In un’intervista al Corriere della Sera, Roberto Vecchioni ha raccontato alcuni episodi personali, dall’orgoglio per le sue figlie alla perdita devastante del figlio Arrigo
In un’intervista al Corriere della Sera, Roberto Vecchioni ha raccontato alcuni episodi personali, dall’orgoglio per le sue figlie alla perdita devastante del figlio Arrigo.
IL SOSTEGNO ALLA FIGLIA FRANCESCA E LA LOTTA PER LA DIVERSITA’
Tra i racconti di famiglia, Vecchioni ha parlato di Francesca, una delle sue figlie, che è molto impegnata nell’associazione Diversity, dedicata alla promozione dell’inclusione e della diversità. “Francesca è omosessuale. L’ho accompagnata due volte ad Amsterdam per l’inseminazione, ma non è andata bene. Poi è andata da sola, e ci è riuscita”. A Francesca, Vecchioni ha dedicato una canzone intensa: Figlia, un invito a non piegarsi mai al potere. “Non l’ha fatto, e ne sono fiero”.
LA NASCITA DI LUCI A SAN SIRO
Vecchioni ha raccontato anche l’origine di uno dei suoi brani più celebri, Luci a San Siro. Nato durante il servizio militare al Centro addestramento reclute a Casale Monferrato, il brano è legato al ricordo del suo primo grande amore, che lo aveva lasciato poco prima della partenza. Le luci a cui si riferisce la canzone non sono quelle dello stadio, ma quelle della montagnola di San Siro, costruita con le macerie delle case bombardate: “Andavamo là a nasconderci e a fare l’amore. Milano è una persona viva cui propongo uno scambio: dammi indietro la mia 600, i miei vent’anni e una ragazza che tu sai”.
LA MOGLIE: UN AMORE LUNGO 43 ANNI
Vecchioni ha parlato del suo matrimonio con Daria Colombo, sua moglie da 43 anni: “Quando la vidi pensai: ma davvero esiste una creatura così? È stato un corteggiamento lungo, una battaglia, ma sapevo che era la mia compagna”. Daria gli è stata accanto anche nei momenti più difficili, compresi gli interventi chirurgici e la perdita del figlio Arrigo.
IL RICORDO DI ARRIGO
Il figlio Arrigo è scomparso nel 2023 a 36 anni. Vecchioni lo ricorda come “un ragazzo che non apparteneva a questo mondo: per discrezione, generosità, senso dell’umorismo. Era fantastico con i bambini, un grande scrittore e un grande interista”. La sua morte è stata un colpo terribile per la famiglia. Vecchioni confessa: “Durante il giorno mi faccio forza, anche per mia moglie. Ma alcune notti mi ritrovo a piangere. Lei non si dà pace, e così è da oltre un anno. Non avevamo mai pensato al suicidio. La malattia mentale viene affrontata ancora come una vergogna; invece se ne deve parlare”.
UNA BATTAGLIA PER LA SALUTE MENTALE
Vecchioni e la moglie Daria vorrebbero scrivere un libro per affrontare il tema della malattia mentale. “Le forme bipolari sono aumentate con il Covid; lo stravolgimento dei rapporti umani ha fatto il resto. L’assistenza sanitaria è gravemente insufficiente, e troppe famiglie vengono lasciate sole. Ho le mie colpe, perché non sono riuscito a capirlo. Non è bastato neanche smettere di bere per stare più vicino ai miei figli”.
UNA VITA DEDICATA ALLA MUSICA
Con oltre 300 canzoni e numerosi romanzi, Vecchioni continua a scrivere. Nel 2025, Einaudi pubblicherà una raccolta delle sue poesie, scritte fin da bambino. E anche oggi, alla soglia degli 80 anni, il cantautore è pronto a combattere nuove battaglie per la salute mentale e la dignità umana.