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Stenosi aortica: dimensione dell’anello aortico ininfluente su risultati clinici

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Stenosi aortica grave sintomatica nei pazienti a basso rischio: una nuova analisi dello studio PARTNER 3 rivela che la dimensione dell’anello aortico non sembra influire sui risultati clinici

Nel contesto del trattamento della stenosi aortica grave sintomatica nei pazienti a basso rischio, una nuova analisi dello studio PARTNER 3, presentata a Londra, nel corso del PCR London Valves 2024, rivela che la dimensione dell’anello aortico non sembra influire sui risultati clinici e sulla qualità della vita a cinque anni. L’analisi mostra che sia la TAVI con valvola espandibile con palloncino sia la chirurgia presentano risultati simili.

Risultati clinici e qualità della vita
Le necessità di reintervento della valvola aortica erano simili tra pazienti trattati con TAVI e quelli sottoposti a chirurgia, indipendentemente dalle dimensioni dell’anulus. I ricercatori hanno riferito che l’endpoint primario composito di morte per tutte le cause, ictus e riospedalizzazione correlata a valvole o procedure era numericamente inferiore nel gruppo a piccoli anelli trattato con TAVI, sebbene non abbia raggiunto la significatività statistica.

I risultati forniscono preziose informazioni sui risultati clinici, piuttosto che sulla sola emodinamica, nei pazienti con un piccolo anulus aortico. Inoltre, lo studio SMART, dedicato ai pazienti con un piccolo anulus aortico, suggerisce che i dispositivi autoespandibili possano avere un vantaggio rispetto a quelli espandibili con palloncino a un anno di follow-up.

Confronti e prospettive future
Il ricercatore principale di SMART, studio presentato in precedenza quest’anno, ha evidenziato che il tasso elevato di disfunzione valvolare strutturale emodinamica (BVD) con le valvole espandibili con palloncino potrebbe tradursi in risultati clinici peggiori nel tempo.

L’altro studio rilevante, RHEIA, ha suggerito che le donne con anelli più piccoli potrebbero ottenere migliori risultati con la TAVI rispetto alla sostituzione chirurgica, principalmente grazie a un minor numero di riospedalizzazioni.

Nel gruppo a piccoli anelli di PARTNER 3, l’endpoint primario a cinque anni si è verificato nel 21,2% dei pazienti trattati con TAVI e nel 31,6% di quelli trattati chirurgicamente, una differenza numerica ma non significativa. Inoltre, non sono state riscontrate differenze significative nel rischio di insufficienza valvolare bioprotesica o nella necessità di reintervento tra i due gruppi, indipendentemente dalla dimensione dell’anulus.

Un altro dibattito attivo riguarda quale tipo di dispositivo TAVI sia più adatto ai piccoli anelli aortici. I dati di OCEAN-TAVI, presentati al London Valves da Hirofumi Hioki, del Tokyo University Hospital e pubblicati su “JACC Cardiovascular Interventions”, mostrano che la nuova valvola Sapien Ultra Resilia supera la versione precedente in termini di perdita (leak) paravalvolare e disallineamento protesi-paziente, nonché di gradienti di pressione.

In conclusione, mentre i dati a cinque anni sono rassicuranti, il follow-up non è sufficiente per comprendere appieno i problemi di durata che potrebbero sorgere con il tempo. Gli operatori sanitari cercano di capire se esiste un sottogruppo di pazienti con piccoli anelli in cui preoccuparsi di più per il rischio di disfunzione valvolare precoce. La scelta del miglior trattamento per la stenosi aortica grave sintomatica, quindi, resta una forte considerazione, specialmente nei pazienti a basso rischio.

Fonti:

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