La metformina potrebbe migliorare la funzione delle ghiandole salivari e ridurre i sintomi oculari nei pazienti con sindrome di Sjögren
La metformina potrebbe migliorare la funzione delle ghiandole salivari e ridurre i sintomi oculari nei pazienti con sindrome di Sjögren, stando ai risultati di uno studio presentato all’American College of Rheumatology (ACR) Convergence 2024, tenutosi dal 14 al 19 novembre a Washington.
Razionale e disegno dello studio
La metformina (Met) è un farmaco antidiabetico di prima linea ampiamente utilizzato con effetti antinfiammatori e immunomodulatori AMPK-dipendenti. In studi in vitro e in sperimentazioni sull’uomo nel LES e nella sclerosi multipla, la metformina si associa a una riduzione delle cellule Th17 e dei livelli di IL-17, IL-1b, IL-6, IFN-g e TNF-a, ripristinando o aumentando i livelli di cellule T regolatorie (Treg).
La malattia di Sjögren (SjD) è un disturbo autoimmune sistemico caratterizzato dalla produzione di autoanticorpi e dall’infiltrazione linfocitaria delle ghiandole esocrine. Nella SjD, le cellule T partecipano all’infiammazione dell’organo bersaglio e promuovono l’attivazione delle cellule B.
E’ stato ipotizzato che uno squilibrio tra le cellule Th17 e T follicolari helper pro-infiammatorie e le loro controparti regolatorie, Treg e T follicolari regolatorie, rappresenti una componente chiave della patogenesi.
Studi preclinici hanno dimostrato che topi SjD trattati con Met vanno incontro ad un miglioramento della funzione delle ghiandole salivari e al ripristino dell’equilibrio delle cellule T.
Sulla base di questa premessa, i ricercatori hanno voluto esaminare l’impatto di Met sulla SjD in due grandi coorti indipendenti di SjD: la coorte OMRF e la coorte NIDCR.
Nella coorte OMRF, i pazienti con sindrome di Sjögren e diabete trattati con metformina (n=31) sono stati messi a confronto con individui dei seguenti gruppi:
– Pazienti con sindrome di Sjögren senza diabete e non trattati con metformina (n=124)
– Pazienti con sindrome di Sjögren e diabete non trattati con metformina (n=59)
– Tutti i pazienti con sindrome di Sjögren e diabete, indipendentemente dal trattamento (n=84)
– Tutti i pazienti con sindrome di Sjögren senza diabete, indipendentemente dal trattamento (n=375)
Analisi simili sono state replicate nella coorte NIDCR e in una metanalisi associata.
Risultati principali
Nella coorte OMRF, i pazienti con sindrome di Sjögren e diabete trattati con metformina hanno mostrato punteggi più bassi di focus delle ghiandole salivari (media, 1,88±1,32), rispetto a quelli senza diabete non trattati (media, 3,26±2,91; P =0,0002).
(Ndr: Il punteggio di focus è dato dal numero di infiltrati infiammatori di almeno 50 cellule presenti in 4 mm2 dell’unità di superficie della ghiandola)
Questo miglioramento è risultato significativo anche nella coorte NIDCR (P =0,0001) ed è stato confermato nella meta-analisi combinata (differenza media standardizzata: -0,47; IC95%: da -0,76 a -0,19; P =0,001).
Rispetto al gruppo non trattato, le probabilità di presentare un test di Schirmer positivo (odds ratio [OR]: 0,40; P =0,028) e un punteggio van Bijsterveld elevato (OR: 0,24; P =0,004) sono risultate significativamente inferiori tra i pazienti della coorte OMRF con sindrome di Sjögren e diabete trattati con metformina. I risultati sono stati ulteriormente confermati nella coorte NIDCR e nella meta-analisi.
(Ndr: Il test di Schirmer è un esame che permette la misurazione della secrezione lacrimale dei nostri occhi; il punteggio van Bijsterveld utilizza una scala per gradi che valuta l’intensità di colorazione quantificandola con una scala da 0 a 3 punti in 3 aree: congiuntiva nasale, congiuntiva temporale e cornea).
Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno confermato che questi effetti erano correlati al trattamento con metformina e non al diabete in sé: infatti, i risultati si sono mantenuti quando si confrontavano i pazienti con sindrome di Sjögren e diabete trattati e non trattati, mentre non erano più significativi quando si confrontavano tutti i pazienti con e senza diabete, indipendentemente dallo stato di trattamento.
“Le uniche differenze che potrebbero essere attribuite al diabete, poiché sono state osservate quando sono stati messi a confronto tutti i diabetici (indipendentemente dal trattamento) con i non diabetici, sono stati i volumi di flusso salivare più bassi e una VES più alta nei pazienti con sindrome di Sjögren e diabete (coorte OMRF)”, hanno osservato i ricercatori.
In conclusione, dai risultati di questo studio retrospettivo condotto o su due coorti indipendenti di SjD è emerso che i pazienti SjD trattati con Met presentano un’infiltrazione linfocitaria focale meno estesa delle ghiandole salivari minori e tassi più bassi di test oculari anomali (Schirmer e vBS) rispetto alle loro controparti che non assumono Met.
Questi risultati giustificano la progettazione di studi prospettici, randomizzati e in doppio cieco su Met, un farmaco accessibile e sicuro per la SjD, una malattia con esigenze terapeutiche ancora non soddisfatte.
Bibliografia
Rasmussen A et al. Metformin Improves Salivary Gland Infiltration and Objective Measures of Dry Eyes in Sjögren’s Disease: A Retrospective Observational Study [abstract]. Arthritis Rheumatol. 2024; 76 (suppl 9).
https://acrabstracts.org/abstract/metformin-improves-salivary-gland-infiltration-and-objective-measures-of-dry-eyes-in-sjogrens-disease-a-retrospective-observational-study/. Accessed December 5, 2024.