L’entità della diminuzione della calcemia è minore con dosi aggiuntive di denosumab rispetto alla dose iniziale tra i pazienti con osteoporosi e malattia renale cronica
L’entità della diminuzione della calcemia è minore con dosi aggiuntive di denosumab rispetto alla dose iniziale tra i pazienti con osteoporosi e malattia renale cronica (CKD) in comorbidità. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
Razionale e disegno dello studio
I pazienti con osteoporosi e CKD avanzata sono a maggior rischio di ipocalcemia dopo una singola dose di trattamento con denosumab. Tuttavia, non è ancora chiaro se le dosi successive di denosumab siano associate ad un rischio simile.
I ricercatori hanno condotto uno studio retrospettivo di coorte osservazionale con dati reali provenienti dal Research Patient Data Registry (RPDR) raccolti presso il Massachusetts General Hospital. I pazienti che erano stati sottoposti ad almeno 2 (n=325) o 3 (n=159) somministrazioni di denosumab ogni 6-9 mesi tra il 2016 e il 2024 sono stati valutati per i livelli di calcemia sulla base della funzione renale.
L’ipocalcemia è stata definita come un livello di calcio sierico correlato all’albumina inferiore a 8,5 mg/dl. La coorte dello studio primario era stata trattata almeno 3 volte con il farmaco, mentre la coorte secondaria almeno 2 volte.
Nella coorte primaria, i pazienti con un tasso di filtrazione glomerulare (GFR) di almeno 60 ml/min/1,73 m2 (n=89), da 30 a 59 ml/min/1,73 m2 (n=46) e inferiore a 30 ml/min/1,73 m2 (n=24) presentavano le caratteristiche seguenti:
– età media di 73. 0, 72,7 e 76,1 anni
– rapporti maschi/femmine di 21:68, 16:30 e 2:22
– etnica Caucasica nel 79,8%, 80,4% e 87,5% dei casi
– BMI medio di 25,3, 26,8 e 27,8 kg/m2, rispettivamente.
I pazienti con GFR inferiore, rispetto a quelli con GFR intermedio e alto, presentavano livelli di calcemi totale più elevati nella coorte primaria (media, 9,8 vs 9,5 vs 9,5 mg/dl; P =0,06) e secondaria (media, 9,7 vs 9,6 vs 9,5 mg/dl; P =004).
Risultati principali
Tra i pazienti con GFR alto, intermedio e basso, la variazione della calcemia è stata pari, rispettivamente a:
– -0,34, -0,52 e -1,12 mg/dl dopo la prima dose
– -0,29, -0,49 e -0,72 mg/dl dopo la seconda dose
– -0,28, -0,37 e -0,6 mg/dl dopo la terza dose
In base alla funzione renale, le diminuzioni della calcemia sono state significativamente inferiori dopo la seconda dose rispetto alla prima (differenza media [MD]: -0,72 mg/dl) e la terza dose rispetto alla prima (MD: -0,60 mg/dl) tra i pazienti con GFR basso (P =0,014).
I ricercatori non hanno osservato tendenze significative nella variazione della calcemia dopo le somministrazioni successive rispetto alla dose iniziale tra i pazienti con GFR intermedio o elevato.
Tra i pazienti con GFR elevato, intermedio e basso, il 4,07%, 7,55% e 21,28% ha sperimentato ipocalcemia fino a 4 settimane dopo la prima dose di denosumab e il 4,07%, 6,60% e 14,89% ha sperimentato ipocalcemia fino a 4 settimane dopo la seconda dose di denosumab, rispettivamente.
Dall’analisi di Kaplan Meier è emerso che il rischio di ipocalcemia era più basso dopo la seconda dose rispetto alla dose iniziale tra i pazienti con basso GFR ( hazard ratio: 0,69; IC95%: 0,26-1,80; P = 0,44).
Il tasso di ipocalcemia dipendeva dal GFR dopo la dose 1 (c2: 37,68; P =0,0005) e la dose 2 (c2: 12,13; P =0,03) in generale. All’interno dei gruppi GFR, il tasso di ipocalcemia non dipendeva dalla dose (intervallo c2: 0-0,64; tutti P ³ 0,42).
Riassumendo
Nonostante la ridotta numerosità del campione di pazienti inclusi nello studio ed estrapolati dal database sopra indicato, nel complesso “…lo studio rileva che la calcemia si riduce meno dopo le somministrazioni successive rispetto alla dose iniziale di denosumab nei pazienti con osteoporosi e CKD avanzata – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.
NC
Bibliografia
Sun X et al. Dose-specific effects of denosumab on serum calcium levels in patients with osteoporosis and various renal functions. J Clin Endocrinol Metab. 2024:dgae721. doi:10.1210/clinem/dgae721
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