Prevenzione del cancro mediante la progettazione di biosensori personalizzati: borsa biennale della Fondazione Umberto Veronesi a Noemi Colozza, un’assegnista del Cnr-Ism
Noemi Colozza, assegnista di ricerca dell’Istituto di struttura della materia (Cnr-Ism), è vincitrice di una borsa biennale della Fondazione Umberto Veronesi, finalizzata allo sviluppo di un sensore point-of-care per la diagnosi precoce del rischio di sviluppo di tumori uterini causati da infezioni da papillomavirus (HPV).
Il progetto, selezionato tra i 14 vincitori del bando 2025 della Fondazione Umberto Veronesi con un finanziamento biennale, rappresenta un importante riconoscimento nel campo della ricerca per la prevenzione oncologica. L’obiettivo è sviluppare sensori innovativi per un’analisi rapida e sostenibile delle proteine oncogene prodotte dai ceppi ad alto rischio di tumore dell’utero del papilloma virus (HPV).
Attualmente, la profilassi per l’HPV presenta limiti significativi: i tempi prolungati degli screening regionali e le informazioni incomplete che ne derivano non permettono di individuare tempestivamente le pazienti a rischio immediato di sviluppo tumorale. Di conseguenza, le pazienti sono costrette a sottoporsi a numerosi esami invasivi e costosi, come la colposcopia, per monitorare l’infezione e prevenire il tumore.
Per risolvere queste criticità, il progetto utilizza aptameri (sequenze di acidi nucleici capaci di legarsi in modo specifico a molecole o proteine) per catturare le proteine oncogene dell’HPV in campioni di liquido vaginale. I sensori proposti sono miniaturizzati, facili da usare e a basso costo, risultando ideali per essere integrati nei programmi di screening preventivi.
Una tecnica innovativa, l’Electrospray Deposition, sarà impiegata per immobilizzare gli aptameri su sensori elettrochimici. Questa metodologia sarà sviluppata utilizzando un setup personalizzato presso il DepEST Lab della sede Cnr-Ism di Montelibretti, sotto la guida di Mattea Carmen Castrovilli, responsabile del laboratorio e Principal Investigator del progetto.
Il metodo così ottenuto sarà successivamente esteso per l’analisi di altre proteine presenti nel liquido vaginale, come quelle legate alla risposta immunitaria, al fine di raccogliere informazioni cruciali per la prevenzione dei tumori uterini.