I GLP-1 agonisti, oltre a essere efficaci nel trattamento del diabete e dell’obesità, hanno mostrato benefici significativi sugli esiti renali
I farmaci agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone, oltre a essere efficaci nel trattamento del diabete e dell’obesità, hanno mostrato benefici significativi sugli esiti renali e cardiovascolari nelle persone con e senza diabete, secondo i risultati di una metanalisi pubblicati sulla rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology.
Si stima che la malattia renale cronica (CKD) colpisca un individuo su dieci in tutto il mondo, per un totale di circa 850 milioni di persone. Oggi è la decima causa di morte e si prevede che diventerà la quinta causa più frequente entro il 2050. Diabete, malattie cardiovascolari e obesità sono fattori di rischio indipendenti per la CKD e rappresentano un importante onere sanitario globale.
Originariamente sviluppati per il trattamento del diabete, gli agonisti del recettore del GLP-1 imitano l’azione di un ormone che stimola la produzione di insulina e abbassa i livelli di zucchero nel sangue. Più di recente si sono dimostrati efficaci per la gestione dell’obesità, grazie all’azione di rallentamento della digestione, di aumento della sensazione di sazietà e di riduzione dell’appetito.
Tuttavia, se i benefici di queste molecole per il trattamento del diabete di tipo 2, dell’obesità e delle malattie cardiovascolari sono ben noti, il loro impatto sulla malattia renale cronica è stato meno studiato, hanno premesso gli autori.
Benefici dimostrati anche sulla funzionalità renale
I ricercatori hanno condotto una metanalisi di 11 studi clinici su larga scala con GLP-1 agonisti, che hanno coinvolto un totale di oltre 85mila persone (67.769 con diabete di tipo 2 e 17.604 con sovrappeso o obesità e malattie cardiovascolari ma senza diabete). Hanno analizzato i dati relativi a sette diversi agonisti, tra cui semaglutide, dulaglutide e liraglutide.
Rispetto al placebo, i GLP-1 agonisti hanno ridotto il rischio di insufficienza renale del 16% e il peggioramento della funzionalità renale del 22% (definito da un calo della velocità di filtrazione glomerulare stimata, eGFR, di almeno il 50%), con una riduzione del 19% del rischio combinato di insufficienza renale, peggioramento della funzionalità renale e decesso per malattia renale.
L’analisi ha anche confermato i risultati precedenti secondo i quali questa classe di farmaci ha effetti protettivi sulla salute cardiovascolare, con una riduzione del 14% rispetto al placebo del rischio di decesso per causa cardiovascolare, infarto non fatale e ictus non fatale. Il decesso per qualsiasi causa è risultato inferiore del 13% tra quanti facevano uso di GLP-1 agonisti.
«Questo studio ha ampliato le attuali conoscenze su questa classe di farmaci in aree chiave, tra cui i benefici nelle persone con CKD e in quelle con e senza diabete» ha affermato il primo autore Sunil Badve, del St George Hospital e della Renal and Metabolic Division presso il George Institute for Global Health, Sydney, Australia. «È il primo ad aver dimostrato un evidente beneficio degli agonisti del recettore GLP-1 sull’insufficienza renale o sulla malattia renale allo stadio terminale, suggerendo per queste molecole un ruolo chiave nel trattamento protettivo dei reni e del cuore per i pazienti con condizioni mediche comuni come il diabete di tipo 2, il sovrappeso o l’obesità con malattie cardiovascolari o CKD».
Questi risultati sono particolarmente importanti per i pazienti con malattia renale cronica, ha aggiunto, una condizione progressiva che alla fine porta all’insufficienza renale, che richiede la dialisi o il trapianto di rene ed è associata a decesso prematuro, principalmente per malattie cardiache, oltre ad avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti e sui costi sanitari.
«Questa ricerca dimostra che gli agonisti del recettore GLP-1 potrebbero svolgere un ruolo importante nell’affrontare l’onere globale delle malattie non trasmissibili. Il nostro studio avrà un impatto importante sulle linee guida cliniche per la gestione della malattia renale cronica e delle malattie cardiovascolari nelle persone con e senza diabete» ha commentato Vlado Perkovic, professore associato presso il George Institute, rettore presso l’UNSW Sydney e autore senior dello studio. «Ora sono necessari ulteriori ricerche per implementare questi risultati nella pratica clinica e migliorare l’accesso ai GLP-1 agonisti per coloro che ne trarranno beneficio».
Referenze
Badve SV et al. Effects of GLP-1 receptor agonists on kidney and cardiovascular disease outcomes: a meta-analysis of randomised controlled trials. Lancet Diabetes Endocrinol. 2024 Nov 25:S2213-8587(24)00271-7.