Cecilia Sala nel suo podcast racconta i 21 giorni di carcere in Iran


La giornalista Cecilia Sala, arrestata a Teheran il 19 dicembre, ha raccontato cosa le è successo nel carcere di massima sicurezza di Evin

cecilia sala

“Ho trovato miracoloso che proprio il giorno prima dell’arresto avessi intervistato Zeinab Musavi, la stand up comedian più famosa dell’Iran, parlando di come si sta in una cella d’isolamento. Lei mi aveva raccontato di essere ogni tanto persino riuscita a ridere, e pensare alla sua forza per me è stato di grande aiuto”. Lo dice Cecilia Sala intervistata da Mario Calabresi nella prima puntata del 2025 del suo podcast ‘Stories’ su Chora News. La giornalista, arrestata a Teheran il 19 dicembre, ha raccontato i suoi ventuno giorni nel carcere di massima sicurezza di Evin. “Sono riuscita a ridere due volte: la prima volta che ho visto il cielo, per quanto in un piccolo cortile col filo spinato, e poi quando c’era un uccellino che ha fatto un verso buffo- ha raccontato Sala- Il silenzio è un altro nemico in quel contesto, e in quelle due occasioni ho riso e mi sono sforzata. Anche un’altra volta in cui c’è stata un’incomprensione con una guardia donna, che è stata la più gentile”.

SALA: FELICISSIMA, MAI PENSATO DI ESSERE LIBERATA COSÌ PRESTO

“Sono confusa e felicissima, devo riposare. Questa notte non ho dormito per la gioia, quella precedente per l’angoscia. Ma sto bene, sono molto contenta”. E ancora: “Non ho mai pensato che sarei stata liberata così presto”, ha spiegato Sala.

SALA: NON MI È STATO SPIEGATO PERCHÉ MI HANNO PORTATO IN CARCERE

“Com’è iniziata questa storia? È difficile dirlo perché a me non è stato spiegato perché sia finita in una cella di isolamento”, afferma Sala. “La cosa che più volevo era un libro, una storia in cui mi potessi immergere e che non fosse la mia”, ha aggiunto.

SALA: MOLTO DIFFICILE OTTENERE VISTO LI’, ERO MOLTO FELICE

La giornalista ha affermato che: “L’Iran è il Paese nel quale più volevo tornare e quello dove ci sono le persone a cui più mi sono affezionata facendo questo mestiere, si cerca anche di avere uno scudo dalla sofferenza degli altri, che accumuli, e qualche volta delle persone e fonti che intervisti e che incontri per lavoro bucano questo scudo e diventano amici. In Iran questo mi era successo più che in altri posti, ci tenevo a tornare da loro, è molto difficile ottenere un visto ed ero molto felice di averlo ottenuto”.

SALA: AVEVO LETTO DI ABEDINI, SUBITO PENSATO FOSSE QUELLO IL MOTIVO

“Mi sono venuti a prendere in albergo il giorno prima della partenza. Avevo letto poco prima la notizia che ci fosse stato un arresto in Italia, e ho pensato tra le ipotesi che potesse essere quello il motivo: che potesse esserci l’intenzione di usarmi l’ho pensato dal principio, ho preso in considerazione altre ipotesi ma questa mi sembrava la più chiara, e ho subito pensato che sarebbe stato uno scambio molto difficile”.

SALA: PENSAVO RIMANERE INCELLA A LUNGO, HO SENSO COLPA FORTUNATI

“Pensavo di rimanere in carcere a lungo, gli esempi che mi venivano in mente erano quelli. Ora sento un po’ il senso di colpa dei fortunati, e per questo sono grata alle persone che lavorando in organizzazioni diverse, da quelle umanitarie a quelle di sicurezza, si prendono cura delle persone che sono nelle condizioni in cui ero io, e che sono tante”.

SALA: INFORMATA SU RISCHI, MA STAVANO APRENDO A GIORNALISTI

“Avevo chiesto consiglio prima di partire a chi era lì per capire se c’erano dei rischi, Pezeshkian aveva obiettivamente aperto a dei giornalisti stranieri e stavano dando più visti, come la Cnn che di recente è stata a Teheran, così come Paris Match”. Senza l’arresto di Abedini “forse sarei tornata tranquillamente a casa”.

SALA: MAI MINACCIATA FISICAMENTE, MA HO AVUTO PAURA DI MORIRE

“Non è stata minacciata in alcun modo la mia incolumità fisica, ma ho preso in considerazione la possibilità di perdere la vita. Quando hai paura di essere accusata di qualcosa di molto grave in un Paese dove ci sono punizioni definitive, hai paura anche di quello”.

SALA: QUANDO MI HANNO DETTO CHE ERO LIBERA NON CI HO CREDUTO

“Quando la guardia ieri mattina alle 9 mi ha detto che sarei stata liberata, all’inizio non ci ho creduto. Poi dal carcere sono andata direttamente in aeroporto, non sarei potuta stare lì un secondo di più”.

SALA: NELLE PRIME DUE SETTIMANE INTERROGATORI OGNI GIORNO

Nelle prime due settimane mi interrogavano tutti i giorni, forse per sapere davvero qualcosa, forse per confondermi”.

SALA: MI ACCUSAVANO DI ‘TANTI ILLECITI IN TANTI LUOGHI DIVERSI’

“Quando ho chiesto perché fossi lì, mi hanno detto che ero accusata di ‘tante azioni illecite compiute in tanti luoghi diversi’”.