Tumore del retto: benefici con boost di brachiterapia da contatto con raggi X


Tumore del retto, boost di brachiterapia da contatto con raggi X migliora il tasso di preservazione dell’organo a 5 anni

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Un boost di brachiterapia da contatto con raggi X (CXB) migliora in modo significativo il tasso di preservazione dell’organo a 5 anni rispetto a un boost di radioterapia a fasci esterni (EBRT) nei pazienti con cancro del retto operabile sottoposti a EBRT e a un trattamento concomitante con capecitabina. A dimostrarlo sono i risultati aggiornati dello studio di fase 3 OPERA, pubblicati di recente su Annals of Oncology.

Infatti, con un follow-up mediano di 61,1 mesi, il tasso di preservazione dell’organo a 5 anni è risultato del 79% nel braccio trattato con il boost di CXB contro 56% nel braccio assegnato al boost di EBRT (HR 0,4; IC al 95% 0,21-0,75; P = 0,004).

Inoltre, la CBX non ha peggiorato la funzione intestinale.

Lo studio OPERA
Lo studio OPERA (NCT02505750) è un trial multicentrico europeo, randomizzato, in aperto, nel quale sono stati inclusi 141 pazienti adulti valutabili con adenocarcinoma del retto operabile.

Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a EBRT (45 Gy in 25 frazioni in 5 settimane) e trattati in concomitanza con capecitabina (825 mg/m2). I pazienti stati assegnati in modo casuale, secondo un rapporto 1:1, a ricevere un boost di CXB (90 Gy in tre frazioni in 4 settimane; 72 pazienti) o un boost di EBRT (9 Gy in cinque frazioni in una settimana; 69 pazienti).

Il tasso di preservazione dell’organo era l’endpoint primario del trial, mentre tra gli endpoint secondari vi erano la risposta clinica completa (valutata mediante esplorazione rettale, endoscopia e risonanza magnetica), la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da malattia.

Lo studio ha già dimostrato di aver centrato l’endpoint primario, con un tasso di preservazione dell’organo a 3 anni dell’81% nel braccio CBX contro 59% nel braccio EBRT (P = 0,003). Nell’articolo appena pubblicato, gli autori, coordinati da David Baron, dell’Université Côte d’Azur di Nizza, hanno riportato i risultati aggiornati a 5 anni, dimostrando che il beneficio della CBX si mantiene anche nel lungo termine.

Beneficio della CBX a prescindere dalle dimensioni del tumore
Il beneficio del boost con la CBX è stato riscontrato a prescindere dalle dimensioni del tumore, anche se è risultato maggiore nei pazienti con tumori di piccole dimensioni. Infatti, il tasso di preservazione dell’organo è risultato del 93% nel braccio CXB contro 54% nel braccio EBRT (HR 0,12; IC al 95% 0,028-0,55; P = 0,006) tra i pazienti con tumori di dimensioni inferiori a 3 cm e rispettivamente del 67% contro 57% (HR 0,61; IC al 95%, 0,29-1,3; P = 0,17) fra i pazienti con tumori di 3 cm o più grandi.

Complessivamente, 112 pazienti hanno ottenuto una risposta clinica completa o quasi completa e sono stati gestiti con un approccio watch-and-wait. Il tasso di risposta clinica completa o quasi completa è risultato del 93% nel braccio CXB contro 65% nel braccio EBRT (P < 0,0001).

Su questo endpoint, il beneficio della CBX è sembrato maggiore per i pazienti con tumori più grandi. Infatti, il tasso di risposta clinica completa o quasi completa è risultato del 97% nel braccio CBX contro 79% nel braccio EBRT (P = 0,04) fra i pazienti con tumori di diametro inferiore a 3 cm e rispettivamente del 90% contro 55% (P < 0,001) fra quelli con tumori di 3 cm o più voluminosi.

Tasso di ricrescita locale dimezzato con CBX
Nel complesso, il tasso di ricrescita locale a 5 anni è risultato dimezzato nel braccio assegnato alla CXB rispetto al braccio sottoposto alla EBRT: 16% contro 33% (P = 0,02). Tra i pazienti gestiti con l’approccio watch-and-wait, il tasso di ricrescita locale è risultato del 17% nel braccio CXB contro 39% nel braccio EBRT (P = 0,1).

Il tasso di ricrescita locale è risultato del 3% con la CXB contro 44% con l’EBRT (P = 0,003) fra i pazienti con tumori inferiori a 3 cm e rispettivamente del 31% contro 29% (P = 0,9) fra i pazienti con tumori di 3 cm o più grandi.

Tuttavia, il tasso di OS a 5 anni non ha mostrato differenze significative fra i due bracci ed è risultato del 92% con la CXB e 91% con l’EBRT (P = 0,5). Dei 12 decessi registrati, cinque si sono verificati nel braccio CXB e sette nel braccio EBRT.

Funzione intestinale non peggiorata dal boost di CBX
Il sanguinamento rettale (di grado 1/2), che era risultato la principale tossicità tardiva, dopo 3 anni è scomparso nella maggior parte dei casi. Inoltre, la funzione intestinale non è risultata peggiorata dal boost di CBX.

Non si sono manifestati eventi avversi di grado 4 o 5 e gli eventi avversi precoci o tardivi più comuni sono stati proctite (13% nel braccio CXB e 6% nel braccio EBRT) e dermatite da radiazioni (rispettivamente 1% e 9%).

«Lo studio OPERA è stato il primo studio a dimostrare che la dose escalation con la CXB aumenta il tasso di preservazione dell’organo, con una buona funzionalità intestinale a 3 anni», scrvono Baron e i colleghi nelle loro conclusioni. «A 5 anni, questi risultati vengono mantenuti, specialmente nei tumori in fase iniziale di piccole dimensioni. Il verificarsi di una certa ricrescita locale dopo 3 anni richiede una stretta sorveglianza di questi pazienti durante i 5 anni».

Bibliografia
D. Baron, et al. A phase III randomized trial on the addition of a contact x-ray brachytherapy boost to standard neoadjuvant chemo-radiotherapy for organ preservation in early rectal adenocarcinoma: 5 year results of the OPERA trial. Ann Oncol. Published November 10, 2024. doi:10.1016/j.annonc.2024.10.827. leggi