Cosa prevede l’accordo tra Israele e Hamas per la Striscia di Gaza: al centro scambi di prigionieri, aiuti umanitari e ricostruzione
Quaranta due giorni più recupero. Quarantadue giorni per trasformare l’accordo di tregua temporaneo tra Israele e Hamas in una pace definitiva, e se non bastasse – ha detto Biden – il cessate il fuoco resterà in vigore. Il recupero, appunto.
L’intesa che entrerà in vigore domenica è, come ha sottolineato il presidente uscente degli Stati Uniti, molto simile al quadro in tre fasi progettato da Biden a fine maggio. In base a quella proposta Israele e Hamas avrebbero prima osservato un cessate il fuoco di sei settimane in cui Hamas avrebbe rilasciato donne, uomini anziani e ostaggi malati in cambio del rilascio dei palestinesi incarcerati da Israele, e poi 600 camion carichi di aiuti umanitari sarebbero entrati a Gaza ogni giorno.
La prima fase dell’accordo che comunque deve essere ancora formalmente ratificato dal gabinetto israeliano, include il ritiro delle forze israeliane a est, lungo il confine di Gaza. Hamas rilascerà 33 prigionieri israeliani, tra cui donne, bambini, anziani, feriti o malati. In cambio, Israele rilascerà alcuni prigionieri, ma non si sa ancora quanti.
In questa prima fase è previsto il ritorno degli sfollati alle loro case e il viaggio dei feriti e dei malati per ricevere cure, con l’aumento del flusso di aiuti umanitari e di soccorso in tutta la Striscia di Gaza, nonché la ristrutturazione di ospedali, centri sanitari e panetterie. Sarà consentito l’ingresso di carburante e di attrezzature per la protezione civile, nonché di beni di prima necessità per gli sfollati che hanno perso le loro case.
Biden ha detto anche che durante le prossime sei settimane, Israele negozierà le disposizioni necessarie per la seconda fase: “La fine definitiva della guerra”. Ma ci sono “una serie di dettagli” da negoziare per passare dalla prima alla seconda fase. Se i negoziati dovessero durare più di sei settimane, il cessate il fuoco continuerà finché continueranno i negoziati.
Nella seconda fase è previsto uno scambio con il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita, compresi i soldati maschi, e il ritiro di tutte le restanti forze israeliane da Gaza, con la trasformazione del cessate il fuoco da temporaneo in permanente.
La terza fase dell’accordo prevede che le spoglie degli ostaggi uccisi a Gaza vengano restituite alle loro famiglie.
Si stima che a Gaza ci siano ancora circa 100 ostaggi, anche se le autorità israeliane ritengono che circa 35 di questi siano in realtà morti.
Hamas ha confermato l’accordo di cessate il fuoco in una dichiarazione su Telegram, definendolo un “successo per il nostro popolo” e lodando la “leggendaria resilienza” dei cittadini di Gaza di fronte alla guerra.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)