Le storie di Sara e Gaia nella notte su Rai 3 a “Fame d’amore”


In seconda serata su Rai 3 torna il programma “Fame d’Amore” con Francesca Fialdini. Al centro le storie di Sara e Gaia

fame d'amore

Sara è sempre stata spinta a perfezionarsi fin da piccola, alimentando una passione che è diventata un’ossessione. Nonostante i successi, Sara non ha mai avuto una vera infanzia e ha sempre vissuto sotto la pressione di essere la migliore. Dopo essersi laureata con il massimo dei voti, ha cominciato a soffrire emotivamente e fisicamente. Nel gennaio dello scorso anno, ha cessato di mangiare e suonare, mettendo in discussione la sua identità. Una storia che apre il secondo appuntamento apre “Fame d’Amore”, il programma condotto da Francesca Fialdini che esplora e racconta le storie più intime e dolorose dei giovani italiani alle prese con disturbi psicologici, in onda domenica 12 gennaio in seconda serata su Rai 3.

Protagonista anche Gaia che ha imparato a cucinare da giovane e ha trasformato la preparazione di dolci nella sua passione e professione. Dopo aver lavorato in un ristorante stellato di Ragusa, aveva raggiunto un periodo di benessere lontano dalla famiglia. Tuttavia, ora che è tornata casa, il suo disturbo alimentare è peggiorato anche se continua a preparare i pasti per la sua famiglia.

In un contesto di crescente fragilità mentale e sociale, “Fame d’Amore” ha come obiettivo quello di portare alla luce un’emergenza che spesso viene ignorata: il malessere dei giovani, che troppo spesso si nascondono dietro il silenzio e la vergogna. Ogni episodio del programma si concentra sulle storie di ragazzi e ragazze che hanno il coraggio di raccontarsi, ma anche sulle famiglie che soffrono accanto a loro e sugli esperti che li accompagnano nel loro difficile cammino verso la guarigione. Fame d’Amore rinnova il suo impegno, affiancando la testimonianza diretta dei giovani protagonisti con il supporto delle persone che li aiutano: psichiatri, psicologi, nutrizionisti e educatori. Francesca Fialdini segue i protagonisti prima nelle loro case, poi durante i momenti cruciali delle cure e infine quando tornano a casa, guariti e pronti a ricostruire la propria vita.