. J Natl Cancer Inst. Published online November 19, 2024. doi:10.1093/jnci/djae295. leggi