La retinopatia diabetica rallenta nei pazienti che usano empagliflozin


Secondo uno studio l’inibitore SGLT2 empagliflozin potrebbe contribuire a ridurre il rischio di progressione della retinopatia diabetica

affaticamento visivo

Il trattamento con empagliflozin non è stato associato a un ridotto rischio di retinopatia diabetica non proliferativa rispetto agli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4) nei pazienti con diabete di tipo 2. Tuttavia, secondo uno studio di coorte pubblicato su “JAMA Ophthalmology”, l’inibitore SGLT2 potrebbe contribuire a ridurre il rischio di progressione della retinopatia diabetica.

Lo studio ha utilizzato dati sulle richieste di risarcimento assicurativo statunitensi di due assicuratori commerciali e di Medicare, inclusi adulti con diabete di tipo 2 senza diagnosi o trattamento precedente per retinopatia diabetica proliferativa.

La definizione della retinopatia diabetica non proliferativa incidente si è basata su codici diagnostici per varie gravità della malattia, mentre la progressione della retinopatia diabetica è stata definita come un insieme di eventi clinici significativi.

Tra le 34.239 coppie di pazienti abbinate, il rischio di sviluppare una retinopatia diabetica non proliferativa non differiva significativamente tra coloro che assumevano empagliflozin e quelli che usavano inibitori della DPP-4 (HR 1,04, IC 95% 0,94-1,15) durante un follow-up medio di 8 mesi. È quanto riportato da Elisabetta Patorno, del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School, insieme ai suoi colleghi.

Da considerare il controllo glicemico e le condizioni cardiovascolari e renali
Tra le 7.831 coppie analizzate, il rischio di progressione della retinopatia diabetica risultava inferiore nei pazienti che avevano iniziato a prendere empagliflozin rispetto a quelli che assumevano inibitori della DPP-4 (HR 0,78, IC 95% 0,63-0,96).

Gli autori dello studio hanno anche notato che empagliflozin potrebbe ridurre il rischio di progressione della retinopatia diabetica in modo più efficace rispetto ad altri inibitori SGLT2, forse a causa della sua elevata selettività.

La coautrice Helen Tesfaye, ha sottolineato che empagliflozin potrebbe rallentare la progressione della retinopatia diabetica verso stadi più avanzati. Tesfaye ha aggiunto che le decisioni di prescrizione dovrebbero tenere conto di diversi fattori, come il livello di controllo glicemico e le condizioni cardiovascolari e renali del paziente.

Recettori SGLT2 espressi nella retina
Empagliflozin è approvato dalla FDA per il trattamento dell’arresto cardiaco, del diabete di tipo 2 e della malattia renale cronica, ma non per la prevenzione o il rallentamento della retinopatia diabetica. Lo stesso vale per l’EMA.

Precedenti ricerche avevano già associato gli inibitori SGLT2, incluso empagliflozin, a un minor rischio di retinopatia diabetica. Tuttavia, questo studio ha fornito nuove prospettive sull’efficacia di empagliflozin, utilizzando dati provenienti dalla pratica clinica.

Secondo Tesfaye, studi precedenti hanno mostrato che i recettori SGLT2 sono espressi nella retina, e l’inibizione di questi recettori in contesti di iperglicemia potrebbe prevenire danni alla retina. Inoltre, empagliflozin potrebbe offrire ulteriori benefici attraverso un migliore controllo della pressione arteriosa e della glicemia.

Possibili fattori confondenti
In un editoriale di commento, Jonathan E. Shaw e Alicia J. Jenkins del Baker Heart and Diabetes Institute di Melbourne hanno suggerito che i risultati dello studio potrebbero essere influenzati da fattori confondenti.

Alcuni pazienti nel gruppo inibitore della DPP-4 potrebbero aver utilizzato farmaci di terza o quarta linea, come l’insulina, noti per peggiorare la retinopatia diabetica. Questo potrebbe spiegare l’apparente vantaggio di empagliflozin.

Nonostante le limitazioni, lo studio apre alla possibilità che gli inibitori SGLT2 possano effettivamente rallentare la progressione della retinopatia diabetica, meritando ulteriori indagini. Patorno e colleghi hanno notato che con l’accumularsi delle prove a favore di agenti come empagliflozin e fenofibrato, gli oftalmologi dovrebbero considerare queste opzioni terapeutiche più frequentemente.

Gli autori hanno riconosciuto le limitazioni dello studio, tra cui il breve periodo di follow-up e possibili errori di classificazione e confondimento nei risultati.

Bibliografia:

  • Tesfaye H, Paik JM, Roh M, et al. Empagliflozin and the Risk of Retinopathy in Patients With Type 2 Diabetes. JAMA Ophthalmol. 2024 Dec 5:e245219. doi: 10.1001/jamaophthalmol.2024.5219. Epub ahead of print. leggi
  • Shaw JE, Jenkins AJ. Diabetic Retinopathy-Another Possible Target for SGLT2 Inhibitors? JAMA Ophthalmol. 2024 Dec 5. doi: 10.1001/jamaophthalmol.2024.5364. Epub ahead of print. leggi