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Chemioterapia in gravidanza associata a maggiori morbilità e mortalità neonatale

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La somministrazione della chemioterapia durante la gravidanza è associata a una grave morbilità e mortalità neonatale

La somministrazione della chemioterapia durante la gravidanza è associata a una grave morbilità e mortalità neonatale, ma questa potrebbe essere associata al parto pretermine deciso dal medico. Lo evidenziano i risultati di uno studio da poco pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.

Nel lavoro sono stati analizzati i dati di 1150 pazienti ricavati dai registri tumori canadesi. Le donne avevano un’età compresa tra 18 e 50 anni e avevano avuto tumori primari durante la gravidanza tra il 2003 e il 2017. Di queste, 142 avevano effettuato la chemioterapia durante la gravidanza e 1008 no. La percentuale di pazienti sottoposte alla chemioterapia durante la gestazione è rimasta costante nel tempo.

Le caratteristiche sociodemografiche e della gravidanza erano generalmente simili tra le donne esposte alla chemioterapia durante la gravidanza e quelle no. Tuttavia, quelle trattate con la chemio avevano maggiori probabilità rispetto a quelle che non l’avevano fatta di avere un cancro al seno (rispettivamente il 67,0% e il 19%), avere un cancro in stadio già avanzato (III o IV) al momento della diagnosi (rispettivamente il 34% e il 10%), aver ricevuto la diagnosi a un’età gestazionale più precoce (media: rispettivamente 16,4 settimane e 21,8 settimane), aver effettuato il primo trattamento antitumorale a un’età gestazionale più precoce (media: rispettivamente 19,8 settimane e 20,8 settimane).

Morbilità e mortalità neonatali più alte se la mamma ha fatto la chemio in gravidanza
Il tasso di morbilità e mortalità neonatali gravi è risultato significativamente più alto nel gruppo esposto alla chemioterapia rispetto a quello non sottoposto alla chemio: rispettivamente 23% e 13% (rapporto di rischio aggiustato [aRR] 1,67; IC al 95% 1,13-2,46).

I ricercatori hanno trovato anche un tasso numericamente più alto di disabilità e disturbi neuroevolutivi tra i neonati le cui mamme erano state esposte alla chemioterapia rispetto a quelli le cui madri non l’avevano effettuata: rispettivamente 19% e 11%, ma questa differenza non è risultata statisticamente significativa (Hazard Ratio aggiustato [aHR] 0,93; IC al 95% 0,71-1,22).

Analogamente, gli autori hanno stimato un tasso numericamente più alto di condizioni croniche pediatriche complesse fra i neonati del gruppo trattato con la chemio rispetto a quelli del gruppo non esposto: rispettivamente 10% e il 7%, ma anche in questo caso la differenza non è risultata statisticamente significativa (aHR 0,96; IC al 95% 0,80-1,16).

Nascita pretermine associata a morbilità e una mortalità neonatali gravi
La nascita pretermine prima delle 37 settimane di gestazione (aR, 12,95; IC al 95% 5,26-29,81) e la nascita pretermine prima delle 34 settimane (aRR 11,36; IC al 95% 6,54-19,73) sono risultate entrambe significativamente associate a una morbilità e una mortalità neonatali gravi, ma non a disabilità o disturbi dello sviluppo neurologico o a condizioni croniche complesse pediatriche.

Inoltre, le analisi hanno mostrato che la nascita pretermine prima delle 37 settimane spiegava il 100% dell’associazione osservata tra l’esposizione alla chemioterapia e il rischio di gravi morbilità e mortalità neonatali, mentre la nascita pretermine prima delle 34 settimane spiegava il 75,8% dell’associazione.

«I dati del nostro studio suggeriscono che il potenziale impatto negativo dell’esposizione alla chemioterapia durante la gravidanza è probabilmente mediato dalla nascita pretermine», scrivono i ricercatori.

«Tuttavia, in questo studio non sono state analizzate le ragioni per cui si è deciso di indurre un parto pretermine, né si è valutato quali agenti chemioterapici sono stati utilizzati. Certamente, sono necessari ulteriori studi per capire meglio se forme diverse di chemioterapia possano influenzare lo sviluppo placentare e fetale e la conseguente necessità di indurre il parto o l’inizio del travaglio pretermine. Sono assolutamente necessari ulteriori studi nel quale si raccolgano informazioni sullo specifico regime chemioterapico per determinare quale sia l’approccio terapeutico ottimale in questa complessa popolazione di pazienti», concludono gli autori.

Bibliografia
A. Metcalfe, et al. Cancer chemotherapy in pregnancy and adverse pediatric outcomes: A population-based cohort study. J Natl Cancer Inst. Published October 30, 2024; doi:10.1093/jnci/djae273. leggi

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