La sorella di Larimar, la 15enne trovata impiccata il 5 novembre a piazza Armerina, in provincia di Enna, ha presentato un esposto in cui si ipotizza l’omicidio e il depistaggio
Per la famiglia quello di Larimar non è stato un suicidio. Lo avevano detto fin da subito, in particolare una delle sue sorelle, che aveva fatto notare alcune incongruenze anche pratiche rispetto alla pista del suicidio. Come il troppo poco tempo (appena 45 minuti i minuti in cui la ragazzina sarebbe rimasta da sola), la porta aperta, la stanza (secondo lei) “a soqquadro”. Ora è arrivata una mossa formale, e cioè una denuncia per omicidio e depistaggio che è stata presentata alla Procura di Enna da parte dell’avvocato Carmelina Adamo che assiste la sorella di Larimar Annaloro, la 15enne trovata impiccata il 5 novembre ad un albero del cortile della casa in cui viveva a Piazza Armerina.
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La Procura della città siciliana, nelle prime settimane in cui la vicenda aveva sollevato un grande clamore mediatico, aveva fatto sapere che avrebbe tenuto conto di tutte le piste e che ogni aspetto sarebbe stato vagliato, compreso il litigio avvenuto a scuola poco prima del suicidio e anche l’ipotesi di alcune foto intime della ragazza che forse negli ultimi giorni erano state fatte circolare in qualche chat. Dopo una serie di verifiche, però, era stato lo stesso procuratore capo a dire pubblicamente, in conferenza stampa, che le risultanze investigative portavano tutte alla tesi del suicidio e a escludere un intervento di altre persone nella morte della ragazzina (e quindi piste alternative). Smentendo anche alcune circostanze su cui erano uscite indiscrezioni: la stanza “non era in disordine, era la stanza di una adolescente”, aveva detto il magistrato. Così come aveva messo a tacere la questione delle scarpe pulite nonostante l’albero a cui la ragazza è stata trovata attaccata fosse nel mezzo di terriccio: “Non erano pulite”. il fascicolo della Procura di Enna ha come ipotesi di reato quella dell’istigazione al suicidio.
Evidentemente, però, la sorella e la famiglia della 15enne non si danno pace e tentano ora di riavviare le indagini con questo esposto che ipotizza che la ragazza sia stata uccisa. “Abbiamo portato fatti e circostanze secondo noi importanti per questa tesi”, ha detto l’avvocato Carmelina Adamo. Anche il legale della famiglia, Milena Ruffini, ha rilasciato dichiarazioni a sostegno della pista dell’omicidio e spiega che sono in corso accertamenti: i consulenti della famiglia stanno lavorando. Sono anche stati richiesti una serie di atti alla scuola.
Larimar venne trovata dalla madre legata con la corda all’albero del giardino, ma in posizione inginocchiata (secondo lei le ginocchia toccavano il terreno e questa era un’altra stranezza). Era il pomeriggio del 5 novembre: quel giorno, a fine mattina, la ragazzina aveva fatto chiamare la madre per chiedere di venire a prenderla a scuola perchè non si sentiva bene. Poco prima, emergerà poi, c’era stato questo brutto litigio con una compagna a scuola, che avrebbe accusato la 15enne di averle ‘rubato’ il fidanzato. Larimar era stata accerchiata e insultata. E in più emerse subito, per bocca di alcuni ragazzini, la questione delle presunte foto osè che sarebbero circolate in qualche chat. La madre aveva accompagnato la ragazzina a scuola e poi era tornata fuori per alcune commissioni, tornando a casa dopo appena 45 minuti. E trovandola morta.
FONTE E FOTO: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).