Linciata dai genitori, l’insegnante di sostegno di Castellammare di Stabia è stata arrestata per violenza sessuale su minori: ad inchiodarla anche le chat
A novembre scorso circa una trentina di genitori aggredirono accusandola di molestie un’insegnante di sostegno della scuola Catello-Salvati di Scanzano (Castellammare di Stabia). La donna era stata salvata dalle forze dell’ordine dal linciaggio e aveva riportato diverse lesioni e un forte trauma cranico. La vera e propria spedizione punitiva era partita da un post social che diverse mamme stabiesi avevano condiviso sui propri profili: nel testo, senza fare nomi e senza riferimenti all’irruzione, si affermava di ‘aver scoperto che una docente ha abusato dei figli minori affidati a quell’istituto’. Di oggi è la notizia che la docente in questione dopo la denuncia dei genitori ai Carabinieri e le indagini condotte dalla procura di Torre Annunziata e dalle forze dell’ordine è stata arrestata per “maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne, commessi in danno di alcuni studenti, tutti di età inferiore a 14 anni“.
Ecco cosa si legge nelle pagine del Corriere: “Dall’analisi dei file audio estratti dal telefono cellulare dei ragazzi e della docente, è emerso che la donna, a partire dal mese di ottobre 2023, insegnante di sostegno di uno dei minori coinvolti, alla quale di fatto venivano affidati anche gli altri alunni, «avrebbe sottoposto – riferiscono gli inquirenti – gli stessi a reiterate condotte di carattere sessualizzante, portandoli durante l’orario scolastico (con la scusa di impartire ripetizioni) in un’aula riservata della scuola, da lei stessa soprannominata ‘La saletta’», e lì avrebbe «ripetutamente mostrato loro del materiale video pornografico, intavolato continui discorsi di natura sessualmente esplicita (fatti di riferimenti a proprie esperienze in materia o di indicazioni su come e dove toccarsi o toccare, anche in parti intime, i partner)». Ma avrebbe anche «invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando finanche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti, praticandogli in prima persona un rapporto orale»”.
L’indagata avrebbe anche creato un gruppo su Instagram, chiamato proprio “la Saletta”, con messaggi dal contenuto esplicitamente sessuale, relazionandosi direttamente con i minori sulla base di un rapporto che i magistrati definiscono “di tipo sostanzialmente paritario”.
I minori hanno mantenuto per lungo tempo il segreto su quanto accadeva nella “saletta” e nelle conversazioni online per, secondo i magistrati, “lo stato di soggezione degli alunni rispetto all’insegnante e le minacce di essere bocciati, di far andare i genitori in carcere e di mandare loro stessi in comunità”. Il tutto sarebbe stato rafforzato da una millantata relazione con un appartenente alle forze dell’ordine.
Solo la sospensione di uno degli alunni coinvolti avrebbe determinato le vittime a confidarsi con i propri genitori in merito ai comportamenti tenuti nei loro confronti dalla docente, supportando il loro racconto con alcuni messaggi scambiati tramite Instagram e Whatsapp con la professoressa.
Disposta nei confronti della donna la custodia cautelare in carcere, prevista per il reato di violenza sessuale in presenza di esigenze cautelari non diversamente tutelabili: per i Pm “le condotte ascritte all’indagata, per la loro estrema, intrinseca, gravità e per la loro incidenza negativa sull’equilibrio psicofisico dei minori, hanno reso necessaria l’adozione della più grave tra le misure cautelari”, che risulta “l’unica in grado di arginare il pericolo di reiterazione dei reati”, anche in considerazione del fatto che, da un lato, la docente è ancora formalmente in servizio nella scuola e, dall’altro, “la meno afflittiva misura degli arresti domiciliari non avrebbe consentito di inibirle effettivamente l’utilizzo della rete internet”, con il conseguente pericolo di avere con altri minori “ulteriori contatti analoghi a quelli per cui si procede”.
La donna è ora nel carcere femminile di Benevento.